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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

IL RUBLO IN CADUTA LIBERA: GIÙ DEL 20% IN TRE MESI

Non si arresta la caduta del rublo, che in soli tre mesi ha perso oltre il 20% del suo valore rispetto al dollaro ed è diventato la moneta più debole del pianeta quanto a performance negativa. La valuta russa continua a risentire della flessione delle quotazioni del petrolio, di cui Mosca è un grande esportatore. Così il rublo ha superato il livello psicologico di 69 sull’euro e si è deprezzato ulteriormente rispetto al biglietto verde poco sotto quota 63. L’economia russa continua a essere poco diversificata e a dipendere fortemente dalle materie prime e questo la espone alla volatilità dei mercati. Poi ci sono altri fattori recenti: è il caso del crollo della borsa cinese e dell’incertezza sui tempi di una stretta monetaria negli Stati Uniti. A influenzare il rublo è anche il debito straniero delle imprese russe, che devono rimborsare una cifra pari a 75 miliardi di dollari (68,5 mld euro) entro la fine dell’anno: sono cominciati gli acquisti in valuta e questo rappresenta un ulteriore fattore negativo. E, se la banca centrale di Mosca ha cercato di frenare la caduta del rublo comprando valute straniere, ora ha annunciato lo stop a questi interventi che avvenivano al ritmo di 200 milioni di dollari (183 mln euro) al giorno. Da metà maggio l’istituto ha acquistato 10 miliardi di dollari (9,1 mld euro) sui mercati, portando le riserve valutarie a 361 mld di dollari. L’obiettivo è arrivare alla soglia di 500 miliardi, cioè al livello dell’inizio del 2014, prima dello scoppio della crisi ucraina e del crollo del prezzo del greggio. Diversi esperti, tuttavia, hanno criticato la politica della banca centrale, giudicata confusa e imprevedibile. Ufficialmente l’istituto punta a combattere l’inflazione, salita da tempo a doppia cifra, facendo leva sui tassi di rifinanziamento. Il rublo dovrebbe fluttuare liberamente da inizio anno, ma gli acquisti massicci di valuta alterano il mercato. Pesa anche il timore del presidente Vladimir Putin di vedere sguarnite le riserve russe e, quindi, di non avere un’adeguata protezione nei confronti della congiuntura internazionale. Per Putin si tratta non soltanto di una sorta di assicurazione, ma anche di mantenere la sovranità nazionale, che, senza l’indipendenza economica, rischia di esistere soltanto sulla carta.
Ettore Bianchi, ItaliaOggi 5/8/2015