31 agosto 2015
Natalina Badini, 71 anni. Bresciana, sposata con l’imbianchino in pensione Bruno Caprioli, 76, un figlio di nome Marco, in passato aveva lavorato in un forno e poi s’era aperta una lavanderia ma quindici anni fa aveva cominciato a soffrire di disturbi mentali: da allora non usciva più di casa e diceva a tutti che voleva morire
Natalina Badini, 71 anni. Bresciana, sposata con l’imbianchino in pensione Bruno Caprioli, 76, un figlio di nome Marco, in passato aveva lavorato in un forno e poi s’era aperta una lavanderia ma quindici anni fa aveva cominciato a soffrire di disturbi mentali: da allora non usciva più di casa e diceva a tutti che voleva morire. L’altra mattina all’alba il marito, che da sempre l’accudiva con amore ma di vederla ridotta in quello stato non ne poteva più, si alzò dal letto, andò in cucina, prese un coltello e mentre dormiva le infilò la lama cinque volte nel petto. Quindi telefonò al figlio, gli disse «ho ucciso mamma», e poi si imbottì di barbiturici ma non riuscì a morire perché arrivarono i soccorsi e i carabinieri. All’alba di martedì 2 settembre al quinto piano di una palazzina di via Martiri della Libertà a Lumezzane, nel Bresciano.