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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

IL RATTO SMINATORE


Un ratto gigante lungo 90 centimetri, coda inclusa, e pesante oltre un chilo e mezzo (le dimensioni di un gatto di piccola taglia) è sicuramente qualcosa che non farebbe piacere a nessuno incontrare per caso di notte nella propria cucina. Se però la bestiola in questione è in grado di salvarci la vita, ecco che ci diventa immediatamente più simpatica. I ratti giganti africani della specie Cricetomys gambianus sono diffusi in una fascia a sud dell’Africa subsahariana e ancora in Angola, Zambia, Mozambico e Sudafrica. Sebbene detestino il caldo, sopravvivono in una grande varietà di ambienti che vanno dalle zone semidesertiche alle foreste e, in qualche caso, alle fogne delle città.
Non sono parenti prossimi dei nostri ratti comuni, e a provarlo ci sono le capienti sacche guanciali da criceto con cui riescono a trasportare anche volumi di 100 millilitri per volta, accumulando nelle loro tane sotterranee incredibili quantità di cibo, proprio come se fossero criceti giganti con una lunga coda bicolore.
Intelligenti, non particolarmente sociali, monogami, longevi (sino a 7-8 anni in cattività), questi grandi roditori vengono a volte adottati come animali da compagnia, ma non è questa la loro principale interazione con gli esseri umani.
Un senso dell’olfatto iper-acuto e una notevole intelligenza li rendono addestrabili come ratti da lavoro, al posto dei cani, per due scopi principali: sminare campi e individuare la tubercolosi.
Una società belga con sede in Africa, APOPO, riesce ad addestrare i rattoni in circa nove mesi, in meno tempo e con molte meno spese rispetto a un cane. Il peso modesto degli animali non fa scattare il meccanismo di innesco delle mine. Imbragato con una pettorina agganciata a una corda tesa tra le estremità del campo, il ratto va da un lato all’altro segnalando in pochi minuti la posizione di tutte le mine che riesce a individuare, pretendendo una ricompensa in cibo alla fine del lavoro. Gli Herorats, i ratti eroi, come vengono chiamati dai loro datori di lavoro, sono precisi e affidabili, e sono già stati impiegati con successo in diverse zone dell’Africa. Inoltre la loro modesta socialità e il carattere docile li rendono perfetti per essere prestati dove necessario, senza bisogno di creare un rapporto con uno specifico essere umano come accade per i cani.
Il secondo, importante compito per cui vengono addestrati è individuare l’odore della tubercolosi in campioni di sputo. Occorre una giornata a un tecnico specializzato per analizzare 40 campioni, e pochi minuti a un ratto, che può quindi essere impiegato per uno screening di seconda linea a un costo molto minore e senza attrezzature specializzate in remote zone rurali dell’Africa. Considerata l’alta incidenza della malattia nel continente l’impiego di questi tecnici di laboratorio a quattro zampe è forse un piccolo passo per un ratto, ma un grande passo per l’umanità. Lisa Signorile