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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

L’ANNO DEI DUELLI NEI CIELI

Provocazioni, incursioni, incidenti, c’è elettricità nei cieli d’Europa. I decolli di jet militari Nato per intercettare aerei non identificati sono tornati a numeri da Guerra fredda. Trecento casi dall’inizio del 2015. Cinquecento nel 2014, attività quattro volte più intensa rispetto al 2013. Nell’85% delle missioni i velivoli sospetti erano russi.
Reazione a catena
Per l’Alleanza atlantica gli interventi devono garantire l’inviolabilità dello spazio aereo e proteggere la popolazione civile dalle spericolate esibizioni di forza dell’aviazione russa. Mosca si dice legittimata ad alzare le difese, dato il moltiplicarsi dei movimenti Nato alle frontiere. Impossibile stabilire se dietro le violazioni ci sia una strategia per logorare i nervi e misurare i tempi di reazione del «nemico» o cause accidentali, come il maltempo. Il risultato è un progressivo irrigidimento delle posizioni, con un aumento delle occasioni di attrito che mette a dura prova piloti e controllori di volo. Il tutto nel quadro opaco della contrapposizione Russia-Occidente esplosa con la crisi ucraina, dove molte linee rosse sono già state superate.
Manovre di volo
I caccia intercettori si alzano in volo ogni volta che i radar segnalano un aereo sconosciuto. Solo in casi limitati si tratta di incursioni nello spazio aereo di Paesi Nato, che di solito durano pochi secondi. Secondo i dati raccolti dal quotidiano britannico The Guardian , lo scorso anno le «intrusioni» russe sono state dieci: due nei confini di Polonia e Norvegia, otto su isole appartenenti all’Estonia. Di queste, sei sull’isolotto di Vaindloo, remoto paradiso naturale a meno di trenta chilometri dalla terraferma estone, molto amato da uccelli come la sterna artica e lo zigolo giallo.
Per il 2015 gli sconfinamenti hanno riguardato una volta la Finlandia e nove la Svezia, che non fanno parte della Nato. I velivoli militari di Mosca spesso tengono il transponder spento e non comunicano i piani di volo, diventando invisibili. Uno studio dell’istituto Eln di Londra riporta 66 incidenti tra marzo 2014 e marzo 2015, tre ad alto rischio collisione. Uno di questi ha sfiorato l’impatto tra un volo di ricognizione russo che non aveva segnalato la posizione e un 737 delle Scandinavian Airlines decollato da Copenaghen con 132 passeggeri a bordo.
La Russia denuncia tremila missioni tattiche Nato in zone di confine nel 2014. Al netto della propaganda interna con la quale il Cremlino compatta il Paese puntando sulla sindrome dell’assedio, con il conflitto in Ucraina l’Alleanza ha davvero portato i voli di pattugliamento sul Baltico da 4 a 16. Nei prossimi mesi si torna a 8.
Mediterraneo
Non solo Baltico. Nel 2014 le autorità greche hanno registrato 2.244 violazioni dello spazio aereo da parte dell’aviazione turca, tre volte e mezzo in più rispetto al 2013. Con le sue rotte e i suoi giacimenti di idrocarburi, l’Egeo è al centro di una disputa territoriale tra Ankara e Atene che va avanti dagli anni Settanta. L’incidente più grave nel 2006, quando un pilota greco perse la vita nella collisione tra due caccia.
Mar Cinese orientale
Sul fronte asiatico il controllore è Tokio, che l’anno scorso ha mandato 943 caccia a intercettare 473 voli russi e 464 cinesi. Manovre coincidenti con l’aumento della spesa militare di Pechino e il neo militarismo nipponico sotto il segno del premier Shinzo Abe. Prove di forza per marcare il territorio e rivendicare la supremazia regionale. Con la differenza che i cinesi in volo sono più aggressivi dei russi.