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 2015  agosto 29 Sabato calendario

IL COMPLESSO DI GARKO

«Noi attori glamour di televisione, e anche di cinema, dobbiamo sempre dimostrare di essere all’altezza». Gabriel Garko veste di nuovo i panni del cattivo Tonio Fortebracci, impegnato in rocambolesche avventure nella quarta serie in sei puntate de «L’onore e il rispetto», prodotto da Ares Film, su Canale 5 dal primo settembre, ma si prepara a tornare in teatro, nel 2016, con piglio autoironico: eh sì, perché Odio Amleto , la divertente commedia di Paul Rudnick che porta in scena è proprio la storia di una star del piccolo schermo che, per rifarsi un look da attore impegnato, accetta di interpretare il personaggio shakespeariano in palcoscenico, ma spunta il fantasma del leggendario John Barrymore.
«Andrew Rally, l’attore che dopo tante fiction vuole cimentarsi nel capolavoro classico, ma deve vedersela col fantasma del mitico interprete di Amleto, sono io — ride divertito Garko —. Diciamo la verità: chi fa televisione, ma anche un certo cinema, vive una sorta di complesso di inferiorità nei confronti dello spettacolo colto. È una continua rincorsa al recupero di una credibilità artistica. Il sentire la necessità di dimostrare, appunto, di essere all’altezza del compito. Forse non a caso — aggiunge — la commedia di Rudnick è stata portata al successo a Broadway da Edward Norton che era nel film Birdman , dove si racconta una storia analoga».
Eppure Garko in palcoscenico ha un precedente illustre: tredici anni fa fu diretto da Luca Ronconi in Quel che sapeva Maisie . «Proprio in quell’occasione ho avvertito l’inadeguatezza. Un giorno, mentre facevamo le prove, trovandomi con un regista del suo livello e con attrici del calibro di Mariangela Melato e Annamaria Guarnieri, mi sono detto: cosa ci faccio qua?». Si è dato una risposta? «Me la diede Ronconi, rassicurandomi con ironia: “Chi viene a teatro per vedere un mio spettacolo con la Melato e la Guarnieri, si becca te. Chi viene invece a teatro per vedere te, si becca noi!”». Una risposta tagliente: «Ronconi era capace di grande dolcezza e di grande severità. Ricordo certe urla che emetteva all’improvviso, dal fondo sala, se in prova sbagliavamo qualcosa!».
E stavolta Garko da chi si farà dirigere? «Ho qualche idea, non abbiamo ancora deciso: dopo tali precedenti, capirà, non è facile stabilire un cast con leggerezza...Ma la voglia di tornare a recitare dal vivo, oltretutto prendendomi in giro è troppo forte. Ho voglia del contatto diretto col pubblico». Un contatto che però la star Garko cerca di evitare in altre occasioni: egli stesso racconta che quest’estate, mentre era in barca a Palmarola, essendo assediato dai fan è rimasto prudentemente sottocoperta. «Ma è ovvio! Avevano tutti i cellulari pronti a scattare foto rubate!» si giustifica l’attore, rievocando anche la sua immagine «gonfiata» che andò in giro sul web: «Un’immagine ripresa dalla tv e storpiata ad hoc» commenta, assicurando di aver totalmente risolto i problemi alla tiroide che aveva ammesso in un’intervista. «Il rapporto con gli spettatori in una sala teatrale è un’altra cosa: immagino un grande polmone, avverti il respiro delle persone sedute nel buio, percepisci ogni minima reazione... e ogni replica devi ricominciare da capo per catturare l’attenzione». Insomma, una rigenerazione artistica, ma anche un salutare bagno di umiltà: «Mi spaventa l’impegno che occorre per essere lì ogni sera: quando si alza il sipario non hai scampo. Ricorderò sempre che la Melato, se si accorgeva che andavo giù di tono, quindi di fiato, si girava verso di me, con le spalle al pubblico, e mi sussurrava a denti stretti “alza! alza!”».
Nella commedia di Rudnick, quando il protagonista riceve la proposta di un nuovo ruolo importante in tv, con relativo compenso stellare e la prospettiva di una platea oceanica, si trova a dover scegliere tra il nobile Shakespeare e la popolarità del piccolo schermo. «Un bel dilemma, ma non è il mio caso — commenta Garko — Non farò scelte così dolorose: torno in teatro, ma resto anche in tv».