Claudia Voltattorni, Corriere della Sera 12/9/2015, 12 settembre 2015
CATTEDRA MA IN UN’ALTRA CITTÀ SOLO 34 PRECARI RIFIUTANO IL POSTO
ROMA Hanno detto quasi tutti sì: 8.511. Solo in 34 hanno rimandato indietro la proposta: no grazie. Alla mezzanotte di ieri sera si è chiusa la fase B delle assunzioni della Buona Scuola. In ballo 16.210 posti dei quali però solo circa la metà (8.776) era stata assegnata dall’algoritmo del cervellone del ministero dell’Istruzione perché tra i profili dei professori nelle Graduatorie a esaurimento (Gae) da cui il computer pescava, la metà non era quello che serviva alle scuole. Ma il 97 per cento dei precari a cui la notte tra l’1 e il 2 settembre è arrivata dal Miur la proposta di assunzione a tempo indeterminato ha accettato. Nonostante due su tre dovranno lasciare la propria regione. «Era una pistola puntata alla tempia: o accettavano o perdevano il posto, c’è poco da gioire», dice Pino Turi, neosegretario Uil scuola.
La fase B è stata infatti la più delicata di tutto il piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla legge 107 della Buona Scuola, perché le cattedre sono state assegnate su base nazionale e la maggior parte (11.464) si trova al Nord, mentre i prof precari arrivano soprattutto da Sud e Isole. In molti approfitteranno del «paracadute» offerto dal Miur solo per quest’anno, la possibilità cioè di avere ancora una supplenza vicino a casa. «Non possiamo spostare gli studenti dove sono i professori», aveva detto il premier Matteo Renzi, e la stessa ministra dell’Istruzione Stefania Giannini ricordava come lei avesse dovuto lasciare suo figlio piccolo per andare in un’altra città.
Ma i sindacati della scuola (Flc Cgil, Uil, Cisl, Gilda e Snals Confsal), che ieri si sono ritrovati a Roma, hanno bocciato ancora una volta sia la legge sia le «deportazioni» dei prof: «Mai come in questi giorni — dice Francesco Scrima (Cisl) — abbiamo ascoltato drammi personali e famigliari di chi dovrà lasciare la propria casa per andare lontano centinaia di chilometri: la ministra ripassi la matematica, perché su 9 mila assunti, 9 mila dovranno spostarsi». E Turi (Uil): «Non chiamate i prof choosy (schizzinosi, ndr ), non sono viziati, chi ha accettato è stato costretto a farlo, chi non lo ha fatto è fuori dalla scuola da anni». Finora circa 38 mila precari sono stati assunti. A metà novembre ne arriveranno altri 55 mila per la fase C: copriranno i posti dell’autonomia, quelli per potenziare le materie che ogni scuola vorrà rafforzare, dalla musica all’economia, al diritto, e i progetti speciali.
Ma i supplenti continueranno a esserci. E saranno molti. Quelli delle cattedre rimaste scoperte sono circa 16 mila: sono i posti non assegnati perché non sono stati trovati i profili adatti. Sarà il concorsone del 2016 a cercarli. Ma poi ci sono quelli della fase B: coperti formalmente da chi ha accettato l’assunzione, ma scoperti perché molti degli aventi diritto resteranno a fare i supplenti vicino a casa. Anche su queste cattedre finiranno dei sostituti. «Altro che fine della supplentite — dice Scrima (Cisl) —, ci saranno più supplenti dello scorso anno». E i sindacati rilanciano la battaglia contro la Buona Scuola: «Da oggi — annuncia Domenico Pantaleo (Cgil) — facciamo ripartire la nuova fase di mobilitazione». Intanto, il 23 settembre, si vedranno con la Giannini. Ma in ottobre è già prevista una manifestazione nazionale a Roma.