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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

RODOLFO D’ASBURGO NON SI UCCISE PER AMORE MA IN CONTRASTO CON IL PADRE

ANDREA TARQUINI
BERLINO. Fu il più leggendario suicidio per amore proibito, dal 1888 quando avvenne a oggi. Ispirò libri, film, persino una pièce teatrale. Ma adesso carteggi dimenticati o celati dalla corte degli Asburgo narrano la tragedia di Mayerling sotto un’altra luce. Non fu lei, la 17enne Maria Vetsera, l’amante rifiutata dalla dinastia, bensì lui, l’erede al trono arciduca Rodolfo d’Asburgo, a volere la morte insieme. E vi fu spinto non solo dal cuore spezzato, bensì anche da conflitti politici col duro padre, Francesco Giuseppe, dal suo desiderio disprezzato di riforme liberali, dal suo rifiuto dell’autoritarismo oppressivo dell’Impero austroungarico. È una scoperta sensazionale, dovuta al caso: lavori periodici d’ordine dell’archivio Schoellerbank di Vienna. Così è venuto alla luce il piccolo scrigno, con foto e documenti della famiglia Vetsera. Sono là anche le lettere d’addio di Maria a madre, sorella e fratello, foto d’epoca degli amants maudits dell’aquila bicipite, altri documenti. «Non posso resistere all’amore, fedele seguirò Lui fino all’ultimo», scrive la giovane amante dell’erede al trono. Erede contestatore, in rotta con l’assolutista, reazionaria corte viennese, si deduce dalle carte scoperte. «Guglielmo II (ndr il Kaiser tedesco, alleato di Francesco Giuseppe) al massimo lo incontrerei volentieri in una battuta di caccia per liberare il mondo da lui in modo elegante ». Liberale nell’animo, convinto che solo urgenti riforme avrebbero salvato gli Imperi centrali, Rodolfo non si sentiva più accettato. Il brutale addestramento militare impostogli da Francesco Giuseppe lo aveva traumatizzato, narrano ora gli storici. Poi era venuto il matrimonio per ragion di Stato con una principessa belga. E poco prima del suicidio, lo schiaffo finale in pubblico: a una cerimonia, Rodolfo era venuto incontro al padre tendendogli la mano. Francesco Giuseppe gli aveva voltato le spalle con uno scatto marziale. «Non piangere per me, io lo seguo fedele, tu sposati solo per amore», scrive Maria Vetsera alla sorella. Francesco Giuseppe ordinò di trasformare la stanza della loro morte in cappella votiva, forse anche per far sparire prove. Erede divenne Francesco Ferdinando, riformista anche lui. Ma nel 1914 ci pensò il terrorista serbo Gavrilo Princip a eliminarlo, il resto è noto.