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 2015  settembre 04 Venerdì calendario

FINISCE IN MANETTE L’IMPIEGATA OBIETTRICE CHE RIFIUTAVA LICENZE PER LE NOZZE GAY

Interpretazioni contrapposte e viscerali dell’intersezione tra libertà religiose e diritti civili delle coppie gay, l’endemica tendenza americana a ricorrere alle manette con una certa facilità e la ghiotta opportunità mediatica intravista dalle reti tv che hanno trasformato gli uffici comunali di una sperduta cittadina del Kentucky, Ashland, nel palcoscenico di una disputa politica da teletrasmettere in tutti gli Stati Uniti. C’è un po’ di tutto questo nell’arresto, ieri, di Kim Davis, l’impiegata della contea di Rowan che per settimane si è rifiutata di rilasciare licenze matrimoniali alle coppie gay, nonostante la sentenza della Corte Suprema che ha esteso a tutti gli Stati Uniti il diritto degli omosessuali di formalizzare le loro unioni. A loro la Davis, una cristiana apostolica, ha opposto il suo diritto all’obiezione per motivi religiosi: «Emettere licenze matrimoniali con la mia firma è per me impossibile» ha obiettato la funzionaria comunale. Quattro coppie gay, dopo averla rimproverata davanti alle telecamere di non adempiere ai suoi doveri d’ufficio per i quali è pagata da tutti i contribuenti, omosessuali compresi, l’hanno denunciata. Ma non volevano di certo mandarla in galera. E i politici locali, temendo l’accusa di persecuzioni contro i cristiani integralisti, si erano messi a cercare una soluzione di compromesso che consentisse di formalizzare le unioni gay senza passare per la Davis. Ma il Parlamento del Kentucky è ancora in pausa estiva. Il giudice distrettuale David Bunning ha ritenuto che non si potesse aspettare più a lungo: «L’idea dell’esistenza di norme naturali che consentono di ignorare le leggi dello Stato e l’autorità dei tribunali rappresenta un pericoloso precedente per il nostro Paese», ha sostenuto il magistrato nello spiegare la sua azione. Ma l’effetto sarà quello voluto dal giudice? C’è da dubitarne, a giudicare dalle reazioni di diversi candidati repubblicani alla Casa Bianca, da Rand Paul a Mike Huckabee che hanno preso le difese della Davis trasformando questa oscura impiegata in un’eroina delle libertà religiose. Poco credibile, obietta chi non ammette deroghe alla legge su base religiosa, visto che questa cristiana integralista ha alle spalle ben tre divorzi.