E. Sc., Il Sole 24 Ore 3/9/2015, 3 settembre 2015
PROSECCO
L’ultimo distretto italiano venuto alla luce è quello del Prosecco. In meno di dieci anni , su 26mila ettari tra Veneto e Friuli, è nata “un’industria” con una filiera di migliaia di piccole aziende e un fatturato (è una stima) di 1,5-1,8 miliardi (di cui il 60% all’export) . Peraltro è un’industria anomala per questa Italia che cresce dello zero virgola. Da quando è nato il Prosecco è cresciuto mediamente a due cifre e più recentemente del 20% l’anno, ma, il fatto ancora più strano, è che cresce anche nel Belpaese dove i consumi languono da anni. Nel 2013 il numero di bottiglie del Prosecco (Doc, Docg e Asolo) ha superato quello dello Champagne (340 milioni). Il Prosecco è un vino leggero, da bere tutto il giorno e che piace anche alle donne. Inoltre ha un rapporto prezzo-qualità molto conveniente. Quest’anno per stare dietro alla domanda, in particolare sul mercato inglese e americano, dovrà crescere ancora del 20%, ma una vendemmia particolarmente generosa potrebbe coprire anche un balzo del 30%. Gianluca Bisol, imprenditore di Valdobbiadene, prevede che il Prosecco taglierà il traguardo del miliardo di bottiglie in 15 anni. Ma qui siamo già troppo avanti.