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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

CAROLINA RINASCE SEMPRE


[Carolina Kostner]

«Ho attraversato negli ultimi anni momenti difficili, ma anche questa volta ho trovato la forza di rialzarmi. E ricominciare». Carolina Kostner, 28 anni, altoatesina di Oristei, campionessa di pattinaggio, bronzo alle ultime Olimpiadi, oro al Mondiale del 2012 e cinque volte agli Europei, ancora una volta non si perde d’animo. Invece di chiudersi in se stessa, rifugiarsi nel dolore e riflettere sul passato, guarda avanti. E torna in pista. Sarà lei la grande protagonista dello spettacolo Intimissimi On Ice in scena all’Arena di Verona dal 9 al 10 ottobre. Non il solito show sul ghiaccio, ma uno spettacolo dove si fondono musica, effetti speciali, magiche coreografie e un cast internazionale per un progetto tutto made in Italy. Ho incontrato più volte Carolina: quando era all’inizio della sua carriera, dopo la delusione delle Olimpiadi di Vancouver del 2010, all’Arena l’anno scorso e in Russia, quando, seduta accanto alla sua mamma, l’ho vista gareggiare. Lì ho capito che ha davvero qualcosa di speciale. A Sochi la favorita era una 15enne, Julija Lipnickaja: tecnicamente era perfetta. Eppure Carolina aveva qualcosa in più: era l’unica che mentre danzava sulle note di Franz Schubert e di Maurice Ravel ti “entrava dentro”. Forse è stata questa sua energia interiore, questa potenza emotiva ad averla salvata.
Carolina torna a pattinare all’Arena in un periodo molto delicato. Sta infatti aspettando la sentenza del Tribunale arbitrale sportivo di Losanna che dovrebbe arrivare tra qualche settimana. Dopo la decisione della Procura nazionale antidoping del Coni dello scorso gennaio, che l’ha sospesa dalle gare fino al 16 maggio 2016, ha deciso di ricorrere in appello, per chiedere giustizia per una condanna che sembra spropositata, soprattutto perché i giudici italiani, pur condannandola, l’hanno riconosciuta totalmente estranea al doping del suo ex fidanzato Alex Schwazer. I fatti sono noti: lei e il marciatore, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino, sono la coppia più bella dello sport italiano. Poi lui comincia ad assumere sostanze illegali all’insaputa della fidanzata. Un giorno in cui è in Baviera, da Carolina, gli ispettori bussano alla porta, ma lui la supplica di dire che non è in casa. Il giorno stesso, però, si sottopone al test. Risulta positivo. È l’inizio di un dramma, che trascina nel fango anche Carolina, da sempre paladina di uno sport pulito. E anche la fine di un sogno d’amore durato più di sei anni.
Oggi Carolina ci ha concesso l’intervista, ma seguendo le indicazioni dei suoi legali: in un momento così particolare della sua vicenda giudiziaria non vuole ritornare sui dettagli della storia. In fondo ha già detto tutto, anche a Grazia. Ha già detto che il dolore è stato forte, che si è fidata dell’uomo che amava. Ha confessato che è stato un colpo duro, che l’ha lasciata senza fiato. Ha raccontato che si è sentita umiliata per aver visto il suo nome legato a una vicenda di doping quando per tutta la vita ha lottato per raggiungere un successo senza macchia. E ha dichiarato di volere prendere in mano il futuro con fermezza, perché troppe persone, in diversi momenti, si sono arrogate il diritto di dichiarare che la sua carriera fosse finita o, peggio, fallita. Ha ammesso che l’esistenza lascia cicatrici che con il tempo si attenuano un po’, ma non spariscono. Nel bene e nel male l’hanno resa, nonostante tutto, quello che è oggi: una donna forte ed equilibrata. Già, mi sono sempre chiesta come faccia Carolina. La vita le ha portato via l’uomo che amava, poi le ha tolto la possibilità di partecipare alle gare. C’è chi l’ha giudicata, criticata, condannata, anche senza conoscere la verità. Qualsiasi persona sarebbe crollata. Lei invece è rimasta in piedi, difendendo la sua dignità. Ora sorride. E aspetta che la vita la sorprenda, come racconta qui.
All’inizio di ottobre la rivedremo pattinare all’Arena di Verona per lo spettacolo Intimissimi On Ice. Che cosa dobbiamo aspettarci quest’anno?
«Uno spettacolo ancora più magico di quello dell’anno scorso. E talmente unico nel suo genere, che molti campioni di pattinaggio di tutto il mondo mi hanno chiesto se sarà possibile parteciparvi in futuro. La creatività italiana è ammirata ovunque e l’Arena è un luogo speciale: trasmette forza ed energia. Non ti fa sentire a disagio, ti abbraccia. Lì mi sento a casa».
Lei sarà la vera star dello spettacolo, quella a cui il pubblico è più affezionato. Perché la gente l’ama così tanto e non l’ha mai abbandonata?
«Forse perché ho dimostrato che dalle cadute ci si può sempre rialzare. Forse accendo una speranza: quella di riprendersi dalle fatiche della vita che colpiscono tutti. Ma sono convinta che noi italiani abbiamo nel dna la capacità di superare gli ostacoli e trasformarli in occasioni di crescita».
Qual è il segreto della sua determinazione?
«Le nuove generazioni sono abituate ad avere tutto e subito. Nei supermercati trovi le fragole in inverno, i pomodori tutto l’anno. Oggi i ragazzi non hanno più la capacità di aspettare, di investire in un progetto a lungo termine. Invece bisogna avere pazienza e inseguire un sogno per tanto tempo. Anche se arrivi sul podio, non devi mai dimenticarti da dove sei partita. Ecco, io non mi sono mai sentita arrivata, mi sono sempre messa in gioco in tutto. Nella vita non finisci mai di imparare».
Glielo hanno insegnato i suoi genitori o l’ha capito da sola?
«Mia madre e mio padre sono fantastici, ma alla fine la forza la devi trovare dentro di te. Nei momenti difficili, di fronte a un bivio, sei tu che devi tirare fuori la grinta. O combatti o rischi di perderti».
E lei ha rischiato di perdersi, qualche volta?
«Come tanti ho avuto momenti di grande difficoltà, di dubbio: è normale, umano. La differenza è saperli affrontare e superare».
Tutto facile, quindi?
«No. Non è come a scuola, in cui prima impari la lezione e poi ti metti alla prova. La vita è più crudele: prima ti mette alla prova e soltanto dopo impari la lezione».
I momenti difficili possono essere anche positivi?
«Penso di sì, perché ti aiutano a tirare fuori la parte più forte di te».
Lo show Intimissimi On Ice parla anche di passioni che regalano felicità. Negli ultimi anni come è cambiata la sua visione dell’amore?
«È una forza gigantesca che non va sottovalutata. Certo, la vita è fatta di alti e bassi e anche se cerchiamo sempre di pianificare e controllare tutto, non possiamo certo programmare l’amore. Ma penso che possa ancora sorprendermi».
Le mancano le gare?
«In un certo senso sì, perché fanno parte della mia storia, ma voglio guardare avanti. Penso di avere ancora tutte le strade aperte davanti a me».
Le competizioni danno qualcosa di più degli show sul ghiaccio?
«No, sono due forme diverse della stessa arte. Alla fine ci sei tu, il ghiaccio, la musica e le tue emozioni più intime. La difficoltà non è tanto tecnica, ma riuscire a trasmettere allo spettatore quello che provi».
Pattinare è la sua passione. È anche la sua “terapia”, lo strumento per affrontare le difficoltà?
«Non è solo una cura, va oltre: è la mia vita, nei momenti belli e brutti. Rappresenta la disciplina, il coraggio, la dedizione».
Ha 28 anni. Ha già fatto un bilancio della sua esistenza?
«Da piccola ho sempre avuto la fortuna di sapere che cosa volevo. A 4 anni mi mettevo i pattini in casa, indossavo il tutù, danzavo per strada. Poi arriva un momento in cui il destino ti sfida. Allora devi trovare la forza dentro te stessa, senza doverti giustificare con nessuno, devi avere il coraggio di guardarti dentro, di non nasconderti dietro a immagini finte, di riconoscere i tuoi limiti. E non perderti d’animo».
Quali sono i suoi limiti?
«Durante la preparazione delle Olimpiadi ho capito che dovevo smettere di cercare di essere quello che la gente sperava di trovare. Il coraggio di accettare me stessa è stato la mia arma vincente, quella che ha fatto uscire il meglio di me e mi ha permesso di vincere la medaglia».
Prima si sentiva oppressa dalle aspettative degli altri?
«Sì, certo. La gente si aspetta che tu sia perfetta in tutti i momenti. Si dimentica che noi atleti siamo persone come tutti gli altri, la differenza è che siamo oggetto di una maggiore attenzione pubblica».
Ha smesso di voler essere perfetta?
«Non credo di esserlo mai stata. La perfezione è fredda, vuota, perché manca di creatività. Noi italiani siamo lontani dalla perfezione, ma il bello è proprio questo: la nostra spontaneità».
Quando balla indossa costumi meravigliosi. Che cosa significa per lei essere femminile?
«Un abito sexy è solo un accessorio, non dice niente se non ci metti la passione. Credo che la vera sensualità la puoi tirare fuori solo quando appari naturale, senza filtri. Non è semplice, perché significa mettersi a nudo, far vedere le emozioni più intime e rivelare a volte anche le proprie insicurezze».
Che cosa la commuove di più?
«Capita a volte che una bambina mi riconosca al ristorante e mi faccia un disegno al volo sul tovagliolo. Adoro i disegni dei bambini: mi scaldano il cuore. E li conservo tutti».
Vorrebbe avere dei figli?
«Questo è un altro argomento...».
La sua vita è stata piena di sacrifici e rinunce. Ha un sogno che non ha mai potuto realizzare?
«Ho fatto tutto quello che amavo, anche se richiedeva tanto impegno. Mi sembrava comunque un sogno. Ma forse oggi il mio grande desiderio sarebbe avere un po’ più di tempo per stare serena e tranquilla in famiglia».