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 2015  luglio 04 Sabato calendario

SOTTO IL LAPIS NIGER: TRATTAMENTO DIGITAL PER L’ISCRIZIONE SACRA

Riuscirà l’ingegner Oreste Adinolfi, con un nuovissimo laser scanner messo a punto nel settembre scorso, ad aiutare gli archeologi nella soluzione di uno dei più antichi misteri del Foro romano. L’avventura è cominciata ieri mattina, nell’area che duemilaseicento anni fa ospitava il Comizio, ovvero le riunioni dei rappresentanti dei cittadini romani. L’area era recintata già in età regia, e una pedana sopraelevata ospitava gli oratori. All’inizio dell’età repubblicana la pedana fu sostituita da un complesso di gradinate, in mezzo alle quali si trovava un altare in tufo fiancheggiato da un tronco di cono e da un cippo piramidale. Sul cippo è incisa una delle scritte più misteriose della storia di Roma. Finora gli epigrafisti hanno potuto decifrarla solo in parte. Non solo perché la piramide si trova interrata sotto il complesso monumentale del «Lapis Niger», ma anche perché fu decapitata, e una parte delle parole andarono perdute per sempre, alla fine dell’età repubblicana, quando il vecchio altare fu seppellito dalla grande lastra di marmo nero che oggi dà appunto il nome al sito. Secondo alcune fonti la pietra nera stava a indicare il luogo dove Romolo fu ucciso e sepolto prima d’essere accolto tra le divinità celesti. Secondo altri nell’area del Comizio vi era il santuario del dio Vulcano. Le frasi smozzicate dicono: «Chi violerà questo luogo sia maledetto [...] al re l’araldo [...] prenda il bestiame [...] giusto». Sono scritte in latino arcaico, cioè con caratteri alfabetici di derivazione greco-etrusca, e hanno andamento bustrofedico: alternativamente, da sinistra a destra e da destra a sinistra, come si muovono i buoi quando arano il campo. Il cippo fu scoperto da Giacomo Boni nel 1899. Nel 2009 sono ripresi gli scavi: tra le nuove scoperte un’antica sorgente ora riaffiorata e che una volta doveva essere di acqua termale. Le iscrizioni videografate in alta definizione rivelano caratteri che non si distinguevano a occhio nudo o con vecchi sistemi. Forse qualche frase in più.
Lauretta Colonnelli