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 2015  settembre 01 Martedì calendario

Pellegrini per Sette - Per il Giubileo straordinario della misericordia (dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016) il Censis fa sapere che arriveranno a Roma 33 milioni di turisti e pellegrini

Pellegrini per Sette - Per il Giubileo straordinario della misericordia (dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016) il Censis fa sapere che arriveranno a Roma 33 milioni di turisti e pellegrini. Erano stati 25 milioni per il Giubileo del 2000. Il termine “peregrinus” deriva da “per agros” e indica gli individui che percorrono il territorio esterno alla città. Il pellegrino ha bisogno di protezione giuridica, di ospitalità e di cibo. Fin dall’Alto Medioevo era compreso fra le categorie deboli, i “pauperes”, gli infermi, i bisognosi di tutela e aiuto. “Tenere la destra” fu una delle indicazioni nate col primo giubileo (1300) per disciplinare il transito dei pellegrini sul ponte di fronte a San Pietro. A Roma c’erano speciali guide incaricate di condurre i pellegrini ai diversi santuari. Erano detti guidones, porticani e duces e attendevano alla quinta porta (porta santa) della basilica vaticana, detta perciò porta guidonalis. Dar da mangiare ai pellegrini che arrivavano a Roma era uno dei compiti delle confraternite. Secondo quanto prescritto nel 1575, «il mangiar loro è un gran piatto d’insalata ed uno simile di carne, vaccina o di agnello rifreddo, tagliata in pezzi a mezza libra per testa e una minestra e un boccaletto di vino ed una pagnotta per uno, ed ai saerdoti un piatto in più di fichi o di noci». Il pellegrinaggio è una pratica diffusa in quasi tutte le religioni: gli antichi greci si recavano a Delfi, gli ebrei vanno al Muro del pianto, gli hindu a Varanasi per fare le abluzioni nel Gange, a Ceylon i fedeli si dirigono verso il Tempio del Dente nella città sacra di Kandy, i birmani alla Pagoda Shwe Dagon di Rangoon, i buddisti giapponesi nei templi di Kamamura e di Nara. Per soddisfare i pellegrini che arrivavano a Roma nacquero i primi negozi di souvenir: botteghe specializzate nella vendita di ampolle contenenti l’acqua santa delle principali basiliche romane, fiaschette in ceramica, vetro o piombo in cui si trovavano alcune gocce dell’olio delle lampade che ardevano sulle sepolture martiriali, pietre o calchi in terracotta che riproducevano le basiliche eccetera. Per consigliare i pellegrini diretti a Santiago de Compostela venne scritta da Aymeric Picaud nel XII secolo la prima guida turistica della storia. Il libro descrive percorsi, tappe, ostelli, passaggi difficili (è il caso delle lande della Guascona «deserto di uomini e terra che risucchia i passanti»). La guida fornisce anche un vocabolario elementare basco di frasi utili. Alla partenza i pellegrini del Camino de Santiago partecipavano al rito della vestizione con la consegna della bisaccia («Accipe hanc peram habitum peregrinationis tuae ut bene castigatus et emendatus pervenire merearis ad limina sancti Iacobi») e del bastone, chiamato bordone («Accipe hunc baculum, sustentacionem itineris ac laboris ad viam peregrinationis tuae ut devincere valeas omnes catervas inimici et pervenire securus ad limina sancti Iacobi»). Chi desiderava mettersi in cammino per un pellegrinaggio lasciava i propri beni, spesso li vendeva o ipotecava per finanziarsi il viaggio, faceva testamento e affidava alla Chiesa la gestione del patrimonio in sua assenza, concordava con la moglie il tempo dell’eventuale vedovanza. Il pellegrinaggio poteva essere imposto come pena da un giudice, oppure dal confessore come penitenza per colpe e peccati gravi. I più ricchi avevano il permesso di mandare qualcun altro per loro conto. A Santiago de Compostela il rito del botafumeiro nella cattedrale: un incensiere alto un metro e mezzo, del peso di 72 chilogrammi, appeso al soffitto tramite lunghe funi. Carico di incenso, viene fatto oscillare da otto persone (“tiraboleiros”). L’esistenza del rito è documentata già nel XIV secolo: l’incenso bruciato serviva a mascherare l’olezzo che si alzava dai pellegrini. Il condottiero al Mansur, comandante del califfato di Cordova, nel 997 distrusse la basilica di Santiago e ne portò via le campane per fonderle e farne i lumi a olio della moschea di Cordova. Quando nel 1236 Ferdinando III di Castiglia riconquistò la città, per vendetta fece fondere le lampade della moschea e con il bronzo così ottenuto fabbricò le nuove campane di Santiago. “Ultreia”, saluto che si scambiano i pellegrini del Cammino di Santiago quando s’incontrano, deriverebbe dai termini latini “ultra” (“più”) e “eia” (“avanti”). Secondo alcune fonti anticamente si diceva «Ultreia, suseia, Santiago», come a dire «Coraggio che più avanti, più in alto, c’è Santiago». Abbigliamento tipico dei pellegrini medievali: cappello a larghe tese, bastone con punta metallica (bordone), lunga veste di stoffa ruvida, bisaccia di pelle, gavetta, una zucca svuotata a uso di borraccia. I significati simbolici di questo abbigliamento: la veste rappresentava l’umanità di Cristo, la bisaccia la carità, il bastone era il segno della protezione divina. Chi compiva un pellegrinaggio riportava a casa oggetti che davano diritto all’esenzione da pedaggi e tributi vari: i pellegrini di Terra Santa le palme, detti perciò «palmati», i romei (pellegrini della Francigena) le chiavi o il volto santo, i compostellani una conchiglia. A un certo punto si ebbe anche un traffico di conchiglie false che suscitò le proteste dei vescovi. I pellegrini che andavano a Gerusalemme si facevano marchiare le braccia con simboli sacri. Nel 787 una bolla di Papa Adriano I vietò ai cristiani di decorarsi il corpo, che è fatto a immagine e somiglianza di Dio e dunque non può essere alterato dagli uomini. Ogni musulmano ha l’obbligo di recarsi alla Mecca almeno una volta nella vita, se i suoi mezzi lo consentono. I riti previsti dal Corano durano cinque giorni e la data d’inizio, che cambia leggermente ogni volta, viene decisa dall’Alta Corte saudita in base al calendario lunare. Il musulmano, dopo il pellegrinaggio, porta il titolo meritorio di Hajji, e dovrebbe tendere verso una vita devota. Quando l’mperatore del Mali, Mansa Musa (1280-1337) si recò in pellegrinaggio alla Mecca, portò con sé un seguito di oltre 60.000 persone. Inoltre regalò talmente tanto oro ai poveri che incontrava per la via che fece crollare il valore del metallo in Egitto. Nel 1325 il ventunenne Ibn Battuta partì da Tangeri per il suo pellegrinaggio alla Mecca. Da lì riprese la via e camminò fino a Aden, poi in Kenya, poi verso l’India, attraverso la Siria, la Russia meridionale, risalendo il Volga, il lago d’Aral e superando l’Afghanistan. A Delhi fu nominato ambasciatore in Cina, che non raggiunse per via di un naufragio. Poi stette un po’ alle Maldive, quindi ripartì per Ceylon, Malesia, Giava, Sumatra e infine Pechino. Quindi si recò in Mali. Rimise piede in Marocco nel 1354. All’interno della Mecca si trova la Ka’bah, un edificio cubico nel cui lato orientale è collocata la pietra nera, un blocco di minerale di colore nero (la tradizione vuole che l’abbia portata sulla terra l’arcangelo Gabriele dal paradiso terrestre), già sacro ad Abramo e agli arabi preislamici, in un castone d’argento. Il pellegrino musulmano deve indossare l’ihram, un abito composto da solo due pezze di stoffa non cucite di color bianco, una per cingersi i fianchi (chiamata izar) e l’altra per coprire il tronco e la spalla sinistra, lasciando libero il braccio destro. Le donne sono del tutto coperte (non in viso, però). I geoglifi, cioè le oltre 13mila linee tracciate sull’altopiano tra le città di Nazca e Palpa, nel sud del Perù, risalenti a un periodo compreso tra il 200 a.C. e il 600 d.C., raffigurano forme geometriche, sagome animali, scene di decapitazione, stelle e figure mitologiche. I ricercatori della Yamagata University suppongono che servissero da punto di riferimento per i pellegrini in visita al complesso religioso pre-Inca di Cahuachi. Medjugorje è visitata da circa 1.200.000 pellegrini ogni anno. I pellegrinaggi attirano nei vari santuari italiani oltre 40 milioni di fedeli. Nella classifica dei luoghi più visitati, al primo posto c’è San Giovanni Rotondo, dove vanno quasi otto milioni di pellegrini ogni anno. Lourdes 6 milioni di pellegrini l’anno. Fatima 5 milioni. Loreto 4 milioni e 500mila. Giovanni Trapattoni, quand’era allenatore della nazionale di calcio irlandese, fece un pellegrinaggio sul Croagh Patrick, montagna sacra a San Patrizio, dopo la qualificazione al Campionato europeo: «Mi seguirono in tremila. C’era anche il primo ministro».