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 2015  settembre 05 Sabato calendario

QUELLE POSE IMPIETOSE SPESSO INDOSSANDO TUTE PIGIAMA

Chissà se è vero che i 12esimi comincino le frasi sempre con un «secondo me...». Deformazione professionali, si potrebbe dire. Se non fosse che l’unica "deformazione" che questi professionisti rischiano davvero, sono i calli al sedere. Tutta colpa di quelle panchine che, per loro, sono una sorta di pied-à-terre, anzi di cul-de-sac. Un tempo erano scomode e di legno, oggi sono confortevolmente imbottite. Ma la sostanza non cambia. Poi, quando si lascia il pallone (ammesso che in carriera lo si sia mai toccato), il 12esimo-doc passa direttamente dalla panchina a bordo campo alla panchina a bordo fontanella, lì nei giardinetti sotto casa. Ma tra queste due fasi c’è un ulteriore momento fantozziano: la foto per l’album delle figurine Panini.
Non si sa perché, ma la "figu" del secondo portiere è quasi sempre tragicomica. In una immaginaria formazione da incubo i "magnifici 11" (in realtà 11 "dodicesimi"), a farla da padroni sono i portieri perennemente "a disposizione" degli anni ’70-’80. A nostro parere, la top 11 scende - eccezionalmente - in campo con Adriano Bardin (Vicenza), Adriano Reginato (Cagliari), Michelangelo Sulfaro (Roma), Giuseppe Porrino (Verona), Massimo Piloni (Juventus), Giancarlo Alessandrelli (Juventus), Claudio Bandoni (Sampdoria), Alberto Ginulfi (Roma), Franco Sattolo (Torino), Pier Luigi Pizzaballa (Milan), Nevio Favaro (Napoli); chiude la lista il secondo portiere della squadra dei secondi portieri: cioè Rosario Di Vincenzo (Sampdoria).
Oggi, per fortuna, la situazione è migliorata ma fino agli anni ’80 non era così: il 12esimo non svestiva mai la tuta. Neppure in occasione della foto destinata alla tiritera del celo-manca. Ma il peggio, esteticamente parlando, lo raggiungevano quei portieri di riserva che decidevano (o a cui era imposto dal fotografo Panini) di farsi immortalare simulando "vere" parate. Con risultati deprimenti. Come dimostrano, impietosamente, le figurine-figuracce dello juventino Massimo Piloni in presa "accovacciata", con sullo sfondo un muro pieno di muffa. Stessa scenografia "impreziosisce" un rachitico volo del romanista Michelangelo Sulfaro. Ma peggio fanno Giuseppe Porrino del Verona (intervento "da fermo" che gli scompiglia i capelli), Francesco Quintini della Roma (rilancia il pallone come se stesse giocando a bocce), Avelino Moriggi della Lazio (guardato con diffidenza perfino dal raccattapalle finito anche lui sulla figurina), Pier Luigi Pizzaballa (con lo sguardo terrorizzato, manco avesse visto il fantasma di Albertosi), Claudio Bandoni della Sampdoria (con alle mani guanti da montagna modello Ardito Desio).
Ma, "Paninamente" parlando, il preferito - il n°1 dei 12esimi meno fotogenici (o, se preferite, più fotofobici ) - resta Adriano Bardin del Vicenza: calzette nere (a mezzo polpaccio) con elastico allentato, scarpe da ginnastica slacciate e pantaloncini ascellari color marron (in realtà delle tragiche mutande adattate ad uso "sportivo"). Elegantissimo Bardin, non ti dimenticheremo mai.