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 2015  agosto 02 Domenica calendario

QUANDO MANGO MI INSEGUIVA PER IL

CAMPEGGIO –
La parola estate non accende nella memoria di Tiziano Ferro feste in spiaggia, amori passeggeri, gavettoni e anguriate. «Ero grasso e ne soffrivo. Non mi divertivo. Il mare mi teneva lontano dalle mie passioni: scrivere e leggere fumetti, ascoltare musica e provare a scrivere le prime canzoni, giocare al computer». E se c’è una musica legata alla bella stagione, per il cantautore non è certo un tormentone. «Vi siete mai imbattuti nella mia discografia?», ride. «Sono una persona multiforme, ho un lato solare e uno crepuscolare, ma la passione per la musica non mi è arrivata attraverso la leggerezza. Ha seguito altri canali: la ventralità, i testi, un certo tipo di canto...».
Se deve scegliere un ricordo musicale legato alla bella stagione, Tiziano ripesca «Bella d’estate», successo di Mango datato 1987. «Quando la riascolto, boom, mi ritrovo automaticamente il campeggio davanti agli occhi». Quelle erano le sue vacanze da bambino. «Andavamo in campeggio non lontano da casa: Terracina, Gaeta, Fondi... Eravamo in tenda e ricordo che spendevo tutti i soldi con i videogiochi a gettoni». Più che la luce del sole, Tiziano stava davanti a quella degli schermi. «Papà mi diede 10 mila lire, ricordo ancora la consistenza della banconota, facendomi un discorso sulla fiducia e sulla buona gestione del denaro. Le feci cambiare in monetine e me le mangiai in pochi giorni, fingendo poi di averle spese un po’ alla volta. Ero a un passo dal diventare un vero nerd, conoscevo i trucchi di tutti i giochi, ma per fortuna non sono entrato nel circolo».
Le colonne sonore dei videogame non erano un granché... «Erano il juke box e l’altoparlante del campeggio a scegliere per te. Quella di Mango era una canzone malinconica che allora non capivo. Quando si è piccoli si fa finta di non amare la musica italiana, non è abbastanza figo. L’unico che potevi dire di ascoltare era Jovanotti». Una passione travolgente per il giovane Tiziano: «Ero invasato. Quel carnevale mi ero vestito da Jovanotti: mamma mi aveva comprato il chiodo rosso al mercato, portavo il cappellino al contrario, avevo i jeans strappati e le bretelle Yo che conservo ancora. In ogni fase della vita Lorenzo ha beccato il disco giusto per il momento che stavo vivendo. E ancora oggi se mi dici un titolo, so le parole di tutta la canzone».
In queste settimane il suo tour e quello del collega si sono incrociati. «Non tornerei mai al periodo dell’adolescenza, non ero comodo con me stesso. Lo farei solo per dire al me stesso ragazzino che non solo conoscerà Jovanotti, ma che suonerà negli stadi come lui». Per 300 mila persone circa, tante hanno visto i suoi concerti negli stadi, il ricordo di quest’estate sarà una canzone di Tiziano Ferro. «Allo stadio si va anche per dire “io c’ero”. Ci hanno messo molto a convincermi a fare un tour così, ho pensato che la pubblicazione del best fosse l’occasione giusta, ma è stata un’esperienza così bella che adesso vorrei fare solo quello».
La memoria di Ferro fa un salto avanti di un decennio. Siamo al 1998, l’anno della maturità. «Facevo il corista per gli Atpc e mi preparavo agli esami durante i viaggi in treno fra una data e l’altra. Per mandare a memoria la classificazione delle rocce usai un sistema di parole legate al mondo delle ferrovie; e per il capitolo sulla Luna inventai uno schema sulla melodia di una canzone degli Atpc. Fu la prima domanda che mi fecero».
In attesta di ripartire il 13 novembre da Torino con il tour nei palazzetti («Non sarà un’edizione ridotta dello spettacolo estivo: chi c’era c’era, mi spiace per gli altri. Sarà coerente ma diverso, più intimo e meno epico»), Tiziano si è preso una pausa. «Da qualche tempo sono tornato a fare una settimana di mare ogni anno. Mento a me stesso, mi convinco di non avere le mie turbe e di essere una persona normale, come tutti gli altri. E quando riesco a staccarmi dal computer vado persino in spiaggia, però con la crema protezione 50: mi copro con lo spruzzino fino a diventare bianco. La mia vacanza ideale deve avere una percentuale di asfalto e un punto dove poter attaccare un cavo».
Settimana fra le onde a parte, ecco la sua estate 2015: «Voglio passare molto tempo a Manchester dove ho casa da 10 anni, riprenderò in mano la macchina fotografica e non mancherà la mia solita parentesi americana, ma non in California dove già vado spesso per lavoro».