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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

INTERVISTA A MARIA DE FILIPPI

«Non si possono liquidare i programmi di successo dicendo che li guardano solo gli sprovveduti».Maria De Filippi è l’incarnazione di questa sua stessa dichiarazione, si respira dalla consapevolezza con cui si muove, dalla leggerezza con cui parla, dall’intensità con cui guarda i suoi interlocutori. Il giornalista Vittorio Feltri ha detto di lei che «fa leva su sentimenti elementari». L’esperto di tv Carlo Freccero che «basta guardare le sue trasmissioni per capire l’Italia». Lei, Maria La Sanguinaria, come l’ha ribattezzata il giornalista Roberto D’Agostino, gentilissima con le colleghe, le stermina tutte a colpi di share. Ogni stagione colleziona successi televisivi, è la numero uno di Mediaset. Ha una web tv, Witty Tv, una società di produzione per metà con Rti, la Fascino. Ha tutto, e noi abbiamo cercato di capire come fa.
Ci riceve agli studio Elios di Roma, in via Tiburtina, dove si muove da perfetta padrona di casa. Grazia è stata invitata alla registrazione di due storie di C’è posta per te che vedremo in onda a gennaio. Maria ci racconta che farsi fotografare la mette un po’ a disagio: «Ho sofferto molto all’inizio della mia vita televisiva a fare questi servizi. Era tutto un “Apri le braccia, chiudi le braccia, sorridi, stai seria” e vivevo truccata alle otto del mattino».
Maria, tutti le danno del tu. Come mai?
«Lo faccio io per prima con chiunque. La popolarità all’inizio mi stupiva, restavo perplessa di fronte a ogni richiesta di autografo. Oggi ho imparato. Spesso mi passano qualcuno al telefono: la mamma, la nonna, gli amici. E io parlo con tutti. Lo spettatore ha un potere che si chiama telecomando. Se uno ti sceglie ogni giorno, hai il dovere di fermarti a salutarlo».
Che periodo è, per lei?
«Professionalmente buono, vengo da una stagione in cui i miei programmi sono andati bene. Umanamente meno, sto facendo i conti con la salute di mia madre, che ha 88 anni ed è molto diversa dalla mamma a cui ero abituata. Di solito sono tenace, fino all’esasperazione. Ho iniziato ad andare a cavallo a 40 anni e ho imparato. Ho imparato a fare molte cose, ma non ancora ad accettare la natura della vita».
Ai successi si è abituata?
«Avere buoni risultati da un lato è ottimo e dall’altro è una iattura. Nel senso che non ti è concesso un errore. Essere etichettata come “quella che vince sempre” è una rottura di scatole. Vorrei potermi permettere una scivolata. Rivendico il mio diritto di sbagliare. Prima o poi l’insuccesso arriverà di certo, e ci farò i conti».
Nella prossima stagione rivedremo Tu si que vales (12 settembre), C’è posta per te (a gennaio), Uomini e donne (a settembre) e Amici (da novembre). Le novità sono due: gli speciali musicali con Renato Zero e una partecipazione a Striscia La Notizia.
«La partecipazione a Striscia è ancora in forse, visti i miei impegni a Roma, ne stiamo ancora parlando. Gli speciali con Renato Zero saranno ritratti musicali, un terreno nuovo. Ho chiesto a Tiziano Ferro, Biagio Antonacci ed Elisa».
Che cos’è il lavoro per lei?
«Mi hanno insegnato che senza lavoro non c’è dignità. Mia madre, professoressa di latino e greco, non lavorava perché doveva accudire me e mio fratello. Pativa la dipendenza economica da mio padre, che aveva una mentalità molto chiusa. All’inizio si concedeva qualche lezione privata. Poi ha cercato di fare delle supplenze, e quando siamo cresciuti, ha ripreso in mano la sua vita e lavorava tutti i pomeriggi. All’università avevo l’obbligo di essere al pari con gli studi e di lavorare per pagare le spese. A Natale ho fatto la facchina per un fioraio. Ho scritto tesi di laurea su commissione. In giro qualcuno si sarà laureato con la mia tesi. Poi volevo fare il magistrato, ma la vita mi ha fatto cambiare idea».
Il futuro l’ha sorpresa. È molto amata, ma riceve molte critiche.
«Mi spiace, si fermano alla superficie di un programma, non al lavoro che c’è dietro. Ma è normale che sia così».
Quale accusa la infastidisce di più?
«La spettacolarizzazione dei sentimenti. Spesso a C’è posta per te omettiamo gli aspetti più eclatanti delle storie. Ma devo dire che chi viene oggi in tv la usa, non è più solo usato. Vuoi per cercare di parlare con qualcuno o per inseguire quel successo che da solo non troverebbe. Se poi la critica riguarda il programma Uomini e donne, dico: può non piacere, ma non penso crei danni e poi è molto seguito da laureati. Se a qualcuno non piace pazienza, nemmeno mia madre l’ha mai apprezzato, non l’ha mai guardato».
Parliamo del Festival di Sanremo. È davvero disponibile a una giornata di conduzione?
«Non mi è arrivata nessuna proposta. Ogni anno si parla di me a Sanremo, ma non penso che accadrà di nuovo: quello del 2009 è stato un caso. Certo, non mi dispiacerebbe, ma avrebbe lo stesso valore di una partecipazione a Striscia. Vai a fare una serata al Sanremo di altri, non al tuo».
Che cosa le ha insegnato il matrimonio con il giornalista Maurizio Costanzo?
«Ciò che sono, lo sono grazie a lui. Mi ha insegnato cosa vuol dire lavorare in televisione, per che cosa prendermela e per cosa no, a non rimanere seduta sulle mie posizioni, a smussare i miei angoli di carattere. E soprattutto, che il successo può finire da un momento all’altro».
Il pregiudizio di“moglie di” lo vive ancora?
«Non l’ho mai patito. Nelle prime interviste confermavo di essere raccomandata da lui. Perché avrei dovuto nasconderlo? Però ce la mettevo tutta. Sapevo che, se avessi sbagliato, avremmo perso in due».
Il vostro è un amore anticonvenzionale, all’insegna dell’autonomia.
«Per forza. Maurizio mi ha sempre raccontato di come i suoi rapporti precedenti fossero falliti per la sua mancanza di tempo. Il pomeriggio lo passava a scrivere e le persone con cui stava gli chiedevano attenzioni. La sera, poi, era stanchissimo. All’inizio ho provato a ritagliarmi i miei spazi, giocavo a tennis. L’autonomia fa parte della nostra coppia. Se siamo al mare, sto con lui al mattino, pranziamo insieme e poi scendo in spiaggia. Se gli proponessi di accompagnarmi mi direbbe: “Ma sei impazzita?”».
Maria, quando si guarda in tv, che cosa vede?
«Non mi piaccio. Non mi piace la mia voce, non mi vedo naturale, ma tesa. Ho l’espressione di una donna che sta pensando. Magari, a telecamere spente, mi accorgo che mi sono morsa l’interno del labbro per tutto il tempo. Devo tenere sotto controllo la situazione, sono sempre allerta. Succedeva anche all’università. In trasmissione, se avete notato, rido raramente. Posso piacere o no, ma fìnta non sono mai».
La sua fragilità qual è?
«Ho paura della fine, ho un equilibrio basato su dei punti di riferimento. Temo i cambiamenti definitivi. Penso che questo sia legato all’importanza della figura forte che ha segnato la mia vita: mia madre».
Sua madre l’ha influenzata anche nel suo modo di essere madre (con Costanzo, nel 2004, Maria ha adottato Gabriele, allora Henne).
«Senz’altro. Ho preso da lei la severità sulle questioni importanti, il senso della lealtà. Poi con i figli bisogna parlare, perché la mancanza di dialogo dipende dai genitori. Secondo qualcuno essere madre significa dover essere autorevoli, secondo me non troppo. La mia mamma non sbagliava mai, faceva sempre tutto bene. Io le mie debolezze le faccio vedere».
Mai pensato all’analisi?
«Ci ho pensato dopo l’attentato che ci fecero a Roma, in via Fauro, nel 1993: avevo perso sonno e serenità. Era fallita la mia idea di poter prevedere qualsiasi cosa. Poi non ci sono andata perché temevo di aprire chissà quali porte dentro di me. Mi sono data al tennis».
Lei è una sportiva. Fisicamente si piace?
«Ho difetti come tutte. Ho la pancia, il sedere che non è quello di una volta, gli occhi che la mattina sono gonfi. Allora prendo tutti gli integratori di questo mondo. Ma non sono contraria alla chirurgia estetica».
In questi giorni è stata protagonista di un selfie con Belén Rodriguez. C’e chi ha urlato allo “zigomo rifatto”.
«Non mi sono ritoccata gli zigomi. In passato ho fatto botulino, una blefaroplastica, per una questione di salute, avevo degli xantelasmi (un deposito di colesterolo sulle palpebre, ndr). Sono andata in onda con gli occhiali da sole. A giugno ho fatto un laser sottocute nelle gambe, per rigenerare i tessuti. I risultati li dovrei vedere tra tre mesi, al momento ho solo lividi. Se mi dicessero di rifare il fondoschiena, non direi di no. L’importante è “farsi bene”».
Nella sua vita non manca nulla. Esprima comunque un desiderio.
«Passare l’estate con mamma che sta bene».