Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 05 Sabato calendario

COSÌ ENEL DÀ LA SCOSSA ALL’ITALIA

[Intervista a Francesco Starace] –
Lo shock sul mercato energetico c’è stato, ma Enel non s’è fatta trovare impreparata. Parola di Francesco Starace, che in questa intervista esclusiva a Class-Cnbc, a margine del Forum- Ambrosetti, spiega come la strategia di Enel abbia lo sguardo «lungo», seguendo pianificazioni a cinque-dieci anni, senza farsi condizionare dall’emotività del momento. «Certo, la volatilità non è finita.
Siamo in un periodo in cui piuttosto che scelte complessive e assolute, che possono magari rivelarsi nel tempo sbagliate, servono tante microdecisioni, reattive e veloci. Ma lo sapevamo e ci siamo preparati».
Domanda. Un cambio di strategia che si è riflesso nella nuova organizzazione?
Risposta. Ne è stato il presupposto. Vede, il mondo rimarrà volatile, turbolento e imprevedibile ancora per un bel po’. In qualche modo può essere anche divertente, certo non ci consentirà di rilassarci, Dovremo stare costantemente in guardia per continuare a cambiare.
D. A novembre ripresenterete il piano industriale. Come pensate di arrivare a questo appuntamento?
R. Intanto ci arriveremo avendo già chiuso un bel semestre e a novembre avremo pure una chiara visione del risultato complessivo dell’anno. Ci arriveremo con la sicurezza di aver fatto nel 2015 tutto quello che avevamo programmato di fare e forse anche qualcosina in più.
Avremo completato la cessione di Slovenske Elektrarne e altre operazioni del genere, ma ci saranno anche delle novità. Ci sarà ancora più tecnologia, ancora più reti e digitalizzazione. Tutto ciò che era stato già delineato e che metteremo ancora meglio a fuoco.
D. Quali sono i capitoli più importanti di qui in avanti?
R. Certamente la semplificazione societaria in America Latina, che è fondamentale per poi mettere mano in maniera più ordinata sia alla gestione sia alla crescita successiva. Poi la dismissione di alcuni asset che, per così dire, devono in qualche modo trovare la loro strada. E poi c’è il capitolo della crescita diversificata: rinnovabili, reti e molta tecnologia. Questi saranno i punti all’ordine del giorno.
D. Le rinnovabili, appunto. Avete appena annunciato importanti operazioni di Enel Green Power in America Latina, in particolare in Brasile. Che spazio avranno le energie verdi nel nuovo piano?
R. Avevamo già annunciato che nei cinque anni del piano gli investimenti destinati alle rinnovabili, tendenzialmente, sarebbero stati il 49% del totale.
Questa percentuale sarà mantenuta, se non addirittura aumentata. C’è una grandissima sete di energie rinnovabili in tutto il mondo: l’America Latina è importante ma l’Africa sta entrando prepotentemente nel nostro scenario strategico e parleremo anche di altri Paesi. Probabilmente già durante la call di novembre.
D. Enel sarà sempre più internazionale nei prossimi anni, oppure tornerà a concentrare il suo perimetro in alcune aree specifiche?
D. Diciamo che più internazionale di così è difficile. Aggiungeremo alcune aree del mondo dove ancora non siamo presenti e usciremo da qualche altro mercato. C’è un movimento in corso. Confermeremo grande attenzione agli investimenti in tecnologia e al miglioramento delle prestazioni nei Paesi di provenienza. Italia e Spagna saranno i due mercati cardine nei quali investiremo, per esempio, nelle reti digitali. Sarà un cambiamento forte quello che passerà attraverso la nuova generazione dei contatori. Partiremo dall’Italia, ma poi esporteremo questa innovazione anche altrove.
D. Innovazione è anche la banda larga per le tlc. Ci state lavorando?
R. Abbiamo contatti con tutti gli operatori attivi in Italia e stiamo portando avanti con loro un’attività molto puntuale e dettagliata di verifica sul campo in diverse città italiane, per quantificare quanto si potrebbe risparmiare utilizzando le nostre infrastrutture in aggiunta a quelle già esistenti. A fine settembre avremo completato questo lavoro e potremo stimare gli investimenti necessari e i benefici che si otterrebbero operando insieme. D’allora in avanti definiremo gli schemi di cooperazione con chi sarà interessato.
D. La banda larga è un grandissimo business, sarà incluso nel piano industriale?
R. Il vantaggio dei piani industriali è che vengono presentati ogni anno e c’è sempre qualche elemento nuovo da inserire. Quanto alla banda larga, se ce la faremo, potremmo inserirla già a novembre, ma non sono sicuro che per quella data ci sarà un progetto già sufficientemente definito.
D. Restando all’ Italia, nel complesso c’è una sovracapacità di produzione, mentre la domanda è ancora debole. Affronterete questa situazione con nuove misure, dopo quelle, importanti, che avete già adottato per alcune vecchie centrali?
R. Abbiamo annunciato la dismissione di 13 mila Megawatt e siamo già a 10.500, quindi chiuderemo questo capitolo in tempi brevi. È partito un piano di riconversione che ha messo insieme idee imprenditoriali molto diversificate e anche una grande creatività. Per quanto ci riguarda è stata un’esperienza importante, innovativa. Anche altri operatori dell’energia elettrica, qui in Italia, hanno in mente operazioni simili o cercano comunque delle alternative. Noi con quei 13.500 Mw, che corrispondono a 23 centrali, cioè circa la meta di quelle che abbiamo, pensiamo di aver fatto la nostra parte.
D. Dal fronte della domanda, che è un indicatore importante dell’andamento dell’economia, che segnali arrivano?
R. I segnali sono positivi perché quest’estate ha fatto molto caldo e quindi la domanda ha raggiunto punte record. Al netto dell’effetto meteorologico non c’è stata una crescita, ma neanche una diminuzione. Abbiamo riscontrato, quindi, una stabilità che fa intravedere, comunque, un’inversione di tendenza. Finora il grafico è stato sempre in discesa, sembra che sia stato raggiunto il punto più basso, quindi credo che vedremo segnali di rimbalzo della domanda già dai prossimi mesi, sempre al netto degli effetti meteorologici.
D. Dal sondaggio che si fa tradizionalmente tra i partecipanti al meeting di Cernobbio, l’élite dell’industria italiana, emerge stavolta una crescente percentuale di ottimisti. Alla domanda se investiranno e assumeranno di più nei prossimi mesi la risposta è stata largamente positiva. Che impressione le fa questo risultato?
R. Un’impressione molto buona. C’è chiaramente un cambiamento in atto nell’economia. I numeri indicano chiaramente una ripresa. Più importante ancora, se vogliamo, o almeno importante in egual misura, è il sentiment degli operatori, finalmente cambiato. Questa di Cernobbio è tradizionalmente una platea conservativa. Anche solo l’anno scorso l’umore volgeva al grigio, tendente più al depresso. Quest’anno non è così.
D. A proposito di sentiment, il vostro titolo dopo i minimi dell’estate 2013 ha ripreso a crescere. C’è stato un forte recupero. Ma in questi ultimi mesi l’azione Enel ha subito i contraccolpi dell’ondata negativa sui titoli dell’energia. Come ci sembra che vi valuti il mercato?
R. Anche la Cina, con la svalutazione dello yuan e il crollo delle borse, ha avuto un forte impatto negativo. Dovremmo perciò ragionare sui valori in borsa prima dell’effetto cinese, quando il titolo Enel era ben posizionato. Ora bisogna aspettare che tutte queste tensioni, che continuano a rimbalzare in giro per il mondo, trovino il loro sfogo. Il titolo Enel nel tempo ha sempre dato un buon ritorno agli investitori, sia in termini di dividendo che di apprezzamento dell’azione. Già nei prossimi sei mesi penso si capirà con maggiore chiarezza che c’è un valore nel titolo che oggi non è ancora apprezzato. Lo abbiamo detto circa sei mesi fa che ci sarebbe voluto più o meno un anno, e quello resta il nostro orizzonte temporale.
D. Visto come sono andati i primi sei mesi e avendo già una visione abbastanza chiara sulla parte finale dell’anno, ci saranno novità sulla cedola?
R. Abbiamo detto e confermiamo che avremmo distribuito un dividendo con un minimo garantito nel 2015 e altrettanto avremmo fatto nel 2016. Si tratta rispettivamente di 16 e di 18 centesimi di euro per azione. Per quest’anno non vediamo motivi di preoccupazione. Per il prossimo anno potrebbero esserci addirittura delle novità positive.
D. Se dovesse lanciare un messaggio agli investitori, quale sarebbe?
R. È il momento buono per comprare le nostre azioni
D. Ha un messaggio altrettanto chiaro anche per il governo, per l’azionista pubblico?
R. Il messaggio che ho dato agli altri azionisti vale tanto più per il socio pubblico. Il governo in particolare deve procedere sulla strada che ha già intrapreso, quella delle riforme. È il migliore augurio che posso fargli. In questo modo l’economia continuerà a risalire e il sentiment a girare in positivo. Chiaramente un’azienda come la nostra lavora bene se c’è domanda elettrica, e queste c’è se l’attività economica è forte. Quindi ci auguriamo che il governo continui così, senza esitazioni e scrupoli nel portare avanti partite vitali per la crescita italiana.
D. Class Cnbc per i suoi quindici anni ha lanciato un sondaggio per capire quale sarà, secondo gli operatori di ciascun settore, il principale elemento di cambiamento dei prossimi 15 anni. Nel caso dell’energia?
R. In assoluto la tecnologia.
Andrea Cabrini, MilanoFinanza 5/9/2015