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 2015  settembre 13 Domenica calendario

LA STORIA YARA, L’ULTIMA PAGINA DEL DIARIO «COSÌ IMMAGINO IL MIO FUTURO»

Bergamo Compito di inglese sulla pagina del diario di scuola del 25 novembre 2010: «Trovo almeno otto cose che cambieranno la nostra vita nel corso del tempo». L’annotazione di Yara Gambirasio sotto «ripasso di storia» e «ricopia frasi di grammatica» segna il giorno prima del suo omicidio. Il 26 novembre la tredicenne di Brembate Sopra aveva l’interrogazione di musica, la ricerca di arte su Leonardo da Vinci con la raccomandazione a se stessa «ps. occhio che potrebbe int. o fare verifica» e per geografia «studio bene».
L’agenda di scuola è stata analizzata dai carabinieri del Ros e del Racis (con un’esperta psicologa) nel dicembre 2010. Yara era sparita, ancora non si sapeva che già giaceva senza vita nel campo di Chignolo d’Isola dove verrà ritrovata tre mesi dopo la scomparsa. Il diario poteva essere uno spunto: nomi, compleanno del papà di un’amica, cuoricini e fiori che riempivano la pagina del 18 ottobre e compiti che richiedevano riflessioni sono stati oggetto di indagine. Intercettazioni, tabulati, persone sentite come informate dei fatti non hanno fatto emergere nessuna ombra nella vita della bambina. È agli atti, insieme ad alcune pagine del diario. Ma ora, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini che difendono Massimo Bossetti, l’unico imputato dell’omicidio della tredicenne, hanno chiesto di leggerlo tutto per cercare spunti che, secondo loro, sarebbero sfuggiti agli investigatori. E la Corte d’Assise ha disposto che i genitori di Yara (era stato restituito alla famiglia) lo portino in procura, dove le parti hanno una settimana di tempo per consultarlo prima che torni di nuovo nello scrigno dei ricordi di mamma e papà.
L’agenda di scuola della ginnasta è lo specchio della normalità dei 13 anni più da bambina che da piccola donna. Tra numerosi «Tvb Yogon», il suo nomignolo, sulle pagine di settembre ancora libere dai compiti c’è spazio solo per i «4ever» delle coetanee che le giurano eterna amicizia. Il massimo della malizia è l’invito a casa per un gelato. All’amica piace al cioccolato e Yara sceglie i suoi gusti preferiti tra 12 barrando le caselline disegnate a mano seguendo i quadretti della pagina: yogurt, puffo e limone.
Poi, gli spazi concessi ai momenti più leggeri dei primi giorni di scuola cedono il posto ai capitoli di storia e di geografia da studiare, o agli esercizi di tedesco e grammatica. Yara li scrive spesso in prima persona, come a volersi raccomandare di non dimenticarsi nulla: «Faccio prima mate, preparo la cartella, vado in biblioteca, poi tedesco. Non devo vedere la tv». Nella Terza C della scuola media paritaria «Maria Regina» di via Broseta, a Bergamo, si chiedevano anche momenti di riflessione. Come per lunedì 27 settembre: «Religione: in 2 minuti sto con gli occhi chiusi e silenziosamente sento che cosa sento fuori e dentro di me». E per il 2 dicembre: «Faccio la mia vita sulla linea del tempo». Yara non c’era già più. Le annotazioni si fermano al 5 dicembre. Poi le pagine sono bianche. Il vuoto. Quelle precedenti restano piene di vita.
In fondo c’era sempre un po’ di spazio per annotare i compleanni. Quelli di Sarina, Chiary, Roby accompagnati da due cuoricini. Accanto le citazioni già stampate, come «La vita è un colpo di scena in un teatro pieno di sorprese. (P. Ingrosso)». Il 7 novembre è uno di questi giorni speciali. È domenica, così «comp. mamma» si può scrivere in alto e in grande con sotto due faccine che sorridono. Quel che resta di libero è tutto per lo sport. «Gara serie D A.B.S.» in maiuscolo occupa tutta la pagina domenica 28 novembre. Yara non avrebbe gareggiato, ma si era offerta come aiutante. È la competizione per cui aveva portato lo stereo in palestra, due sere prima. La sera dell’omicidio. «Tremenda» è stampato sulla copertina, sottotitolo «voglia di vivere». Yara aveva riempito gli spazi dei dati personali scrivendo nome e cognome corredati di riccioli. Accanto la pagina con stampata «Positività», di don Antonio Mazzi: «Ci sono due modi di vedere il domani, c’è chi lo vede come un giorno chiuso tra due notti e chi invece preferisce vedere nel domani una notte confinata tra due giorni».