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 2015  settembre 01 Martedì calendario

STOP DI BERLUSCONI ALLA LEGA “NIENTE TICKET CON SALVINI IN CAMBIO VUOLE MILANO”

ROMA. Battere un colpo per non finire stritolati dal Carroccio. «Siamo inchiodati al 10% - ammette sconsolato Silvio Berlusconi, riunendo lo stato maggiore del partito in Sardegna - Renzi perde voti, ma li guadagna Salvini. E noi? Sempre lì, dicono i sondaggi». L’emorragia di consensi, certificata già dalle scorse amministrative, allarma l’ex Cavaliere. Non che le sorti di Forza Italia siano in cima ai suoi pensieri, ma tenere in piedi una struttura dignitosa serve a garantire meglio i suoi interessi. Per questo l’anziano leader chiede al partito di lanciare una campagna d’autunno contro la Lega. Nessuna rottura definitiva, ma un’intensa guerriglia mediatica per evitare l’estinzione. E strappare ai padani alcune delle candidature alla guida delle grandi città chiamate alle urne nel 2016. «E Milano - reclama Berlusconi spetta a noi».
A voler essere realisti, bisogna fare i conti con una realtà poco esaltante. Berlusconi continua a disertare la scena pubblica, mentre Salvini ha ripreso a punzecchiarlo con insistenza. Non gli basta aver messo all’angolo Forza Italia, vuole stravincere. E il leader non può restare immobile a subire i colpi dell’alleato. Per questo gli azzurri si opporranno alla serrata di tre giorni promossa dalla Lega per bloccare l’Italia. E per la stessa ragione vareranno un tavolo - guidato da Giovanni Toti - che avrà il compito di individuare le migliori candidature in vista delle amministrative. Da Milano a Torino, passando per Napoli, FI lancerà propri uomini nell’arena. Poi toccherà a Berlusconi trattare con il numero uno del Carroccio. Per il capoluogo lombardo circola da tempo il nome di Paolo Del Debbio, ospite non a caso alla festa del Giornale il prossimo undici settembre. «Di certo – chiarisce Paolo Romani – non possiamo accettare che gli alleati dettino i propri candidati senza discuterne con noi». Stesso discorso per un eventuale ticket Berlusconi-Salvini: «Prima – assicura il capogruppo – dobbiamo avviare il cantiere del centrodestra ».
Martellare il Carroccio sarà compito dei vertici azzurri. Berlusconi non ha voglia di spendersi troppo, invece. A villa Certosa l’estate è trascorsa senza grandi emozioni. Qualche vecchio amico come ospite, una serata con Francesca Pascale allo Smaila’s (divertente, non fosse stato per quel salatissimo conto da seimila euro) e poca, pochissima politica. E il copione non cambierà nelle prossime settimane, perché il leader non scommette su un capitombolo del governo. «Sono anche disposto a incontrare Renzi, ma penso che abbia i numeri per approvare le riforme - assicura ai capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, e alla portavoce Deborah Bergamini - quindi dobbiamo distinguerci e votare contro ». E se invece Palazzo Madama dovesse riservare sorprese inattese? Solo allora Forza Italia sarebbe pronta a sostenere il ddl Boschi: «Perché noi - ripete - dobbiamo evitare le elezioni anticipate. Ma a quel punto il nostro aiuto sarà a caro prezzo». Un ritocco sostanziale all’Italicum, elenca Berlusconi, e forse anche la richiesta di un improbabile governo di unità nazionale. Sarebbe l’ennesima giravolta, soprattutto se si considera che i falchi sparano senza sosta contro Palazzo Chigi. Il solito Mattinale, per dire, dipingeva ieri Renzi come un golpista e invocava una santa alleanza con la minoranza del Pd per affossare il premier.
Comunque vada, sarà un’impresa restituire a Forza Italia la centralità perduta. Sempre più spesso, invece, si respira un clima da fine impero. E Berlusconi lascia libero sfogo alla fantasia. Come ieri, quando assieme a Brunetta, Toti e Romani si è divertito a condurre le golf-car elettriche nell’immenso giardino della sua villa. Così grande da costringere la sorveglianza - che tutto controlla attraverso il circuito interno delle telecamere- a indicare con la radiolina la retta via agli ospiti. Fino al gran finale, nel cuore della Certosa: dieci minuti di autoscontro con macchinine nuove di zecca. Berlusconi contro Brunetta, Toti contro Romani. Come al luna park.
Tommaso Ciriaco, la Repubblica 1/9/2015