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 2015  settembre 01 Martedì calendario

CINA, IL FISCAL CLIFF ALL’ORIGINE DELLA CRISI

Pechino
La decisione dello State Council cinese di porre un tetto al debito di province e delle municipalità, che tra il 2013 e il 2014 è aumentato del 40%, non deve stupire gli investitori. Un Fiscal Cliff alla cinese esiste infatti ormai da un anno, sebbene sia stato implementato da poco, ed è alla base della forte frenata degli investimenti che ha notevolmente appesantito l’espansione dell’economia del Paese asiatico. È vero quindi che la Camera legislativa ha stabilito che il debito delle province locali a fine anno non potrà superare quota 16 mila miliardi di yuan (circa 250 miliardi di dollari), ma è altrettanto vero che alle banche già nella Finanziaria 2014 era stato proibito di prestare soldi agli enti locali sia direttamente che attraverso veicoli societari ad hoc.
Questi ultimi potevano solamente emettere bond per percentuali molto basse oppure avviare progetti di project financing, molto difficili da implementare ovunque, in particolar modo in Cina. «È proprio lo stop imposto alle banche nel prestito di denaro agli enti locali che in questo momento si sta rivelando una vera e propria mannaia e sta avendo un impatto molto forte sui mercati», dichiara Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia. «Le province si trovano di fronte a una situazione drammatica, a causa soprattutto dei minori introiti incassati dalla vendita di terreni a causa del crollo del settore immobiliare, comparto che rappresentava il 40% delle loro entrate». C’è poi l’impossibilità di indebitarsi con il sistema bancario. «Molti investimenti», prosegue Forchielli, «sono stati lasciati a metà e ciò crea un effetto perverso, dal momento che i governatori e i sindaci sono stati così privati delle principali leve finanziarie e il potere decisionale in merito agli investimenti è stato accentrato a Pechino». Si è trattato dunque di una manovra anche politica, oltre che finanziaria, tenendo conto che la Cina è storicamente è contraddistinta da cicli di accentramento e di decentramento di potere. «L’attuale fase è di accentramento, propedeutico al varo di importanti riforme, a partire da quelle relative alla lotta alla corruzione, e ciò ha depresso il morale di tutto l’apparato amministrativo locale», conclude il presidente di Osservatorio Asia e fondatore di Mandarin Capital Partners.
Mariangela Pira, MilanoFinanza 1/9/2015