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 2015  agosto 02 Domenica calendario

IL PROTOTIPO DEL PARLAGATTO

Lei. Ecco il prototipo del Parlagatto. Ti piace?
Lui. Il Parlagatto? E che cos’è mai?
Lei. Un dispositivo per dare la parola ai gatti. Lo applichi al collarino, registra le onde cerebrali, e produce dei suoni che sono parole della nostra lingua.
Lui. Oh bella. E funziona?
Lei . Non lo so ancora. Perché non proviamo con Tuxy? Micio… micio… vieni qui. (Applica il Parlagatto a una Tuxy indifferente.)
Lui. Non dice niente.
Lei. Certo, devi premere il bottone di accensione. Ecco fatto.
Tuxy. Miao, miao, miao.
Lui. Non mi sembra incoraggiante…
Lei. Sono perplessa. O forse aveva ragione il filosofo Donald Davidson? Disse che se un cane potesse parlare, non potremmo capirlo.
Lui. Tuxy è un gatto.
Lei. Penso che parlasse di animali in generale. E comunque il Parlagatto è tarato sui gatti.
Tuxy. Miao, miao. Ma no, sto scherzando ragazzi. Funziona bene questo aggeggino?
Lui. Oh mamma mia. Tuxy parla! Ma perché chiede se il Parlagatto funziona bene?
Lei. Perché può parlare, ma non può capire quello che dice quando si ascolta parlare, né quello che diciamo noi. È un gatto, dopotutto, non un essere umano. Ma non ti preoccupare, ho previsto questo problema. Ecco, le metto le cuffie…
Lui. Che cos’è questo nuovo marchingegno?
Lei. L’Interpretante. Registra il discorso degli esseri umani, e lo trasforma in appropriate onde cerebrali per il gatto.
Lui. Così chiudiamo il cerchio. Tuxy, ci senti?
Tuxy. Benissimo, grazie ragazzi. Avrei tante cose da dirvi.
Lei. Tagliamo corto, le pile si scaricano in fretta, è il problema di questi prototipi.
Lui. Io una domanda ce l’avrei, ma è un po’ filosofica.
Tuxy. Sentiamo.
Lui. Ma voi gatti ce l’avete il concetto di «vietato»? Voglio dire, quando vi insegniamo che non ci si deve rifare le unghie sul canapè, capite che è vietato?
Tuxy. Non capisco la domanda. Potresti regolare l’Interpretante?
Lei. L’Interpretante funziona alla perfezione. Che cos’è che non capisci?
Tuxy. Quando mi insegni di non grattare il canapè, che cosa fai?
Lui. Ti rimprovero se lo gratti.
Tuxy. Questo è esattamente quello che capisco. Se gratto il canapè, mi rimproveri. C’è altro da capire?
Lui. Beh, che è vietato grattare il canapè.
Tuxy. Non capisco. Io lo gratto, tu mi rimproveri. Quindi quando ci sei cerco di non grattarlo…
Lei. Come, «quando ci sei»? Ecco perché il canapè è tutto rovinato!
Tuxy. Certo, imparo delle regole complesse, io. Se gratto il canapè e tu ci sei, mi rimproveri. Se invece gratto il canapè e tu non ci sei, non mi rimproveri.
Lei. Molto raffinata, signora gatta. Ma perché non vuole semplicemente capire che è VIETATO grattare il canapè, che noi ci siamo o non ci siamo?
Tuxy. Non capisco. Forse vuoi dire che se gratto il canapè, potrei essere punita, perché se ci fosse qualcuno in casa, questo qualcuno mi punirebbe? Non ho problemi a capire regole complesse che fanno riferimento alla possibilità che qualcosa avvenga. Ho buona immaginazione.
Lui. Quello che non capiamo noi è come sia possibile che tu non capisca un concetto così semplice come quello di divieto.
Tuxy. Quello che qui nessuno capisce è perché voi vi ostiniate a parlarmi di concetti misteriosi. Datemi una punizione o una ricompensa, e vi solleverò il mondo.
Lei. Direi che Davidson aveva ragione, almeno in parte.
Tuxy. Davvero voi umani pensate che ci sia qualcosa di più quando parlate di divieti? Guardate quello che è successo con l’adozione delle cinture di sicurezza. Potete dire che è vietato slacciarle mentre l’auto è in movimento, ma non mi sembra che molti l’avessero capito. Se aggiungete «Se non le metti, prendi la multa», tutti le allacciano. E poi, sapete che vi voglio dire? Miao, miao miao, miao…
Lui. D’accordo Tuxy, abbiamo capito lo scherzo.
Lei. No, è che si sono scaricate le pile del Parlagatto. Lasciamola tranquilla, altrimenti questa pretenziosa signorina ci fa la morale. (Tuxy piega all’indietro la testa, sdegnosa.) E ricordiamoci di staccare l’Interpretante!
Roberto Casati e Achille Varzi, Domenicale – Il Sole 24 Ore 2/8/2015