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 2015  settembre 10 Giovedì calendario

I PROFUGHI ACCOLTI CON I LIBRI

Berlino
I commenti su Frau Angela, Hexe, strega, o Mutti, mammina accogliente per i disperati che giungono dal Medio Oriente e dall’Africa, mi hanno ricordato assurdamente gli esercizi spirituali a cui ero obbligato sotto Pasqua al Gonzaga di Palermo. Mio padre e mia madre avrebbero preferito le scuole pubbliche, ma in quelle risparmiate dai bombardamenti si facevano i doppi e tripli turni. I gesuiti badavano alla formazione e l’indottrinamento religioso era formale. In teoria, chi mancava per tre volte di seguito alla messa domenicale veniva sospeso. Io per tre anni disertai due volte e mi presentavo alla terza. Non dissero mai nulla.
Per gli esercizi pasquali preferivano ingaggiare un esaltato predicatore domenicano. Ci esortava a diventare santi, ma a non cadere nel peccato della santità. In altre parole, come alle Olimpiadi, si doveva cercare di conquistare la medaglia della santità senza alcun fine, neanche quello di andare in Paradiso. Mi sembra di ricordare che lo guardassero ironicamente anche i miei gesuiti. Probabilmente, me lo immagino.
Ora, perché la Merkel e la sua Germania accolgono centinaia di migliaia di profughi? Per bontà o per il loro interesse, per avere braccia alla catena di montaggio, e per fare figli che tra una generazione paghino le pensioni dei vecchi e rimbambiti tedeschi? Anche se fosse, come si fa a essere solidali senza ricavarne un utile, che comunque ci sarà tra qualche anno? Angela si sceglie i profughi, a noi gli scarti, a lei gli eruditi e professionali siriani. Dovrebbe essere scontato capire che sono i siriani a scegliere la Germania, invece della più vicina Italia, dove mandano anche i laureati a raccogliere pomodori per pochi euro all’ora.
O, forse, la signora Angela è impazzita, come sospetta il politologo britannico Anthony Glees che sentenzia: «La Germania si comporta come un hippie buonista e drogato». Non ha proprio detto «buonista», ho sintetizzato la traduzione.
Per capire come si comportano i tedeschi servono i particolari, le notizie secondarie. Il servizio stampa della Buchmesse (la Fiera internazionale del libro) mi ha inviato un comunicato: «Bücher sagen Willkommen», i libri danno il benvenuto. La Fiera del libro di Francoforte, insieme con l’Associazione dei librai tedeschi, si preoccupa di accogliere i Flüchtlinge, i fuggiaschi.
Con le prime necessità, un tetto, cibo, vestiario, chi arriva riceve subito la possibilità di collegarsi via internet con i loro cari o conoscenti rimasti in Siria, ma molti resteranno a lungo e, per l’integrazione, anche la cultura diventa un bene di prima necessità. Quindi si invita a inviare qualche euro per finanziare la distribuzione di libri (in tedesco, in francese, in inglese) e creare centri di lettura e di apprendimento in tutte le città e i paesi e negli Heim, i luoghi di accoglienza temporanea. Lo faranno per vendere qualche copia in più e far fuori i fondi di magazzino?
È stato creato un team di esperti, al quale hanno chiamato a partecipare il professor Wassillios Fthenakis, che ha creato a Città del Capo le Reading and Learning Rooms, primo esempio di integrazione sociale attraverso l’apprendimento. Il primo centro, informa la Buchmesse, sarà aperto proprio a Francoforte, nel Gallus, cioè una zona centralissima, dove verranno impartite lezioni intensive di tedesco e dove sono stati accolti 30 minorenni giunti in Germania senza genitori. Sono sicuro che le Lesungen, le letture, non saranno noiose come i miei esercizi spirituali palermitani.
Dal 19 settembre, in tutte le librerie tedesche, sarà possibile versare gli aiuti in appositi box. I librai organizzeranno letture sul tema dell’esilio per i tedeschi, e altre letture per i profughi. Inoltre i librai metteranno a disposizione dei Flüchtlinge una scelta, curata per loro, di romanzi e saggi: «I libri sono la porta per l’apprendimento delle lingue e rendono possibile la comprensione reciproca». Quest’anno la Buchmesse si aprirà il 14 ottobre (fino al 18), l’ingresso nei giorni non riservati agli addetti ai lavori è caro, ma i nuovi venuti potranno entrare gratis. E nelle immense Halle troveranno per loro una zona speciale di accoglienza.
Non vorrei infierire, ma una simile iniziativa non sarebbe pensabile da noi, dove, leggo, gli analfabeti di ritorno sarebbero il 47% della popolazione. Un sesto dei fuggiaschi in Europa, non solo in Germania, ha alle spalle studi universitari.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 10/9/2015