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 2015  settembre 03 Giovedì calendario

QUEI VIAGGI CHE IN QUINDICI ANNI HANNO INGHIOTTITO 124 PERSONE

Laura Stuardo è l’unica donna che è tornata dai misteri del mare per dire che cosa era davvero successo la sera in cui il suo corpo era sparito nelle acque gelide e tenebrose dei fiordi durante la «elegante e incantevole» crociera della Costa Fortuna. Si è risvegliata dal sonno del coma nel suo letto della clinica di Bergen, Norvegia, e ha detto: «Non volevo uccidermi. Mi ha buttata». La polizia aveva già archiviato il suo terribile volo di oltre trenta metri, dal balconcino della camera, tra i faldoni dei più banali incidenti. Ma se Laura Stuardo, 53 anni, da Torino, in vacanza con un amico, ha potuto tornare alla vita per svelare che qualcuno voleva ucciderla, altri 124 uomini e donne sono scomparsi dal 2000 nelle esotiche e accoglienti crociere di tutto il mondo su lussuosi transatlantici dalle atmosfere antiche, lasciando invece i loro misteri sigillati nelle polverose carte dei casi irrisolti. Mike Coriam, da Chester, il papà della splendida Rebecca Coriam, sparita nel nulla in una notte del 22 marzo in cui tutti facevano festa sulla Disney Wonder in viaggio da Los Angeles alle coste del Messico, è da sei mesi che lotta disperatamente contro questi silenzi, per tutte le vittime senza verità delle crociere.
Assieme alla moglie Ann Coriam, qualche giorno fa Mike è andato addirittura a fare il giro dei ministeri inglesi per chiedere leggi più severe, che tutelino «i cittadini del mondo dai crimini del mare». Perché la realtà è molto diversa da quella raccontata nei gialli di Agatha Christie. Il papà di Rebecca spiega che sua figlia era stata assunta come animatrice dei bambini, ed era una ragazza di 24 anni allegra e felice: «La gente sulle navi da crociera si sente cullata in un falso senso di sicurezza perché sono luoghi meravigliosi e pieni di turisti. Ma sono centinaia le persone scomparse senza che nessuno scopra la verità. Non c’è polizia, e il diritto è limitato. Mentre le compagnie forse non vogliano indagare per timore di cattiva pubblicità». I testimoni hanno raccontato di una lite con un suo amico, ma il suo caso è stato archiviato lo stesso come un suicidio, nonostante il suo corpo non sia mai stato ritrovato. Come quelli di due giovani passeggeri australiani, lui di 30 anni e lei di 27, scomparsi senza un perché a bordo della Carnival Corp nel maggio del 2013: non esiste neppure una data precisa perché nessuno se n’era mai accorto. Il corpo di Federico Trivellin, 28 anni, secondo ufficiale di macchina sulla nave da crociera Costa Atlantica, invece è stato ritrovato all’alba del 17 settembre del 2014, e non importa se nessuno crede alla versione ufficiale, che è poi sempre la solita: suicidio o incidente. Ma Federico era appena stato promosso, era un giovane felice e sereno, come hanno raccontato i suoi familiari, escludendo «nel modo più assoluto che lui possa aver pensato di togliersi la vita». E, dall’altra parte, è mai credibile che un marinaio esperto cada in mare dalla propria nave e affoghi?
Fra tutti questi misteri ci sono altri casi ancora più inspiegabili, come quello di Merrian Carver, 40 anni, che scompare durante una crociera in Alaska dal secondo giorno di navigazione senza che nessuno se ne accorga mai. Quando il viaggio finisce, la cabina viene ripulita e gli oggetti personali pure gettati via. La famiglia impiegherà più di un mese per avere solo la conferma che Marrien era effettivamente salita su quella nave e che non ne era mai scesa. Ma nessuno gli dirà perché questo fosse successo. La stessa sorte toccata a George A. Smith, durante la sua luna di miele nel Mediterraneo, sparito nel nulla dopo una lite ascoltata da alcuni testimoni e dalla moglie, senza che questo costringesse almeno il transatlantico a interrompere il viaggio. O ad Amy Linn Bradley, uscita dalla cabina solo per fumare una sigaretta, «con il mare calmo e senza vento», prima di scomparire. Laura Stuardo stava per fare una fine così. Era caduta dal balconcino della sua camera di prima classe, chiusa con le chiavi che avevano solo lei e il suo compagno, e un video l’aveva ripresa mentre cercava disperatamente di aggrapparsi. Era precipitata di schiena, come non capita se ci si vuole buttare. E qualcuno aveva pure confessato di aver sentito una lite poco prima. Resterebbe da chiedersi come fosse possibile pensare a un suicidio. Ma anche questo, forse, fa parte dei misteri del mare.