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 2015  agosto 02 Domenica calendario

ATAC, I MACCHINISTI LAVORERANNO IL 30% IN PIÙ

Da domani sarà operativo l’accordo sulla produttività e l’occupazione firmato da Atac con Cgil, Cisl e Uil: i 500 macchinisti della metropolitana e delle ferrovie dovranno lavorare il 30% in più e finirà il ricorso massiccio allo straordinario, motivo che è dietro lo sciopero bianco che dall’inizio di luglio sta creando forti disagi a quel milione di passeggeri che ogni giorno, in media, utilizza le tre linee della capitale. Sempre da domani i nuovi regimi di orario interesseranno gli addetti alla manutenzione delle officine Atac (lavoreranno 37 ore), che saranno in funzione h24 e non più solo la mattina, mentre dal 1° ottobre toccherà ai 6mila autisti del trasporto su gomma e agli amministrativi (lavoreranno 38 ore settimanali).
L’orario effettivo di condotta dei macchinisti si aggirava sulle 3 ore giornaliere, a fronte di un orario di lavoro di 6 ore e 10 minuti. L’accordo e l’introduzione del badge (1° luglio), puntano a colmare il divario tra orario di lavoro contrattuale e prestazione effettiva: «Ci attendiamo anche ricadute positive sull’assenteismo – spiega il dg, Francesco Micheli – che ha un tasso di circa il 12% tra i 12mila dipendenti, vale a dire che ogni giorno in media mancano all’appello più di un migliaio di persone. Tra gli amministrativi, con l’introduzione lo scorso Natale del collegamento tra salario accessorio e presenza, l’assenteismo è crollato circa del 50%». Con l’accordo del 17 luglio che riguarda tutto il personale Atac, e prevede tra l’altro la stabilizzazione di 350 autisti assunti a tempo determinato, la produttività dei macchinisti della metro si allinea ai livelli di città come Napoli, passando da 730 ore di lavoro l’anno a 950, pur restando sotto le 1.150 ore di Milano, con un impatto sul salario accessorio. L’intesa ha consentito di superare accordi risalenti anche al 1962 «abbiamo riordinato un corpus normativo che si era stratificato nel corso degli anni – aggiunge Micheli – e abbiamo fatto confluire in un “salario di produttività” l’insieme delle indennità che si sono nel tempo sovrapposte, che sarà riconosciuto sulla base della effettiva prestazione resa».
Le indennità che si erano sovrapposte nei decenni e venivano erogate “a pioggia”, ora saranno pagate per la prestazione effettiva. «L’indennità di condotta diventa salario di produttività – aggiunge Micheli – e sarà pagata secondo il principio che più corse si effettuano e più si guadagna, sempre nell’ambito delle 36 ore di lavoro settimanali, con un tetto di 890 euro che può anche essere individualmente superato in rapporto a possibili ulteriori prestazioni». L’attenzione è per l’assemblea straordinaria convocata il 7 agosto (seconda convocazione) dal Cda che lo scorso 28 luglio ha approvato la semestrale con 58 milioni di perdite. Per il 2014 il rosso si attesta sui 141 milioni, il Mol è positivo per 100 milioni, ma la somma delle perdite accumulate negli anni ha raggiunto una quota considerevole (oltre il miliardo), spingendo il sindaco Ignazio Marino ad evocare il rischio del fallimento. In questo quadro l’approvazione del bilancio 2014 in continuità aziendale poggia sullo sblocco del nuovo contratto di servizio (vale circa il 70% dei ricavi Atac), e sulla ricapitalizzazione per la quale il sindaco Marino ha annunciato 178 milioni, tra conferimento di beni e iniezione di liquidità.
Nel piano industriale le perdite nel 2015 potranno ridursi sotto i 100 milioni, per raggiungere nel 2016 un sostanziale pareggio di bilancio: «Tutto ciò a condizione che si proceda alla ricapitalizzazione e alla sottoscrizione del contratto di servizio che hanno avuto il via libera della Giunta», spiega Micheli. L’affidamento in house dell’Atac scade nel 2019, quando scatta la liberalizzazione prevista dalle direttive europee; in vista di questa scadenza il sindaco ha chiesto di accelerare la ricerca di un partner industriale: «Stiamo lavorando per mettere a disposizione dell’amministrazione comunale, già da settembre, la documentazione utile per avviare le procedure per la ricerca di un partner industriale», afferma il dg. Con Comune e Regione che hanno stretto i cordoni della borsa, l’ingresso di un partner industriale potrà portare le risorse necessarie per il piano di investimenti, cominciando dall’ammodernamento della flotta di circa 2mila bus che, come i romani ben sanno, ha un’età media piuttosto avanzata.
Giorgio Pogliotti, Il Sole 24 Ore 2/8/2015