Sebastiano Vernazza, SportWeek 1/8/2015, 1 agosto 2015
SE AL RITIRO VANNO 143 GIORNALISTI
A proposito di frammentazione dei mass media, argomento molto gettonato in tanti convegni sul futuro dell’informazione: nel ritiro del Napoli, a Dimaro in Trentino, erano accreditati in 143 tra giornalisti e operatori televisivi o web. Una cifra mostruosa, per la preparazione estiva di una squadra, per quanto di Serie A e importante come il Napoli. Perché 143 cronisti al seguito non li ha neppure la Nazionale quando gioca i Mondiali, a meno che al conto si aggiunga tutto il personale della Rai, non soltanto quello giornalistico. Tra l’altro a Dimaro scarseggiavano le possibilità di svolgere il mestiere con pienezza. Limitate conferenze stampa, accessi ristretti alle diverse aree. Così accadeva che per lo più i cronisti si intervistassero in diretta tra loro, per un profluvio di opinioni. Lungi da noi l’intenzione di mettere il bavaglio a chicchessia, ogni media ha diritto all’espressione. Non sospettiamo neppure che nel gruppone ci fossero degli infiltrati, in ferie a Dimaro travestiti da inviati. Vi risparmiamo i discorsi su Napoli come piazza particolare, che vive di calcio 24 ore al giorno. Non che a Roma, per fare un esempio, ci sia minore attenzione. Però il dato fa impressione, induce a pensieri più generali: è sano un Paese che muove 143 persone dei media per un ritiro pallonaro? O l’esagerazione nasconde un disagio, riempie un vuoto?
Non abbiamo risposte, confidiamo però nella natura, nel darwinismo. Che il mercato faccia il suo corso, insomma. Alla fine della frammentazione non può che esserci la selezione.