ilPost.it 2/9/2015, 2 settembre 2015
A un anno dalla sua apertura, la banca nazionale del seme del Regno Unito ha solo nove donatori registrati
A un anno dalla sua apertura, la banca nazionale del seme del Regno Unito ha solo nove donatori registrati. È stata aperta grazie a un finanziamento pubblico circa un anno fa presso il Women’s Hospital di Birmingham per soddisfare una carenza di donazioni e far fronte alla crescente domanda, soprattutto da parte di donne in età avanzata e da coppie formate da persone dello stesso sesso. Diverse le cause della scarsità di seme. Per prima la legislazione in materia di anonimato: dal 2005 nel Regno Unito un bambino nato da una donazione può richiedere di conoscere l’identità del padre biologico una volta diventato maggiorenne. Inoltre, gli standard richiesti ai donatori sono alti: i volontari devono avere un seme di ottima qualità, sono obbligati per quattro mesi ad andare due volte a settimana in clinica e ad astenersi dai rapporti sessuali o dalla masturbazione almeno due giorni prima di ogni donazione. Infine, la retribuzione è di soli 48 euro a seduta. Ora l’istituto si prepara a lanciare una campagna per arruolare più donatori: la direttrice della banca del seme, Laura Witjens, vuole solleticare la virilità. «Se annunciamo “Uomini, dimostrate il vostro valore, mostrate quanto siete bravi”, avremo centinaia di donatori». Già nel 2014 aveva tentato una campagna simile: era stata in una delle più trafficate stazioni ferroviarie di Londra alla ricerca di donatori invitandoli a indossare magliette con scritto: “Sono un uomo molto speciale” e “Sono un donatore di sperma”, però con scarsi risultati.