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 2015  settembre 12 Sabato calendario

CLAUDIA CARDINALE “DA BAMBINA VOLEVO FARE L’ESPLORATRICE”

[Intervista] –
È difficile pensare a Claudia Cardinale senza pensare al grande schermo. Sessant’anni nel mondo del cinema e una lunga carriera che comprende circa centocinquanta film. «Centocinquantuno», precisa lei. Si riferisce a Effie Gray , uscito in aprile e diretto da Emma Thompson in cui la Cardinale ha una piccola parte girata a Venezia. Attrice da sempre, fin da quando aveva diciassette anni. Eppure da giovanissima le sue ambizioni erano ben altre. «Sognavo di fare l’esploratrice perché volevo viaggiare per il mondo», racconta. «Volevo viaggiare dappertutto e ci sono riuscita. Quindi in un modo o nell’altro il mondo sono riuscita a esplorarlo ugualmente», dice l’attrice parlando con quella sua voce roca, inconfondibile.
Per Claudia la bellezza del viaggio non sta solamente nel vedere luoghi nuovi ed esotici ma sta soprattutto nel venire a contatto con persone differenti. «Incontrare gente diversa è qualcosa che mi arricchisce molto. Tu dai qualcosa a loro e in cambio dagli altri ottieni ancora di più», spiega l’attrice rivelando il suo costante ottimismo anche quando parla di viaggi.
E spiega: «Sono un’entusiasta, una positiva, tanto che mia mamma finché è stata in vita mi diceva sempre “A te, Claudia, le rughe non si vedranno mai, perché stai sempre a ridere».
È con questo innato entusiasmo per la scoperta che ha sempre accolto con gioia ogni opportunità di conoscere culture e tradizioni diverse e vivere situazioni inaspettate.
«Sono stata anche nella casa delle geishe. Madonna, che esperienza! Sono state loro stesse a invitarmi a entrare», dice scoppiando in una risata contagiosa. «Sono andata parecchie volte in Giappone. Lì mi adorano. Mi mandano lettere in continuazione».
La Cardinale riconosce che è questo uno degli aspetti più belli della notorietà: permette di aprire porte a volte chiuse, di conoscere realtà spesso al di là della portata quotidiana.
«Vissi con grande entusiasmo il periodo passato in Amazzonia. Che luogo straordinario. Ero lì per girare Fitzcarraldo», ricorda parlando del film di Werner Herzog del 1982 nel quale recitò la parte di Molly, la tenutaria di un bordello, accanto a Klaus Kinski.
Eppure fu un film la cui produzione fu piena di difficoltà, compreso il rapporto fra Herzog e la tribù indigena degli Aguaruna che si deteriorò fino al punto che diedero fuoco al set cinematografico.
«Anche l’Australia è un paese magnifico. Ci andai la prima volta con Alberto Sordi. Eravamo là per girare Bello, onesto - dice senza neppure bisogno di ricordare il lungo titolo della memorabile commedia di Luigi Zampa Bello, onesto immigrato sposerebbe compaesana illibata.
Era il lontano 1971 e fu allora che fece il suo primo incontro con i canguri.
Claudia è stata praticamente in ogni angolo del mondo, non soltanto per la sua carriera di attrice ma anche in veste di ambasciatrice dell’Unesco col ruolo particolare di promuovere i diritti delle donne.
«Continuano a invitarmi dappertutto e a darmi premi. Ne ho così tanti che non so neppure più dove metterli. Veramente non riesco a pensare a un posto dove non sia andata. Sono arrivata perfino in Alaska».
Invitata, premiata e applaudita in tutto il mondo eppure non ha mai perso la gioia del viaggiare. Perfino viaggiare in prima classe, cosa che ha fatto mille volte, è qualcosa che riesce ancora a non dare per scontato.
«Il viaggio aereo più straordinario che abbia mai fatto in vita mia fu la volta che andai negli Emirati Arabi a bordo di una compagnia aeree araba. Da non credere: ma sa che mi hanno cucinato su richiesta quello che ho voluto io? Non si sceglieva dal menù, preparavano quello che si voleva. Mamma mia! Mai provata una cosa del genere».
Ricordi di viaggio fantastici ma anche esperienze inquietanti. Come i periodi passati in Africa.
Nel 2008 per esempio andò in Camerun con Luc Montagnier. Quest’ultimo, premio Nobel francese per la ricerca sulle malattie infettive, era stato invitato a partecipare a un grande evento in occasione della Giornata Mondiale dell’Aids. L’attrice alla Conferenza di Yaounde era ospite dalla First Lady del Cameron, Chantal Biya, nella sua veste di ambasciatrice dell’Unesco. «Quello che ho visto in tema di Aids… Madonna mia! Quando sono tornata sono rimasta chiusa in casa per una settimana. Un trauma terribile!», ricorda l’attrice spiegando di avere viaggiato molto nell’Africa del sud. E che dire del Medio Oriente? La Cardinale ha viaggiato in lungo e in largo anche lì ed in particolare è la Siria di cui ha un ricordo speciale.
«Ho adorato la Siria, ho attraversato tutto il deserto. Un paese con rovine romane meravigliose. Ma adesso chi ci va più lì con quello che sta succedendo, con i siti archeologici distrutti dalla follia dell’uomo? Tutti hanno paura. Vorrei aiutare tutti i popoli che soffrono. Soprattutto in questo momento con tutte queste guerre di religione. Anche in Tunisia, dove sono nata e cresciuta. È orribile».
Settantasette anni compiuti lo scorso 15 aprile e Claudia Cardinale non ha perso la voglia di esplorare.
«L’importante è rimanere attivi perché se ti metti seduta sul divano, così, a non fare niente, poi diventa sempre più difficile rialzarsi, ritornare a fare cose interessanti, che spesso sono faticose. Io invece viaggio sempre anche adesso che sono nonna. Mia figlia Claudia ha un bebè di due anni che è una bomba. Abita a Parigi non lontano da casa mia».
La Cardinale ha scelto di vivere nella capitale francese per la ricchezza culturale di questa città. Uno dei luoghi che ama frequentare è l’Institut du Monde Arabe, una fondazione culturale non lontana da casa sua lungo la Senna.
«Vado spesso non soltanto per i loro programmi culturali ma anche perché da lì vedi tutta Parigi. Una città che letteralmente adoro perché c’è molto rispetto per la musica, l’arte, il cinema e il teatro. C’è un unico problema. A Parigi mi tolgono la “e” finale: mi chiamano Cardinal. Perché mi considerano più francese che italiana. Io invece sono italiana fino in fondo. Ho solo un passaporto, quello italiano. Non ho mai voluto averne altri ».
Come fa alla sua età a non avere perso la curiosità di viaggiare? La risposta la fa tornare agli anni quando era ragazzina in Tunisia. «Sono cresciuta parlando francese e quando ero giovane avevo un motto: “si je veux, peux”. Se voglio, posso. Quel motto me lo sono ripetuto tutta la vita. Ancora adesso».
Andrea Visconti, la Repubblica 12/9/2015