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 2015  settembre 05 Sabato calendario

I MONUMENTS MEN CHE SFIDANO L’IS “SALVEREMO PALMIRA”

PARIGI.
Le tombe romane di Palmira sono state distrutte ma continueranno a esistere nella realtà virtuale. Almeno tre tombe dell’epoca romana, risalenti a un’epoca tra il 44 e il 103 dopo Cristo, sono state fatte saltare in aria nella città siriana patrimonio dell’Unesco.
In un messaggio alla popolazione di Palmira, l’Is ha annunciato che ci saranno altre demolizioni e che «qualsiasi cosa che venga adorata a parte Allah, verrà distrutta».
I jihadisti dell’Is continuano nella loro devastazione di tesori archeologici, ritenuti oggetto di “idolatria”. In Francia intanto è scattata una corsa contro il tempo e la furia degli integralisti per salvare il patrimonio archeologico dell’antica Mesopotamia. Il ministero della Cultura ha finanziato un nuovo progetto che dovrebbe digitalizzare i monumenti di Palmira, in modo da farli rinascere in 3D all’interno di un portale online che sarà accessibile a tutti: il mondo potrà così continuare a vedere quello che i fanatici dell’Is vogliono cancellare.
L’operazione si collega a quella già in corso delle università di Oxford e Harvard: entro il 2017 saranno raccolte circa 5 milioni di immagini.
Non solo. Il portale permetterà di lottare contro il contrabbando di reperti: si potranno confrontare le foto con eventuali oggetti o opere in vendita. François Hollande ha affidato a Jean-Luc Martinez, direttore e presidente del Louvre, una missione per cercare di fermare il traffico di “antichità del sangue”. Così come esistono i “diamanti del sangue”, estratti in conflitti di guerra, ora ci sono reperti archeologici che rischiano di essere trafugati e venduti in Occidente. L’Unesco ha stilato una lista di possibili antichità saccheggiate dall’Is in modo che collezionisti e musei siano avvertiti. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato una risoluzione nel marzo scorso per vietare il commercio di reperti archeologici da Iraq e Siria. Secondo la Cia, il contrabbando di antichità ha già fatto incassare all’Is tra 6 e 8 miliardi di dollari.
Dopo la conquista di Palmira, nel maggio scorso, e le ripetute devastazioni, Hollande ha chiesto al presidente del Louvre di trovare delle soluzioni per fermare il saccheggio. Martinez sta consultando esperti e archeologici e dovrebbe rendere pubblico il rapporto tra un mese. Tra le ipotesi anche la creazione di una squadra speciale per vigilare e proteggere il patrimonio dell’antica Mesopotamia, una pattuglia che fa pensare ai “Monuments Men” che dovevano recuperare i tesori trafugati dai nazisti, anche se in questo caso la guerra non è ancora finita.
Intanto anche il mondo dell’arte si sta muovendo. David Ghezelbash, responsabile dell’International Association of Dealers in Ancient Art, che rappresenta i più famosi mercanti di reperti archeologici al mondo, sarà tra qualche giorno a Parigi per una tavola rotonda organizzata dalla casa d’aste Drouot. Titolo dell’incontro: «La regolamentazione della provenienza degli oggetti archeologici». Uno dei più famosi collezionisti di archeologia, Jean-Claude Gandur, ha confessato al Journal du Dimanche di aver visto sui nuovi cataloghi delle case d’aste molti nuovi piccoli reperti che arrivano dalla Mesopotamia: statuine e bassorilievi di cui non c’è certificato di provenienza.
Anais Ginori, la Repubblica 5/9/2015