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 2015  agosto 02 Domenica calendario

LA COMETA DELLA VITA

LA RICERCA
Non è esattamente come la immaginavano gli scienziati all’inizio, ma di certo non ha disatteso le aspettative. La superficie della Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, quella su cui lo scorso 12 novembre era atterrato il lander dell’Agenzia Spaziale Europea, Philae, è ricca di molecole organiche, e l’interno della stessa Cometa è così poroso da sembrare una spugna, o meglio, una pietra pomice. Sono questi i dati che sono emersi dall’analisi di quei pacchetti di dati che il lander, dopo un lungo periodo di ibernazione sulla superficie della Cometa, è riuscito ad inviare sulla Terra il 13 giugno scorso. I dati sono stati raccolti dagli strumenti a bordo dello stesso lander e anche da quelli che si trovano a bordo della nave madre, la sonda Rosetta. Gli scienziati che lavorano alla elaborazione di queste informazioni, tra cui anche molti italiani, hanno preparato diversi articoli pubblicati ieri sulla rivista Science. Proprio da uno degli strumenti imbarcati su Rosetta sono arrivate le prime importanti conferme della presenza di molecole organiche sulla superficie della cometa.
Gli elementi chiave della vita sono stati individuati da scienziati inglesi della Open University che in uno degli articoli pubblicati da Science hanno annunciato di averli individuati analizzando i dati inviati a Terra da Tolomeo. Lo strumento ha scansionato la polvere sollevata dal Lander Philae durante il suo rocambolesco atterraggio. Dai dati della scansione è stata rilevata la presenza di ossigeno, carbonio e idrogeno, elementi chiave per la formazione di acqua e di zuccheri semplici. Le misurazioni indicano la presenza di un composto polimerico che si è formato per effetto di radiazioni ionizzanti che investono la superficie della cometa, ed escludono la presenza di composti aromatici, come il benzene. Questo non vuol dire che si tratti della scoperta della vita, tengono però a precisare i ricercatori inglesi. Di certo però ne costituiscono la base.
COMPOSIZIONE
«I composti che abbiamo rilevato – spiega Ian Wright, coordinatore del programma di ricerca – sono senza dubbio gli stessi che hanno concorso alla formazione della vita sulla Terra». Anche un secondo strumento, COmetary SAmpling and Composition (COSAC) ha confermato la presenza sulla superficie della cometa di molecole organiche. In tutto, ne sono state individuate 16. La presenza su una cometa di quattro di essi - isocianato di metile, acetone, propionaldeide e acetamide - era finora sconosciuta.
I risultati di questo esperimento, anche se ancora parziali, potrebbero dunque essere la conferma della teoria che dipinge le Comete come una sorta di inseminatrici cosmiche, che nel loro viaggiare dall’inizio della formazione del Sistema Solare ad oggi hanno disseminato acqua e molecole organiche su ogni pianeta. Interessanti, a questo fine anche i risultati di un altro esperimento, a cui hanno partecipato anche ricercatori italiani, che ha permesso di valutare la consistenza interna della cometa. Dai dati del radar che con le sue onde elettromagnetiche ha effettuato una sorta di maxi-risonanza magnetica del corpo celeste, è risultato che la cometa è molto porosa. Questo conferma l’orgine molto antica, risalente alle prime fasi di sviluppo del Sistema Solare, quando piccoli pezzi di roccia e di ghiaccio cominciavano ad aggregarsi tra loro in corpi più grandi, senza però arrivare a fondersi fino al punto da costituire asteroidi o addirittura pianeti. Gli altri studi hanno permesso di verificare le caratteristiche fisiche e strutturali della superficie della Cometa, che risulta essere ricoperta da un ampio strato di polvere di circa 25 centimetri di spessore ed è caratterizzata da numerose fratture.
CONSISTENZA
Queste stime rappresentano una preziosa determinazione diretta della consistenza della cometa, che altrimenti sarebbe risultata molto più imprecisa. A colpire poi l’attenzione dei ricercatori anche alcune strutture geologiche di chiara origine eolica, simili cioè a quelle formate dall’azione del vento sulla superficie terreste. I ricercatori dell’Institute of Planetary Research guidati da Stefano Mottola, hanno proposto diverse spiegazioni per interpretare il fenomeno. Tra queste anche alcune ipotesi che attribuiscono l’effetto a gas che si formano per sublimazione del ghiaccio presente nel sottosuolo. Un po’ come quello che accade nelle scene del film Armageddon quando le squadre guidate da Bruce willis dovevano fare i conti con improvvise esplosioni dal sottosuolo. Infine i ricercatori sono anche riusciti a determinare la temperatura superficiale della Cometa. Dal momento che lo speciale trapano italiano imbarcato sul Lander Philae non è riuscito ad entrare in funzione, questa misurazione è stata molto complicata. Tuttavia Tilman Sponh e i suoi colleghi del Deutsche Zentrum fur Luft-und Raumfahrt di Berlino, sono riusciti a stimare una temperatura superficiale che oscilla tra i meno 183 e i meno 143 gradi Celsius.