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 2015  settembre 03 Giovedì calendario

Un bicchiere di gin con un raggio di luna. Così il Martini piaceva al grande Buñuel». Parola di Raffaele La Capria

Un bicchiere di gin con un raggio di luna. Così il Martini piaceva al grande Buñuel». Parola di Raffaele La Capria. Che aggiunge: «Per Buñuel il posto migliore dove stare è la tomba. Salvo uscire di tanto in tanto per sfogliare il giornale bevendo un Martini molto dry». Sono stralci di conversazioni tra La Capria e Umberto Silva, intrecciate ogni domenica mattina in un bar di Roma e raccolte ora in un delizioso piccolo volume, intitolato Al bar, edito da Nottetempo. Sessantadue paginette giocose, con molti spazi. Si possono leggere tutte nel breve tempo di una sosta ai tavolini di un caffè. Si avrà l’impressione di avere ospiti i due autori, che sorseggiano Martini e Crodini. E intanto parlano di Rimbaud che colorava le vocali: «A noir, E blanc, I rouge….». Di Giuliano Briganti che divideva la storia dell’arte in due grandi ere: «ante Demoiselles e post Demoiselles». Ricordano Ruggero Guarini che prese sottobraccio Emanuele Trevi, traendolo in disparte. «Ti devo dire una cosa», gli disse come una segreta confidenza, «tu mi sei antipatico». E Trevi che rise, trovando Guarini molto simpatico. Ricordano Peppino Patroni Griffi, le sue ultime parole mentre stava morendo: «Ce ne andiamo al ristorante e ordiniamo tortellini in brodo». E Goethe, che invece nel momento estremo chiese «più luce». Recitano versi del Tasso e hanno nostalgia dei tempi in cui i cavalli piangevano, come quelli di Achille nell’Iliade per la morte di Patroclo. Recitano anche i versi di un anonimo napoletano: «Strunzo, che attorcigliato ‘miezz a’ na via, stai…», ricordando che sessant’anni fa la recitava a Ischia Chester Kallman al suo amante, il poeta Auden. Rievocano la grandezza di Tolstoj per come in Guerra e Pace ci fa vedere Napoleone che assiste alla battaglia di Borodino: seduto su una sedia e con il raffreddore. Estasiati per l’idea del raffreddore. Lauretta Colonnelli