Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 29 Sabato calendario

I “SUPERPOTERI” FINTI DI GABRIELLI: AVRÀ QUELLI DI OGNI PREFETTO

Ricapitolando: disegno di legge, decreto legge, decreto legislativo, regolamenti e conferenza stampa di Angelino Alfano. Da giovedì sono questi gli atti normativi a disposizione del governo, almeno a leggere i titoloni dei giornali di ieri. Cogliendo fior da fiore: “A Roma più poteri a Gabrielli”; “Alt a Marino. Gabrielli super prefetto”; “Roma, super poteri a Gabrielli sul Comune”. E che è successo? Potrebbe chiedere uno che tornasse dai Caraibi, diciamo un Ignazio Marino qualunque. Rispondere, al di là dei giornali, potrebbe rivelarsi complicato.
“SuperFranco” esiste solo sui giornali
Andiamo con ordine. Al termine del Consiglio dei ministri, giovedì, Angelino Alfano ha annunciato alla stampa e alla nazione di aver sciolto il municipio di Ostia per le infiltrazioni criminali rivelate dall’inchiesta Mafia Capitale. Quanto al Comune di Roma, però, niente scioglimento e niente commissariamento: “È indubbio che il lavoro della commissione di accesso abbia evidenziato una situazione amministrativa caratterizzata da gravi vizi procedurali – ha detto il ministro dell’Interno – La legge prevede il commissariamento, ma abbiamo ritenuto che non sussistessero i presupposti e che sussistessero invece per un supporto del Viminale per cambiare la rotta”.
In concreto, dice Alfano, il prefetto Franco Gabrielli lavorerà col sindaco Marino sugli “interventi di risanamento dei settori risultati più compromessi dagli accertamenti ispettivi”. Quanto al Giubileo, si legge nel comunicato del governo, Gabrielli avrà “il compito – in analogia con quello del Prefetto di Milano per Expo 2015- di realizzare il necessario ‘raccordo operativo’ tra le Istituzioni interessate” (in sostanza, applicherà le richieste che arriveranno da Anac, l’Autorità Anti-corruzione).
Il sindaco di Roma è “sotto la tutela del prefetto”? Gabrielli ha i “superpoteri”? La risposta è no. Alfano, in conferenza stampa, ha fatto riferimento ai poteri concessi al prefetto dall’articolo 143 comma 5 del Testo unico sugli enti locali del 2000, che disciplina lo scioglimento per mafia: quella norma dice che il prefetto – se la relazione della commissione d’accesso gliene dà motivo – può chiedere al Viminale, ad esempio, di sospendere un funzionario chiacchierato o destinarlo ad altro incarico “anche nei casi in cui non sia disposto lo scioglimento”.
Insomma, Gabrielli avrà i poteri di qualunque prefetto nella stessa situazione, quelli che aveva anche mercoledì o la settimana prima. Sul Giubileo, poi, peserà pochissimo, al contrario dell’Authority di Raffaele Cantone e, più indirettamente, della nuova commissaria al “debito storico” di Roma, l’ex assessore al Bilancio Silvia Scozzese, renziana, dimessasi a luglio in polemica con Marino.
Che non ci siano superpoteri, né atti ad hoc del governo è cosa ovvia per tutti: “In assenza di uno specifico provvedimento, per quanto riguarda l’attività ordinaria del Comune non esiste alcuna formale messa sotto tutela né del sindaco né della Giunta”, dice Gianluigi Pellegrino, esperto di diritto amministrativo. “I poteri che ha Gabrielli su Roma sono i poteri che per legge hanno tutti i prefetti in tutte le città di Italia”, spiega l’ex magistrato Alfonso Sabella, assessore alla Legalità proprio a Roma: “Io, ad esempio, non so quali siano i dirigenti nel mirino di Alfano, ma posso assicurare che chiunque siano non sono già più al loro posto”. Il motivo è semplice: “La fotografia di Roma scattata dalla relazione di Gabrielli è datata 3 dicembre 2014, non agosto 2015”.
Nel frattempo, i dirigenti del Comune sono stati ruotati quasi tutti. Sul tema superpoteri, peraltro, la pietra tombale l’ha messa una velina arrivata alle agenzie dalla stessa prefettura di Roma: “Non essendoci precedenti, la struttura (quella per il Giubileo, ndr) deve ancora prendere corpo e sarà necessaria ‘un’interlocuzione’ specie col Viminale”. E Gabrielli che dice? “Voglio leggere i testi del governo, non è una sottigliezza”. Già, ma l’unico testo che potrà leggere sarà quello sul Giubileo, nient’altro verrà fuori da Palazzo Chigi: basta scorrere la nota ufficiale del governo.
Il duro Angelino ha la memoria selettiva
Insomma, su Roma l’esecutivo ha fatto poco dando l’idea – grazie alla gentile collaborazione della stampa – di aver fatto molto. Il ministro dell’Interno s’è messo a favore di telecamere per recitare la parte dello sceriffo, dell’uomo duro col crimine, del difensore dell’onorabilità delle istituzioni. Ad Alfano non la si fa: chi è sospettato di collusioni con Mafia Capitale sarà cacciato dal Comune. Solo da lì, però, al governo ci può restare: il sottosegretario all’Agricoltura del suo partito (Ncd), Giuseppe Castiglione, sta infatti al suo posto nonostante sia indagato a Catania per la gestione del Centro per richiedenti asilo di Mineo proprio grazie all’inchiesta su Mafia capitale. E fosse l’unica dimenticanza: il senatore Ncd Antonio Azzollini – accusato di essere l’amministratore occulto della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie e di averne causato la bancarotta da 500 milioni – può restare al suo posto (e il partito si oppose pure al commissariamento della struttura). Pietro Aiello, senatore calabrese, sempre Ncd, è a processo per voto di scambio: i pm ne chiedono la condanna a tre anni perché, per essere eletto in Regione nel 2010, si sarebbe fatto aiutare dalla cosca dei Giampà. Peccatucci, niente che richieda “superpoteri” e sospensioni, neanche dal partito. O forse Alfano ha la memoria selettiva e ora che gli ricordiamo di Castiglione lo caccerà dal governo. O, infine, questa è ormai Supercazzola Capitale.
Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 29/8/2015