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 2015  agosto 01 Sabato calendario

«PELLEGRINI UN ANIMALE DA GARA PALTRINIERI UN MOSTRO DI REGOLARITÀ»

DAL NOSTRO INVIATO KAZAN Consigli per un Mondiale: «Avere una strategia, sapere cavarsela nei momenti di crisi, essere preparati e, ovviamente, anche un po’ fortunati». Con le sue 60 medaglie fra Giochi, Mondiali e Europei e le vette assolute di un oro olimpico e un oro iridato, Massimiliano Rosolino va ascoltato. A 37 anni, dopo una carriera straordinaria, ora osserva la nostra Italia da lontano ma con partecipazione, e vede «un bel gruppo, numeroso, un interessante mix di anziani e giovani di prospettiva. Una bella squadra-progetto per Rio».
Già, l’Olimpiade è il pensiero di tutti gli atleti in gara a Kazan...
«Eventi come questi servono sempre a lanciarla. Anche se poi non c’è una regola fissa su come affrontarli».
Lei come faceva?
«Nel 1998 a Perth nei 200 misti fui squalificato e poi due anni dopo ai Giochi conquistai l’oro. Nel 2003, anno preolimpico, presi il bronzo e poi ad Atene non entrai neanche in finale...».
Insomma, non c’è una regola fissa.
«Già. Fare bene ovviamente è meglio, ma poi in un anno possono accadere molte cose».
Per Federica Pellegrini sarà l’ultimo Mondiale. Che cosa vede per lei nella palla di vetro?
«Non aveva mai nuotato così i 200 sl a questo punto della stagione: un bel punto di partenza. Il turno in più di semifinale è un’incognita per la tenuta, ma Federica è un animale da gara: l’ho vista vincere anche quando sembrava non andare, dunque...».
Dopo Rio si ritirerà. Un grave colpo per il nuoto e per lo sport italiano.
«Vero perché, al di là del discorso tecnico, lei genera enorme attenzione intorno a questo sport. Ma il nuoto non morirà di certo».
Se non lo ha fatto dopo che è finita la sua grande generazione...
«Appunto... Quello che mi auguro, piuttosto, è che il modello Pellegrini possa funzionare da traino per le ragazze più giovani. Sta già accadendo: lo dimostra la nostra 4x200 sl, una delle gare che mi incuriosisce di più».
L’altra nostra punta è Gregorio Paltrinieri.
«Sta andando a “palla di fuoco”, è ancora molto giovane e il 2016 potrebbe essere il suo anno perfetto. Anche se ovviamente è in corsa per l’oro già adesso».
Che cosa la colpisce in lui?
«Ha una regolarità mostruosa. Uno penserebbe che senza una velocità di base, diciamo un 400 sl da 3’46”, non si possa fare un 1.500 come il suo. E invece lui ci riesce».
Sarà anche l’ultimo Mondiale di Filippo Magnini. Lei lo conosce bene.
«Già, vecchia generazione... Sembra ieri quando vinceva quei due titoli a Montreal e Melbourne. Una grande carriera, peccato che non abbia mai fatto il grande colpo all’Olimpiade. Me lo aspetto ad alto livello nella 4x100 sl, che vedo molto bene, affiatata, competitiva».
Da uomo di spettacolo quale è diventato, come giudica certe polemiche sul nuoto sincronizzato maschile?
«Pretestuose. La competizione mista ormai c’è ovunque, anche nel nuoto. Chi si stupisce è fuori dal tempo. E poi il sincro soltanto femminile era riduttivo».
In Italia comunque l’accoglienza è stata buona, e i risultati ottimi.
«Siamo stati tra i primi a crederci e ci meritiamo questo raccolto: trovo bello e emblematico che la centesima medaglia mondiale sia venuta dal duo misto».
E poi, come insegna da ballerino ormai provetto, la danza è atletica, no?
«Naturalmente. La qualità atletica di questi sincronetti è già alta ora, mi immagino che cosa vedremo fra dieci anni. Mi creda: questo è sport, lasciamo stare ogni altro discorso».
Un Mondiale per Rosolino è anche occasione di nostalgia?
«No, per fortuna solo di interesse e curiosità. Il nuoto ovviamente resta vivo in me ma di una cosa sono felice: non ho rimpianti. Più forte di così non potevo proprio andare. Se dovessi augurare qualcosa a questi ragazzi, direi: toccate il proprio limite come ho fatto io».