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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

QUANDO BORROMINI DISEGNO’ E COSTRUI’ LA FABBRICA DEL SAPERE

Ci fu un tempo in cui le tesi di laurea si discutevano davanti al papa e all’aristocrazia civile e religiosa della città, nel corso di sfarzose cerimonie. Siamo nella seconda metà del ‘600: lo Studium Urbis, una delle più antiche università italiane, fondata il 20 aprile del 1303 da Bonifacio VIII, si è trasferita nella nuova sede del Palazzo della Sapienza, il complesso architettonico nel rione Sant’Eustachio. La fabbrica, iniziata ai primi del secolo, era stata portata a termine da Francesco Borromini, in seguito all’incarico avuto nel 1632 da Alessandro VII Chigi. L’architetto ticinese, capace di armonizzare «linee torte e dritte», realizzò il fronte orientale con la chiesa di S. Ivo, il braccio della biblioteca, la facciata del palazzo con due portali d’ingresso sormontati da finestroni e balconi monumentali. Si occupò anche dell’arredamento della biblioteca e per facilitare il lavoro dei falegnami disegnò sul muro in scala naturale il modulo degli scaffali, rinvenuto sulla parete negli anni ‘30 del ‘900. Ci sono anche le foto di questi disegni nella mostra «La Fabbrica della Sapienza. L’università al tempo di Borromini», che si inaugura oggi nella sala della stessa biblioteca, chiamata ora Sala Alessandrina, dove resterà aperta fino al 26 luglio. L’esposizione, curata da Orietta Verdi con la collaborazione di Carla Cerati e organizzata dall’Archivio di Stato di Roma, fa parte del tour tematico dedicato alla «Sapienza di Borromini» e promosso dalla Fondazione Roma-Arte-Musei nell’ambito della mostra «Barocco a Roma», in corso a palazzo Cipolla. Si potrà dunque entrare nella biblioteca, uno degli ambienti più esclusivi e meno conosciuti della città, e rivivere lo sfarzo delle feste di laurea di una volta attraverso i documenti esposti. Questi documenti sono conservati nell’Archivio di Stato di Roma, che occupa la sede dal 1936, quando l’università fu trasferita all’Ateneo di San Lorenzo. Orietta Verdi ha selezionato dall’Archivio, tra disegni e testimonianze sul corpo di fabbrica, quattro dei 150 frontespizi delle tesi di laurea, disegnati da Pietro da Cortona e da altri importanti artisti dell’epoca; alcuni Ruoli dei lettori, preziose pergamene miniate con gli elenchi dei professori e delle materie; i biglietti autografi con cui Borromini ordinava di pagare gli scalpellini; il sonetto rinvenuto la mattina del 2 dicembre 1650 sulla guglia dell’obelisco di San Macuto (poi spostato di fronte al Pantheon) in cui l’architetto veniva ferocemente attaccato da un anonimo detrattore.
Lauretta Colonnelli