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 2015  agosto 04 Martedì calendario

Formiche per Sette – Gli uomini sulla Terra sono circa 7 miliardi. Il numero di formiche viventi in ogni istante è stato stimato tra 1 e 10 milioni di miliardi

Formiche per Sette – Gli uomini sulla Terra sono circa 7 miliardi. Il numero di formiche viventi in ogni istante è stato stimato tra 1 e 10 milioni di miliardi. Giacché il peso di ogni essere umano è 1-2 milioni di volte quello di una formica, risulta che formiche ed esseri umani hanno la stessa biomassa totale. Le formiche appartengono alla famiglia delle Formicidae, ordine degli Imenotteri (con api e vespe). Ne esistono oltre 10.000 specie. Le formiche sono quasi cieche e giudicano il mondo in base agli odori. Le più grandi sono le Dinoponera quadriceps e le Camponotus gigas, che arrivano a misurare 4 centimetri. Le formiche possono essere di colore rosso, nero o giallo. Una regina arriva a deporre fino a 600 uova al giorno. Le operaie vivono pochi mesi. Le regine di alcune specie superano 20 anni. Anche se hanno abitudini simili, le termiti non hanno niente a che fare con le formiche: appartengono all’ordine delle Isopterae (hanno parentela con gli scarafaggi). Mentre tra le formiche vige il matriarcato della loro regina, la regina delle termiti è sempre accompagnata da un principe consorte. Le guerre fra colonie di formiche non sono rare. In genere scoppiano per proteggere un territorio o le risorse alimentari. Un’eccezione sono le formiche Polyergus, che attaccano deliberatamente i nidi di altre specie di formiche per rubarne le larve e farne degli schiavi. Le formiche Camponotus saundersi del Borneo, quando vengono sopraffatte dai nemici, esplodono rilasciando una colla che immobilizza e uccide gli avversari. Le Sericomyrmex sudamericane accettano di mantenere nella loro colonia le Megalomyrmex, potenti guerrieri. Così, quando la colonia di Sericomyrmex viene attaccata, i mercenari Megalomyrmex la difendono. L’acacia cornigera, un piccolo albero che vive nelle foreste del Centro America, ha spine panciute all’interno delle quali le formiche depongono le uova. In cambio dell’ospitalità, le formiche difendono la pianta da altri insetti intenzionati a nutrirsi delle foglie. René Redzepi, tra i migliori cuochi al mondo, autore di un piatto a base di formiche vive. Gli insetti sono importati dal Brasile e Redzepi le nutre con foglie di coriandolo e citronella. Jerry Hopkins, autore di “Strange foods”, dice che le formiche hanno «sapore cremoso, simile al Camembert». Le Atta laevigata messe in padella e fritte, molto apprezzate tra i colombiani per le loro virtù afrodisiache. Nel Tesoro degli arcani farmacologici, frate Felice, religioso bergamasco del XV secolo, consigliava l’uso dell’Acqua di Magnanimità, cioè vino medicato con estratto di formiche e addolcito con miele. Massimiliano I d’Asburgo ne beveva sempre un bicchiere per mostrarsi coraggioso in battaglia. Sul corpo delle formiche ci sono sostanze diverse a seconda del loro lavoro (esploratrici, foraggiatici, dedite alla manutenzione del nido ecc.). Tra le formiche Amblyopone silvestrii, le operaie più giovani si prendono cura della regina e delle larve, le più anziane escono dal nido in cerca di cibo. Nel nido si aggirano formiche disoccupate che talvolta si soffermano a svolgere lavori occasionali. Possono essere reclutate da compagne per compiti in cui vi è poca forza lavoro. Grazie a sostanze chimiche derivanti dalla decomposizione, le formiche riconoscono le compagne morte. Quando le trovano, le raccolgono e le portano nella parte più lontana del nido, dove ammucchiano i rifiuti. In laboratorio formiche vive sono state strofinate con le sostanze della decomposizione e rimesse nel nido: le compagne le sollevavano e le trasportavano al cumulo di rifiuti. Potevano andarsene di lì solo se si ripulivano per bene. La formica Pachycondyla tarsata in cerca di cibo ritrova la strada di casa memorizzando le forme delle chiome degli alberi. Esperimento di laboratorio. Formiche operaie di Aphaenogaster cockerelli isolate dalla colonia in cui c’è la regina si mettono a fare le uova. Se riportate nella colonia originaria, vengono aggredite dalle compagne finché non smettono di figliare. Tra le Atta gli individui che si riproducono hanno le ali. Una volta l’anno i membri alati di più colonie si levano tutti insieme nello stesso giorno e compiono “voli nuziali” durante i quali si accoppiano (ogni femmina con più maschi, i quali muoiono subito dopo). Gli spermatozoi raccolti in una sola volta dovranno bastare per sempre: le femmine si staccano le ali, scavano una tana, piantano i miceli di fungo che si sono portate appresso dalla colonia d’origine e diventano regine. La formica femmina di Diacamma permette al maschio di accoppiarsi con lei, poi torna al nido trascinandoselo dietro mentre è ancora impegnato nell’atto sessuale. Una volta nel nido, le operaie gli staccano a morsi la testa e il torace lasciando gli organi sessuali e la pancia attaccati alla femmina. Rimane così per due giorni e poi lo rimuovono. Le formiche tagliafoglie Atta coltivano i funghi: escono dal nido per tagliare pezzetti di foglie, li portano nella fungaia, li sminuzzano, li concimano con le feci e li distribuiscono sul terreno dove hanno depositato miceli di fungo. Se avvelenate da un fungo, le operaie di Formica rufa lasciano il nido, si aggrappano a fili d’erba e attendono la morte. La colonna razziatrice formata da milioni di formiche legionarie africane. Esce dal nido e si espande sul terreno coprendo una settantina di metri dapprima come un telo che si distende, poi assume l’aspetto di albero con il fronte di avanzamento simile a una chioma, d’ampiezza pari a un piccolo edificio. Non ci sono condottieri. Avanza di 20 metri l’ora, inghiotte tutta la bassa vegetazione che incontra, cattura e uccide insetti, serpenti e piccoli animali. Dopo qualche ora la direzione s’inverte e la colonna razziatrice si ritira scomparendo nella tana. Un tipico nido di formica Atta sexdens contiene circa 1.900 stanze, di cui almeno 200 occupate dalla fungaia. Per scavarlo le formiche trasportano tirano su circa 40.000 chilogrammi di terreno. Le formiche Atta fanno la manutenzione delle strade che portano dal nido alle aree dove raccolgono le foglie (possono essere lunghe anche 250 metri): le ripuliscono dalla vegetazione invasiva e rimuovono eventuali ostacoli. Un nido di rufe (formiche rosse), con l’attività di migliaia di predatrici, arriva a mettere insieme un chilo di minuscole vittime al giorno. Nei boschi alpini, dove esiste almeno un milione di formicai, circa 300 miliardi di formiche raccolgono in un anno 20-25mila tonnellate di cibo, più della metà costituita da piccoli animali uccisi da loro. Il cervello di una formica pesa al massimo 0,1 milligrammi. Larve di farfalla Maculinea rebeli secernono sostanze chimiche simili a quelle delle larve di formica. Si mettono a terra, aspettando che qualche formica, ingannata dalle sostanze, la raccolga e la porti al suo nido. Una volta entrata, comincia a emettere suoni simili a quelli delle formiche regine, si fa ben nutrire e accudire. Poi, dopo una decina di mesi, spalanca le ali azzurre e se ne va. Il coleottero Lomechusa s’intrufola nei nidi delle formiche rosse, imitando i loro movimenti e offrendo loro un liquido inebriante, di cui la formica diventa a poco a poco dipendente. Le formiche coccolano e nutrono i fornitori di droga e trascurano perfino di provvedere alla loro regina. Talvolta il coleottero pretende anche di mangiarsi le uova e i piccoli delle formiche: loro, ormai del tutto asservite, accettano senza protestare. Tra le formiche di una rara specie del Madagascar è abitudine nutrirsi delle loro larve, praticandovi un foro e succhiandone il liquido. Le larve crescono ugualmente, ma una volta adulte porteranno per tutta la vita le cicatrice inflitte dalle loro custodi. Le formiche Cataglyphis fortis, che vivono nel Sahara, utilizzano una sorta di contapassi per ritrovare il loro nido mentre si avventurano in mezzo alle dune. Il formicaio ha varie entrate, tutte sorvegliate. All’interno tantissimi cunicoli che possono terminare in una camera o sboccare in altri cunicoli; le stanze non sono tutte uguali e vengono usate per vari scopi: come dispensa, per l’allevamento delle uova e delle larve, o come camera per la regina. Quando rientrano alla base le formiche si spruzzano l’un l’altra con una sostanza battericida, l’acido fenilacetico. La sua azione antiparassitaria è nota anche alle galline: per liberarsi da zecche, pulci, pidocchi, si accovacciano sopra al formicaio e aspettano che le formiche, infastidite, le irrorino con l’insetticida. In un ettaro di terra ci sono più di duemilioni di formiche. Forza enorme delle formiche Rufa, capaci di spostare pesi che, per un uomo, equivarrebbero a due tonnellate. «Sembra che in alcune circostanze il socialismo funzioni davvero, ma purtroppo Karl Marx ha preso in considerazione la specie sbagliata» (Bert Holldobler ed Edward O.Wilson).