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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

IL TESORO NASOSTO DI ROMA SI SVELA IN OKLAHOMA


I volti immortali degli imperatori romani osservano il traffico placido di un sobborgo dell’Oklahoma attraverso un sottile strato di vetro. A vegliare sulla trasferta americana dei busti di pietra c’è Elena, la madre di Costantino, che dalla sua seduta imperiale è impegnata in un improbabile dialogo con un cavallo rampante color ardesia con occhi di fuoco, la più americana fra le opere del Fred Jones jr. Museum of art. Intorno alle teche, ciceroni a stelle e strisce discettano di età imperiale e pax romana, dell’acconciatura ornamentale della dama Fonseca e del volto guerriero di Vespasiano, fino a citare gli ideali repubblicani che hanno ispirato i Padri fondatori dell’America. Il riferimento al Gladiatore hollywoodiano è di rigore.
Cosa ci fanno Nerone, Augusto, Marco Aurelio, Commodo e gli altri nel ventre dell’America profonda? La loro casa, la Sala degli Imperatori nei musei capitolini, è in fase di restauro grazie a un’operazione di mecenatismo di Enel Green Power, e i restauratori italiani stanno riportando alla luce fregi, bassorilievi e altre meraviglie oscurate dagli strati del tempo. Fino alla riapertura della sala, i busti rimarranno a Norman, cittadina universitaria a pochi chilometri da Oklahoma City, luogo che sulle prime può apparire un palcoscenico assurdo per una mostra che celebra le grandezze dell’arte romana sotto il titolo Immortales. Basta ascoltare le appassionate parole del vicerettore Kyle Harper, giovanissimo storico romano con dottorato ad Harvard, per cambiare idea: forse l’Oklahoma non è che la più remota provincia dell’impero romano. E non ci sono soltanto i busti. Un’originale partnership fra la Sovrintendenza di Roma e la Oklahoma university foraggiata da Enel Green Power sta portando centinaia di reperti archeologici da Roma ai laboratori della Oklahoma university, dove vengono studiati, catalogati e rispediti al mittente. I pezzi sono parte di una collezione romana chiusa in 1.080 casse, molte delle quali non sono mai state aperte, un patrimonio che in età fascista era conservato all’Antiquarium del Celio e in seguito a cedimenti dell’edificio ha preso a vagare di magazzino in magazzino, senza mai vedere la luce.
Il progetto The hidden treasure of Rome, il tesoro nascosto di Roma, è un’opera di riscoperta e valorizzazione di un patrimonio archeologico altrimenti inaccessibile. Dopo le partnership in Kansas e Missouri, Enel Green Power ha stabilito un’alleanza con la Oklahoma university «per creare valore da una parte e dall’altra dell’Atlantico» spiega l’amministratore delegato Francesco Venturini. I reperti partono da Roma, arrivano in centri di ricerca che mai avrebbero osato sperare di mettere gli occhi su oggetti di quel livello, e ritornano in Italia studiati, pronti per essere esposti. Senza contare l’enorme guadagno che l’operazione porta in termini di conoscenza per la ricerca.
Certo, Oklahoma City non è New York o San Francisco. Non è una destinazione turistica né uno snodo cruciale per la cultura globale. A differenza di Roma, è stata costruita in un giorno, quel fatidico 19 aprile del 1889 in cui la terra dello Stato fu messa a disposizione di chi se la prendeva e la popolazione di quell’agglomerato urbano virtuale passò da zero a 10 mila anime nel giro di un pomeriggio. Ma in queste pianure immense tira un gran vento, risorsa fondamentale per gli affari di Enel Green Power, che ha impiantato centrali eoliche da queste parti. «La nostra presenza in questi luoghi è a lungo termine» spiega Venturini. «Volevamo trovare un modo diverso per stabilire una relazione con le comunità locali. Da questa esigenza è venuta l’idea di abbinare la cultura, portando nel mondo una risorsa vitale per il nostro Paese. E in ogni Stato, anche quello che può sembrare più isolato, troviamo una grandissima conoscenza della nostra cultura a livello accademico». Le condizioni perfette per un matrimonio fra arte e business in cui entrambi gli sposi partecipano con una dote ragguardevole.
Il volto del presidente dell’università, David Boren (ex senatore, membro di una grande dinastia politica dello Stato e indiscusso genius loci), alla cena di gala del 3 settembre per la presentazione dell’iniziativa, è un trionfo di orgoglio e soddisfazione. La provincia dell’Oklahoma non è poi così lontana dal centro dell’impero.
(Mattia Ferraresi – da Norman, Oklahoma)