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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

Il nuovo cda della Rai • La riforma della Pubblica amministrazione è legge • In sette mesi sono morti nel Mediterraneo duemila migranti • Le città spagnole che hanno bandito la corrida • Scandalo a luci rosse nel tempio del Kung Fu • L’aria condizionata in ufficio discrimina le donne • Impiegati condannati a sembrare felici Rai Entro domattina la Rai avrà il suo nuovo presidente

Il nuovo cda della Rai • La riforma della Pubblica amministrazione è legge • In sette mesi sono morti nel Mediterraneo duemila migranti • Le città spagnole che hanno bandito la corrida • Scandalo a luci rosse nel tempio del Kung Fu • L’aria condizionata in ufficio discrimina le donne • Impiegati condannati a sembrare felici Rai Entro domattina la Rai avrà il suo nuovo presidente. Il consiglio di amministrazione è quasi già pronto. Ieri la commissione parlamentare di Vigilanza ha votato (per la quarta volta dal 2004 con la legge Gasparri) sette membri su nove. Tre espressi dal Pd: Rita Borioni (storica dell’arte, assistente parlamentare), Guelfo Guelfi (presidente del teatro Puccini di Firenze, stretto collaboratore di Matteo Renzi), Franco Siddi (ex segretario della Federazione nazionale della Stampa). Due per Forza Italia: Arturo Diaconale (direttore dell’«Opinione delle Libertà») e Giancarlo Mazzuca (direttore de «Il Giorno», ex deputato del Popolo della Libertà). Il Movimento 5 Stelle (con Sel) ha votato per Carlo Freccero, pluridirettore di reti Rai, Mediaset e France 2-France 3. È l’esordio del movimento di Grillo nel cda Rai. Infine Paolo Messa, editore e comunicatore politico (a lungo capo ufficio stampa dell’Udc) indicato da Area Popolare. Il Pd, votando, si è spaccato: due esponenti della minoranza, i senatori Michele Gotor e Federico Fornaro, hanno votato per l’ex direttore de Il Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli (che aveva comunque già manifestato la sua indisponibilità nei giorni scorsi). Durissime le polemiche. Gotor ha parlato di un «veto sbagliato della maggioranza, che ci amareggia». Replica di Matteo Orfini: «La minoranza è abituata ad esercitare veti…». Molto critico Massimo Mucchetti, Pd, presidente della commissione Industria del Senato: «Il curriculum di de Bortoli è certamente più robusto degli altri consiglieri, fatta eccezione per Freccero. Dov’è la meritocrazia?». Pubblica amministrazione La riforma della Pubblica amministrazione è legge. Cambia profondamente il ruolo dei dirigenti, prova a rilanciare il riordino delle società partecipate da enti pubblici, prevede un ampio uso del silenzio-assenso per sveltire la macchina burocratica, sbloccare le opere pubbliche e semplificare i rapporti con cittadini e imprese. Taglia il numero delle prefetture e delle Camere di commercio, rafforza i poteri di coordinamento della presidenza del Consiglio, fa confluire la Guardia forestale nei Carabinieri, prevede il libretto unico di possesso e circolazione per i veicoli e la nuova carta d’identità elettronica. Prevede il wifi in tutti gli uffici pubblici e per le emergenze al posto di 113, 115 e 118 arriva un numero unico che li sostituirà tutti: il 112. Dal Giappone, pochi minuti dopo il voto in Senato, il premier Matteo Renzi ha twittato: «Un altro tassello: approvata la riforma PA #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Migranti Sono 2.000 i migranti e rifugiati morti da gennaio nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Lo stima l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). L’anno scorso, nello stesso periodo, le vittime stimate erano state in tutto 1.600. Corrida Nelle elezioni del maggio scorso molte città spagnole hanno eletto sindaci di sinistra. Nel loro programma c’è anche la fine della più antica tradizione spagnola: la corrida. Il sindaco di Madrid, Manuela Carmena, ha detto che «non un solo euro di soldi pubblici sarà speso nelle arene». Ad Alicante la corsa dei tori estiva è stata sostituita da una corsa in bici e si terrà un referendum per abolire i combattimenti. Saragozza ha finalmente vietato la festa in cui si legavano fuochi d’artificio alle corna dei tori, Valencia ha bloccato i finanziamenti alla Feira de Julio, Gandia ha bandito le corride, Villafranca de los Caballeros ha cancellato il festival di agosto e destinato i soldi all’acquisto di libri scolastici, Denìa ha depennato la festa del «bous a la mar», nella quale un toro veniva costretto dalla folla a entrare in mare. Barcellona aveva già abolito le corride nel 2011, dopo 600 anni di storia. (Sabadin, Sta). Cina Scandalo in Cina perché il venerato abate del tempio di Shaolin, Shi Yongxin, 50 anni, noto come il “priore-Ceo di Kung Fu City”, è accusato di truffa per aver accumulato una fortuna versando le offerte milionarie dei visitatori su conti personali. A turbare i cinesi è però l’imputazione di «comportamento immorale», per aver avuto «frequenti rapporti sessuali» con adepte e suore, con le quali avrebbe generato «numerosi figli segreti». A trascinarlo nella bufera è un misterioso personaggio, che sulla Rete ha assunto lo pseudonimo di Shi Zhencyi, «paladino della giustizia», identificato poi dalla polizia come un ex discepolo del convento. L’uomo ha confermato alle autorità che l’abate, famoso in tutto il mondo per gli show di arti marziali che hanno ispirato l’attore Bruce Lee e i film di Hollywood e Hong Kong, avrebbe assunto diverse identità, producendo fatture false e «seducendo centinaia di donne ». Nel 1988 sarebbe stato anche espulso dal convento, dopo che si era scoperto che «mangiava carne e aveva messo incinta una ragazza sposata». La direzione di Shaolin, complesso arroccato sui monti di Denfeng nello Henan, nega e assicura che lo scandalo è frutto di una vendetta privata. Però l’abate, famoso per essere sempre elegantissimo, viaggiare su fuoriserie e aerei privati e alloggiare in alberghi extra-lusso, è stato fermato dalla polizia e interrogato in un luogo ignoto. E il suo nome è stato improvvisamente cancellato dalla tournée dei monaci-guerrieri in Thailandia. Aria condizionata In uno studio condotto da scienziati olandesi e pubblicato dalla rivista Nature Climate Change gli esperti parlano di una «Great Arctic Office Conspiracy», una cospirazione ai danni delle donne perché i termostati degli uffici sono tarati sulle esigenze dei maschi di peso elevato, vestiti con abiti relativamente pesanti. Una figura prevalente negli uffici cinquanta anni fa ma non oggi: almeno metà dei dipendenti sono donne che d’estate vanno al lavoro in sandali e abiti molto leggeri. E che hanno un metabolismo che disperde il calore più rapidamente. Per molto tempo si era pensato che fossero i datori di lavoro a giocare al ribasso coi termostati, per aumentare la produttività dei dipendenti, ma un altro studio, condotto anni fa dalla Cornell University, aveva dimostrato che è vero il contrario: se in un ufficio fa troppo freddo, la produttività diminuisce. Secondo la ricerca ripescata dal Washington Post , aumentando la temperatura da 20 a 25 gradi centigradi, la produzione di un ufficio cresce del 150% mentre gli errori di battitura calano del 44% (Gaggi, Cds). Felicità Nel saggio The Happiness Industry: how the government and big business sold us well-being il sociologo inglese Wiliam Davies, docente alla Goldsmiths University di Londra, dice che «le aziende oggi stanno investendo così tante risorse nel renderci felici — attraverso corsi motivazionali, pasti e massaggi gratis in ufficio, gare di pittura o canto tra i dipendenti, che chi non si mostra entusiasta di tutto ciò viene visto come un sabotatore da tenere d’occhio». Ad esempio Tony Hsieh, ad di Zappos, colosso mondiale della vendita di scarpe online, «invita le aziende a identificare il 10 per cento degli impiegati meno favorevoli alle iniziative pro-felicità, come esercizi di team building e giochi, e a licenziarli. Per Hsieh in questo modo si trasformerebbe il restante 90 per cento dei dipendenti in lavoratori super motivati». Oggi, spiega Davies, «la felicità del dipendente è vista sempre più come capitale dell’azienda e leva di profitto: studi come quello pubblicato nel 2008 da Oswald, Proto e Sgroi dell’Università di Warwick indicano che la felicità dei dipendenti può aumentarne la produttività fino al 12 per cento. E può ridurre assenteismo e giorni di malattia». Ma l’equazione tra felicità e produttività è controversa. Simulare felicità per quieto vivere aziendale può anche causare depressione e, alla lunga, problemi cardiovascolari, come indicano le ricerche dello psicologo tedesco Dieter Zapf. (Aluffi, Rep)