Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 03 Lunedì calendario

TAMBERI VOLA A 2.37: «MA SOGNAVO L’NBA» – 

C’è una porta di speranza che si apre sul podio dei Mondiali di fine agosto a Pechino. L’ha aperta ieri Gianmarco Tamberi che a Eberstadt, vero tempio del salto in alto nel land tedesco del Baden Wurttemberg, ieri ha portato il primato italiano a 2.37. Anzi, il primato l’ha migliorato due volte, anche con 2.35. Alla fine il marchigiano è stato battuto a parità di misura solo per un maggior numero di errori dal canadese Derek Drouin, che probabilmente sulla pedana mondiale sarà insieme al cinese Zhang il grande avversario da battere. Senza dimenticare Marco Fassinotti che ieri si è fermato a 2.30.
Tamberi è entrato in gara a 2.20, misura superata come 2.27 al primo tentativo. Quindi 2.30 al terzo, 2.33 al primo e 2.35 al terzo prima del 2.37 del nuovo limite al primo tentativo. Quindi con Drouin ha chiesto 2.39: nessuno l’ha superato, ma al terzo balzo l’azzurro ha fallito di poco. «Faceva caldo – racconta Gianmarco – e ho capito dal riscaldamento che ero in palla. Infatti ho rinunciato ad affrontare 2.24. Mi sentivo sicuro, un buon giorno. I problemi li ho incontrati davvero solo a 2.30, ero nervoso, ho buttato via i primi due tentativi per troppa velocità di entrata». Ma Tamberi ha pure il merito di non essersi sgonfiato dopo il primo record. «Perché a 2.35 mi è parso davvero di volare, sapevo di poter salire ancora». Anche nella località tedesca tutto il pubblico era per lui. «So farlo divertire. Ma la verità è che io la forza la trovo nella passione della gente». Certo è che Gianmarco è uno che si fa notare con quella barba rasata solo dalla parte destra. «E’ il mio simbolo, me lo porto dietro dal 2011 quando affrontai una gara dove non mi sentivo nemmeno troppo bene, ma mi migliorai di 10 centimetri. Da allora non la tocco più».
Figlio d’arte: papà Marco, primatista italiano indoor nell’83 con 2.28, fratellino di un giavellottista, Gianluca da 78.61 eletto nel 2012 «Mister Italia» e attore nella serie «Don Matteo», Gianmarco Tamberi non ha l’alto come primo amore. «Salto perché mi viene bene, ma il mio vero amore è il basket. Ci ho giocato 12 anni, guardia, sognavo l’Nba. Ancora adesso quando vedo una palla non resisto, potreste trovarmi su qualche campetto a fare gare di schiacciate. Papà non mi ha spinto, ma mi ha messo una pulce nell’orecchio. Senza allenarmi saltavo 2 metri, vincevo le gare scolastiche e lui mi diceva: “guarda quello che potresti perdere”. Sì, ce l’ha fatta, mi ha messo il dubbio. Così nel febbraio 2009 ho cominciato ad allenarmi e sono salito subito. Adesso vivo da solo ad Ancona e sapete qual è il mobile più importante del mio salotto? Il canestro....»
A questo ragazzo di 23 anni poco importa che il suo 2.37 sia la terza misura al mondo del 2015 e la migliore in Europa insieme a Bondarenko. «Devo badare alla mia tecnica, se quella funziona nulla è impossibile. Adesso torno a casa e mi alleno duro.