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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

PERISCOPIO

Dario Argento compie 75 anni. Me lo immagino seduto davanti al caminetto che pensa ai bei tempi andati. E Suspiria. Gianni Macheda.

Il parlamento ha riaperto ieri: 8 settembre. Ecco, uno vorrebbe anche cambiare il soggetto delle battute, ma loro provocano. Il rompi spread. MF.

Roma, multe a chi getta le cicche in terra. Il solito fumo negli occhi. Spinoza. Il Fatto.

Berlusconi non pensa di governarti l’anima. Ma se trova una debolezza te la divora. Tre anni fa nella fotografia della sua casa c’erano Bonaiuti e Verdini, Alfano, la segretaria Marinella e il maggiordomo Alfredo. Tutti scomparsi, cancellati. Paolo Del Debbio. Il Foglio.

Mi pare che il comunismo sia l’unico partito che, per la sua storia e il suo impegno, possa garantire una vita che sia degna di essere vissuta. Adriana Asti, attrice. l’Unità, 1969.

Rimane aperta la ferita dell’antimafia ridotta a strumento per la costruzione di un mito fasullo: l’epos di Rosario Crocetta, l’eroe. Roberto Puglisi. Il Foglio.

Renzi è andato Cernobbio per presentare ai salotti buoni del capitalismo italiano lo scalpo dei diritti del mondo del lavoro. Nichi Vendola, segretario del Sel (Giovanna Casadio). la Repubblica.

Un barcone pieno zeppo de ggente è sbarcato ieri sulle coste libbiche. So tutti Italiani: Lombardi, Veneti, Siciliani, Calabbresi, inzomma de tutte le Reggioni. Scappano. E nun se sa si so’ pensionati, cervelli in fuga, clandestini o esodati (da cui «esodo»). Quarcuno se vo’ fa’ passà pe’ tedesco e nun se vo’ fa’ pija’ l’impronte diggitali (l’Italiani sono molto orgojosi). Però li sgamano subbito dar colore della pelle, da come movono le mano e dar fatto che parleno tutti insieme, che ’n ce se capisce un cazzo. Però i Libbici nun se preoccupano più de tanto. Sanno che la Libbia pe l’Italiani è solo de passaggio. Je danno provviste pe’ du’ o tre settimane e quelli a tappe turistiche, fermannose ’gni tanto pe’ guardà er panorama, raggiungono er Niger, la Nigeria, lo Zambia indove troveno lavoro e accoglienza. Agro Romano. Il Fatto.

La guerra dà l’avanzamento a quelli che non indietreggiano. Philippe Bouvard, Journal drôle et impertinent. J’ai lu, 1997.

La grande maggioranza dei francesi si crede nel campo dei vincitori della Seconda guerra mondiale. Invece, né materialmente né moralmente, essa ha partecipato allo sforzo collettivo verso la vittoria. Il ritardo e l’accecamento dureranno molto tempo, troppo tempo. Jean-Jacques Servan-Schriber, Passions. Fixot, 1991.

Lo Stato italiano, benché si sia sempre solennemente proclamato liberale, democratico e costituzionale, non ha mai rappresentato e non rappresenta gli interessi della nazione italiana, ma quelli delle oligarchie capitalistiche e politiche, associate a una casta burocratica che si identifica con lo Stato, e da ciò nasce che noi non siamo cittadini di uno Stato, ma i servi e i succubi di una casta che noi crediamo di pagare perché curi i nostri interessi e difenda i nostri diritti, e che, in realtà, paghiamo perché ci sfrutti, ci umili, ci balcanizzi e faccia il danno così dei nostri interessi come della nostra dignità di nazione e di uomini liberi. 1954, Curzio Malaparte, Battibecchi. Shakespeare and Company.

Nella politica italiana lo scambio delle parti in commedia, le transumanze, i rovesciamenti di campo sono la norma, non l’eccezione. Nel gioco dei quattro cantoni si sceglie sempre l’angolo più vicino e che importa quale sia il suo colore; chi resta in piedi sa che al prossimo giro, con ogni probabilità, troverà la sua seggiola. Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste. Mondadori, 2011.

L’Italia è uno dei paesi dell’area della libertà, uno dei più esposti, perché le condizioni arretrate di alcune regioni favoriscono l’illusione dello Stato-provvidenza e non incoraggiano l’individuo ad affrontare i rischi, ritenendosi ciascuno pago dello stipendio mensile di un ente pubblico, della pensione statale, dello sgabello di sottogoverno. Panfilo Gentile, Democrazie mafiose. Ponte alle Grazie, 1997.

Abolire la tassa sulla prima casa significa mettere fine a un tormentone decennale. E in un paese che ha l’81% di proprietari di prima casa è anche un fatto di equità, non è certo un favore ai super ricchi. Se poi ora ripartirà l’edilizia - anche solo per un fatto psicologico - per noi sarà tutto di guadagnato. Lo aveva proposto Berlusconi? Certo. Che male c’è? Questo approccio - per cui se una cosa l’ha proposta Berlusconi allora è sbagliata - è figlio di una visione ideologica. Matteo Renzi (Aldo Cazzullo). Corriere della sera.

Gli storici futuri leggeranno giornali, libri, consulteranno documenti d’ogni sorta, ma nessuno saprà capire quel che ci è accaduto. Come tramandare ai posteri la faccia di F. quando è in divisa di gerarca e scende dall’automobile? Leo Longanesi, Parliamo dell’elefante. Longanesi, 1947.

La verità è che il sindacato è sempre stato troppo vicino alla politica e ha raccolto, per i suoi rappresentati, le briciole dal suo tavolo. Ezio Gallori, sindacalista Cgil, ferrovieri. Corsera.

Non sto a sindacare chi, fra Biagi e Berlusconi, avesse torto e chi ragione. Dico solo che una persona provveduta come Fenomeno Biagi, per usare il soprannome affibbiatogli da Sergio Saviane, avrebbe dovuto aspettarsi una vendettina del Cavaliere. Mica per altro: lo attaccava in Tv una sera sì e una no. Non c’era vigilia di elezioni politiche in cui egli mancasse di tirare la volata al candidato del centrosinistra, intervistando Roberto Benigni per sbertucciare il leader del centrodestra, la cui «discesa in campo» fu persino paragonata alla cagata che il padre contadino del comico toscano andava a farsi ogni sera en plein air nell’orto dietro casa. Per Biagi questa era satira. Sarà. Sta di fatto che mai una volta lo si udì motteggiare sulle pisciate fuori dal vaso del suo amico Romano Prodi. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

Lo spagnolo del Messico è una lingua di conquistatori parlata da conquistati; per conseguenza non è amata. Carlo Coccioli, Tutta la verità. Rusconi, 1995.

Una studentessa di liceo tradusse: «Enea abbandonò Didone per andare a cercare un’altra Troia». Povera Didone, oltre al danno anche la beffa! Marco Filoni. ilvenerdì.

I sogni non saranno una realtà, ma ci fanno ugualmente amare e soffrire. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 10/9/2015