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 2015  settembre 02 Mercoledì calendario

“PER IL MONTE NON C’È LA FILA” MA LA VENDITA È SOLO RIMANDATA

«Sembra non esserci la fila di pretendenti» per rilevare il controllo di Monte dei Paschi. Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps. dà voce a quello che nell’ambiente finanziario è noto da tempo. Compratori veri per l’istituto senese non ce ne sono, né in Italia né dall’estero. Per questo, aveva iniziato a circolare l’indiscrezione di una ipotesi «stand alone»: un Monte dei Paschi che a dispetto dei tassativi richiami della Bce potesse andare avanti da sola. Magari presentando a Francoforte un piano «alternativo» per dimostrare la sostenibilità di una simile opzione, superata la data del 27 luglio indicata da Mario Draghi come limite per svolgere i compiti a casa assegnati dalla vigilanza europea all’istituto guidato da Fabrizio Viola.
In realtà, secondo quanto ricostruito, nella tabella di marcia dell’istituto di Rocca Salimbeni – imposta dalla Bce – non cambia assolutamente nulla. E l’appuntamento con il matrimonio è solo rimandato.
A quando? Difficile dirlo. Di certo non prima del risultato degli Srep, i nuovi test che la Banca centrale europea condurrà sulla solidità del sistema bancario continentale. Che serviranno ai potenziali (eventuali) acquirenti per valutare non solo la situazione aggiornata della banca senese ma anche la propria per sostenere una simile operazione comunque onerosa. Di certo, a Siena, la suggestione di un Monte che continua da solo per la sua strada era piaciuta a molti. Ma al momento non se ne parla proprio. «Venderei fumo se dicessi di essere a conoscenza di informazioni dirette», ha spiegato Clarich invitando ad essere realisti: «Non possiamo condizionare un processo che avviene in un contesto diverso rispetto a qualche anno fa di mercato unico e vigilanza europea». Una constatazione, quella di Clarich, dettata anche dal peso della Fondazione nel capitale azionario della banca (1,49%) che relega l’ente al ruolo di «socio né determinante, né irrilevante, in una zona intermedia» e «di rappresentanza del collegamento, seppur labile, come un filo esile, tra banca e territorio senese». L’auspicio di Clarich è comunque quello che la banca torni alla redditività il prima possibile, «magari l’anno prossimo» ma rivelando che «non possiamo essere eccessivamente ottimisti».
Intanto per Siena la prossima scadenza è quella del 15 settembre. Quando l’assemblea dei soci sarà chiamata ad approvare l’arrivo di Massimo Tononi alla presidenza.
g. pao., la Repubblica 2/9/2015