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 2015  agosto 06 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - SI ALLARGA IL CANALE DI SUEZ


REPUBBLICA.IT
ISMAILIYA - Due navi si sono incrociate, una proveniente da Sud e una da Nord, le prime ad attraversare il "Nuovo Canale di Suez", che collega il mar Rosso al Mediterraneo. E’ stato inaugurato così, in Egitto, il raddoppio di un tratto del Canale di Suez. Protagonista della giornata il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, che ha percorso in divisa militare le acque del Canale a bordo di una storica imbarcazione, lo yacht ’Mahroussa’, tra le navi più antiche al mondo ancora in servizio. Sceso a terra, si è vestito con abiti civili per firmare l’atto che consente il passaggio delle navi attraverso il ’nuovo’ Canale di Suez. Alla cerimonia, che si è svolta nella città portuale di Ismailiya, hanno partecipato decine di leader stranieri. L’Italia era rappresentata dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Fra gli altri, c’erano anche il premier russo, Dmitri Medvedev, e il presidente francese, François Hollande.
Gli introiti dovrebbero raddoppiare. Il governo egiziano intende raddoppiare le entrate provenienti dal Canale di Suez, raggiungendo i 10-12 miliardi di dollari l’anno rispetto ai 5 miliardi attuali, come spiegato nei giorni scorsi dal ministro degli Investimenti egiziani, Ashra Salman, secondo il quale il progetto di sviluppo del Canale consentirà il transito di navi di nuova generazione che attualmente sono costrette a circumnavigare l’Africa attraverso il Capo di Buona Speranza.

LEGGI - Il Canale di Suez da Nasser ad Al Sisi, l’opera faraonica che dà gloria e cancella le ombre di BERNARDO VALLI

I lavori. Appena arrivato al potere al -Sisi ha deciso di lavorare assiduamente al progetto di allargare il Canale di Suez. Prima di lui ci avevano già pensato Hosni Mubarak, il raìs spodestato dalla ’Primavera araba’, e il presidente Mohammed Morsi. I lavori sono stati completati alla fine di luglio e permetteranno di raddoppiare la circolazione delle imbarcazioni su 72 dei 193 chilometri della sua lunghezza, grazie all’allargamento di 37 chilometri del canale originale e allo scavo di una nuova via di 35 chilometri. Lavori faraonici che sono costati quasi 14 miliardi di euro. Secondo il governo egiziano, il progetto di sviluppo del Canale consentirà il transito di navi di nuova generazione che attualmente sono costrette a circumnavigare l’Africa attraverso il Capo di Buona Speranza.
Egitto: oggi si inaugura il "nuovo" Canale di Suez
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Lo yacht storico. Lo yacht Mahroussa ha 150 anni ed è tra i protagonisti della storia del Canale di Suez. E’ la prima nave che attraversò il canale nel 1869 ed è anche la nave in servizio più antica al mondo, la settima al mondo per grandezza. La sua storia, ricostruisce il giornale governativo egiziano al-Ahram, inizia nel 1863 quando il khedivè Ismail ordinò ai cantieri Samuda, di Londra, di costruire per lui uno yacht

EX FRAMMENTI
La Libia è stata terra di pirati dalla fine del Settecento, al punto che i Marines vi sbarcarono nel 1805 per un’incursione di terra ancora oggi ricordata nel loro inno, e può tornarlo perché la cattura di navi commerciali in transito è la forma più agile per trovare risorse. Basti pensare che davanti alle coste libiche passa il traffico marittimo che collega Gibilterra al Canale di Suez, ovvero l’Atlantico all’Estremo Oriente.
Maurizio Molinari, La Stampa 28/2/2015

C’è un progetto per allargare il Canale di Suez che vale otto miliardi di dollari
Il Foglio

Le cose però sono drammaticamente cambiate. I ribelli sciiti, e filoiraniani, degli Houthi, che un anno fa vivevano nella loro provincia nordoccidentale di Sadaa, hanno prima conquistato la capitale dello Yemen e negli ultimi giorni hanno preso Taiz e starebbero espugnando anche l’importante centro portuale di Aden, quasi davanti allo stretto di Bab al-Mandeb il braccio di mare, che mette in comunicazione il Mar Rosso con il Golfo di Aden (notoriamente infestato dai pirati somali), e quindi con l’Oceano indiano.
Al-Mandeb (in arabo “la porta delle lacrime”) riveste un’importanza strategica non solo per l’Arabia Saudita (le cui esportazioni marittime passano anche da qui) ma anche per altri Paesi. Come Israele, gli Usa, che hanno una base militare a Gibuti, e soprattutto l’Egitto. Per Il Cairo la porta delle lacrime, che dà accesso al canale di Suez, “è una linea rossa”. Anche il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, lo scorso 3 marzo, aveva espresso da New York preoccupazione per il porto israeliano di Eilat sul mar Rosso, facendo un chiaro riferimento alla minaccia posta dall’Iran anche in Yemen,
Insomma bloccare Bab al-Mandeb, ma anche usarlo come mezzo di pressione, significa bloccare il canale di Suez, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Roberto Bongiorni, Il Sole 24 Ore 27/3/2015

Sullo scalo di Atene hanno messo da tempo gli occhi (e non solo, avendo già due moli in gestione per 35 anni) i cinesi di Cosco perché l’approdo ateniese è perfetto per indirizzare verso il cuore dell’Europa i traffici del Canale di Suez, prossimo al raddoppio. Per questo, però, il Pireo – in coppia con Salonicco – fa gola anche a un altro colosso mondiale: la danese Maersk.
Michelangelo Borrillo, Corriere della Sera 14/7/2015

Chi non ha di questi problemi è l’Egitto, visto che di concorrenti per evitare i 16mila chilometri della circumnavigazione dell’Africa non ne ha. Seguendo un progetto già avviato dall’ex presidente Mubarak, il governo de Il Cairo ha dato il via nell’agosto scorso ai lavori di scavo per quello che si potrebbe definire un ampliamento parziale del Canale. Dalla sua apertura alla fine dell’Ottocento, Suez ha sempre viaggiato per un lungo tratto (72 chilometri su un totale di 193) a senso unico alternato: due navi di grandi dimensioni non possono passare affiancate, con tutti i limiti del caso.
Bocciando un primo progetto che era stato dato in appalto a società del Qatar, il governo egiziano ha consegnato il cantiere all’esercito (e non solo per questioni di sicurezza) e i lavori a un consorzio di imprese europee. Risultato: in un anno sono stati scavati 37 chilometri di “espansione in profondità” garantendo il passaggio a navi di grande pescaggio e altri 35 chilometri “a secco” di allargamento effettivo. Il che dovrebbe garantire il passaggio di 97 imbarcazioni al giorno contro le attuali 49, con un tempo di percorrenza da 18 ore a meno di 10 ore a regime.
Il tutto per un investimento di oltre 4 miliardi di dollari, che in realtà nel suo complesso vale per oltre 8,5 miliardi: perché lungo le sponde del Canale saranno realizzati centri urbani, cantieri navali, punti di rifornimento. Un’opera pensata per dare lavoro ai giovani egiziani che da disoccupati sono facile preda dei predicatori integralisti.
Luca Pagni, l’Espresso 5/8/2015