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 2015  agosto 02 Domenica calendario

LA CONDUTTRICE DELLE LITI

Ha finito come aveva cominciato: litigando. Francesca Barra, conduttrice con Gianluigi Paragone di In Onda su La7, è stata travolta dalle critiche. Prima Vittorio Feltri, poi Rosario Crocetta, quindi Vittorio Sgarbi e infine Claudio Borghi. Sono state scintille.
Il fondatore di Libero, per esempio, l’ha sbranata perché continuamente interrotto a favore dell’ospite del Pd. Borghi, chiamato a discettare di Sud, quando ha premesso che per un leghista «è strano» difendere il Mezzogiorno, è stato investito dalla furia di questa bionda di Policoro, provincia di Matera, classe 1978, madre di due figli e perfino autrice di libri. «Allora non fate campagna elettorale al Sud, statevene a casa!».
I due si sono riappacificati su Twitter, ma la signora non ha cambiato opinione. Borghi ha cercato di rispiegarlo: «Se non trovi strano che l’unico che abbia difeso il Sud è uno della Lega Nord...». Ma lei, niente. «Perché è strano difendere il Sud? Forse è solo giusto», ha tuonato su Facebook.
Tra qualche giorno, quando avrà smaltito l’adrenalina, potrà sempre incolpare lo smalto rosso. Che nel suo caso può essersi rivelato dannoso come la kryptonite per Superman. Purtroppo, ha spiegato alla Stampa, «lo smalto semipermanente me l’ero fatto prima di sapere che avrei condotto una trasmissione tutti i giorni». Quando si dice la sfortuna.
E poi basta parlare dei suoi abiti succinti! «Ne vedo ovunque». Pochi giorni fa ha confermato d’essere solare come la sua Basilicata, e quindi capace di farsi scivolare addosso critiche e cattiverie. L’altro ieri, sui social network, ha invece parlato di querele. Anche a Matera saranno arrivate le nuvole.
Quando le linguacce hanno raccontato che stava per essere silurata dopo due sole puntate con Paragone, aveva smentito e ringhiato: «Se un ospite maschile viene invitato spesso non lo nota nessuno, se succede a una donna si pensa subito male».
Feltri l’ha smontata, suggerendole di lavorare in discoteca anziché in tv, e lei ha immediatamente replicato d’essere attaccata perché donna. Per di più bella. Purtroppo si illude. Verrebbe sbranata in ogni caso.
«A In Onda non mi hanno preso per caso», ha detto rivendicando la sua lunga gavetta. Tanti anni di sacrifici, ma non è stata in grado di distinguere una pagina di quotidiano da una bozza. È successo a giugno, quando dalla tipografia hanno sfornato la sezione sportiva di Leggo, quotidiano free-press, senza titoli, catenacci, occhielli, firme. Soprattutto, mancava un articolo. Purtroppo per il giornale gratuito, era il foglio su cui la redazione aveva iniziato a lavorare e che non era stato più aggiornato. Qualche redattore aveva scritto «rubentus» per far capire ai colleghi l’argomento del pezzo sottostante. Barra, cuore bianconero, ha pensato che quello di Leggo non fosse un errore tecnico, bensì una scelta editoriale. «Non ci credo che abbiano fatto questo titolo. Quando il giornalismo diventa tifo...», ha commentato seriosa su Twitter, senza insospettirsi.
A proposito di tifo. Lei rivendica di «non appartenere a nessuna parrocchia politica» aggiungendo che la «criticano anche per questo». Ma spesso ha marcato la differenza con Paragone, che certamente non è di sinistra. E non risulta si sia mai allontanata dai luoghi comuni che elettrizzano i salotti radical chic. Tanto da essersi trovata a proprio agio tra le firme di Pubblico (quello fondato da Luca Telese e colato a picco in pochi mesi) e dell’Unità.
In prima linea a difendere i migranti, s’è specializzata anche sull’argomento clochard sul quale ha prodotto addirittura un libro.
Un anno fa, era stata ospite di alcune trasmissioni e s’era scagliata contro quei sindaci (per esempio il veronese Flavio Tosi) che osavano ricordare che le panchine non servono per bivaccare o dormire, bensì per sedersi. Apriti cielo! La Barra diventava una furia. E rivendicava il suo mese trascorso alla Stazione Centrale di Milano in mezzo ai poveri cristi e immaginiamo senza smalto semipermanente. Ha lavorato anche per Sky. E poi Matrix, Tiki Taka e Mattino 5 su Mediaset. Ha condotto Omnibus estate su La7 e ha messo piede a Radio1 Rai. Spesso è stata alla Gabbia.
Spazia dal calcio alla politica: chi non la sopporta osserva che resta sempre se stessa. Cioè inadeguata. Paragone può comunque consolarsi. Nonostante tutto, In Onda estate ha avuto risultati positivi. Si può dire che la trasmissione è stata come Francesca Barra: non ha perso smalto.