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 2015  settembre 01 Martedì calendario

SCHIANTO IN PORSCHE, MUORE SALINI

Uno schianto fortissimo contro un albero e la Porsche che in pochi istanti è ridotta a un cumulo di lamiere. Un’auto di lusso che in una manciata di secondi si accortoccia come un foglio di carta e stritola l’uomo al volante. Ha perso la vita così, la scorsa notte l’ingegnere Claudio Salini, il fondatore e amministratore delegato del Gruppo ICS Grandi Lavori spa, che nel 2014 subì un tentativo di sequestro da parte di una gang casertana.
Erano le 23 quando Claudio Salini, 46 anni – cugino più giovane dell’ad di Salini Impregilo, Pietro Salini – stava percorrendo, a velocità sostenuta, la corsia centrale di via Cristoforo Colombo, in direzione del Grande raccordo anulare, quando all’altezza di via Giustiniano Imperatore ha perso il controllo della macchina ed è finito sullo spartitraffico centrando il tronco di un albero. Un dosso sulla strada, l’asfalto rialzato per via delle radici, potrebbe essere la causa dello schianto.
Fatto sta che i vigili del fuoco hanno dovuto segare la carrozzeria della Porsche, da poco immatricolata, per tirare fuori l’uomo dalle lamiere. Le sue condizioni sono apparse subito disperate, tanto che l’imprenditore, in vita quando è stato soccorso, è deceduto poco dopo durante la corsa in ospedale.
Le indagini puntano a ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente. L’unica certezza, al momento, è che l’auto viaggiasse ad alta velocità. Ma i vigili urbani intervenuti stanno lavorando anche per accertare le condizioni del manto stradale e se ci qualche avvallamento possa aver fatto perdere aderenza alle ruote, anche se al momento non sembrerebbero emergere anomalie particolari.
Il drammatico schianto ha paralizzato per diverse ore il traffico sulla corsia centrale: il flusso delle auto è stato deviato dalla polizia municipale sulla laterale. «È un tratto di strada in cui non è la prima volta che le macchine perdono il controllo», ha spiegato una signora che appena una settimana fa ha avuto un incidente stradale proprio lì. La morte improvvisa dell’imprenditore ha lasciato shock nei suoi conoscenti.
I 500 dipendenti, in un messaggio di condoglianze alla famiglia, hanno espresso un «costernato e profondo dolore per l’improvvisa perdita di un uomo straordinario e di un professionista molto amato e stimato, che in oltre 10 anni di attività è stato protagonista della nascita, crescita e dello sviluppo di tutto il Gruppo». «Era il punto di riferimento di tutto il Gruppo, costruendo in dieci anni una solida azienda, leader nel mercato delle Grandi Opere Infrastrutturali», aggiungono i dipendenti.
Federica Angeli, la Repubblica 1/9/2015

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INGEGNO E DISSIDI DI UNA TESTA CALDA NELLA DINASTY DI COSTRUTTORI DOC –
Claudio Salini, imprenditore e padre, è scomparso domenica notte in un tragico incidente d’auto. L’ingegnere di 46 anni era l’ultimo figlio della nota dinasty di costruttori romani, e per tirare una linea di demarcazione si era messo in proprio distaccandosi da fratelli e cugini e fondando, ormai dieci anni fa, una sua impresa nel settore, costruendo una sua propria “famiglia” con i 500 dipendenti della sua azienda.
Il gruppo di costruzioni romano venne fondato dal nonno Pietro che, da impiegato presso l’Istituto nazionale per le case dei dipendenti dello Stato, si trasforma nel ‘36 in imprenditore, ottenendo dal Duce la commessa per uno stadio da centomila posti. Lo zio Simonpietro (classe 1932) e il padre Franco (1936) portano avanti l’azienda di costruzioni che inizia a sfaldarsi alla terza generazione, come capita in tutti i gruppi a conduzione familiare. Pietro, primo di dieci figli di Simonpietro, si distingue subito per carattere, ambizione e autorevolezza e nel 2002 cambia la governance e lo statuto del gruppo Salini spa, una mossa che porta Claudio a litigare con zio e cugino, ma anche con suo padre Franco e i suoi tre fratelli.
E così l’imprenditore, che come tutta la famiglia Salini ama farsi da solo, decide di mettersi in proprio rilevando nel 2005 il ramo di azienda delle costruzioni, la Castelli spa, che quindi prende il nome di Claudio Salini spa. Nel frattempo il Gruppo Salini rileva la rivale Todini e tira la volata all’Impregilo, il cui controllo si è rinsaldato nel sotto il gruppo Gavio.
Claudio, ancora una volta si trova in contrasto con il cugino Pietro, e pubblicamente si schiera a favore di Beniamino Gavio, che di Impregilo controlla il 29,9%. Ma nel luglio 2012, Pietro Salini che attraverso la Salini Group ha rastrellato in Borsa la stessa quota di azioni di Gavio, conquista il controllo di Impregilo e l’anno dopo si fa promotore di un’Opa che porta alla fusione tra le due aziende e alla nascita del campione nazionale delle costruzioni facendo ancora più grande il nome della famiglia di costruttori.
I dissidi con il cugino Pietro proseguono anche nelle aule di tribunale, e alla fine Claudio deve capitolare anche su questo fronte, perché il giudice gli impedisce di usare il cognome nell’azienda di costruzioni da lui fondata. E così l’imprenditore ribattezza la Claudio Salini spa, in Ics Group spa, ovvero la crasi di Ingegner Claudio Salini.
Chi lo ha conosciuto parla oggi di lui come di un uomo dinamico, solare e appassionato, sia sul lavoro che a casa. Gli uffici di Milano e di Roma sono tappezzati delle foto delle figlie Clio e Gea. Peraltro nonostante l’azienda avesse raggiunto dimensioni considerevoli – con un portafoglio lavori di ben 700 milioni – in questo momento di mercato duro per le grandi opere, anche la Igc stava attraversando una fase delicata, nonostante abbia vinto importanti appalti tra cui quello della cosiddetta “piastra” per i parcheggi a Roma Termni tuttora in corso. Gli amici ricordano che le auto sportive erano una delle passioni di Claudio.
«Sono sconvolto per la scomparsa di Claudio a causa di un banale incidente– commenta il cugino Pietro Salini, presidente e ad di Salini Impregilo – lascia due figlie e in queste occasioni le parole non sono mai abbastanza».
Sara Bennewitz, la Repubblica 1/9/2015