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 2015  agosto 01 Sabato calendario

ROMA NON RISCUOTE 8 MULTE SU 10 IL BUCO È DA 2,4 MILIARDI DI EURO

Ci vorranno 30 anni per tappare un buco, tutto particolare, da 853 milioni di euro nel bilancio di Roma Capitale. È questo l’ammontare del cosiddetto «disavanzo tecnico» che ieri, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, è stato deliberato dal Campidoglio insieme con l’assestamento di bilancio. Una cifra monstre che si riferisce, in buona sostanza, alle multe e alle tasse mai pagate. Un macigno vecchio, dunque, che ammontava a 2,4 miliardi di euro, dei quali 1,72 miliardi sono stati inseriti nel fondo svalutazioni. La differenza, appunto 853 milioni, sarà spalmata in 30 anni con «rate» annuali da 28,4 milioni. Tutti gli anni, insomma, il bilancio parte in deficit, grazie a questa operazione verità che tuttavia corre il rischio di mettere nei guai le future amministrazioni capitoline.
Ma qual è l’origine di questi buchi nascosti nelle entrate del bilancio di Roma? Il Sole24ore.com ha tirato fuori dati interessanti. Dall’elenco degli accantonamenti emerge, per cominciare, che la Tares ( il tributo sui rifiuti) aveva ben 227 milioni scritti a bilancio 2014. Ne sono stati depennati ben 135 milioni (il 59%). Ma anche la vecchia tassa sui rifiuti ha visto svalutazioni per 115 milioni. Il dato eclatante è quello delle multe stradali: il comune di Roma aveva a fine 2014 incassi messi a bilancio ma mai riscossi per 960 milioni. La Giunta guidata da Ignazio Marino con un tratto di penna ne ha svalutato l’81% per la bellezza di 782 milioni finito nel fondo crediti di dubbia esigibilità. Poi c’è l’Ici, tagliata di ben il 62% per la somma di 67 milioni spariti dalle entrate future. Ma il Campidoglio non è stato in grado neppure di farsi pagare le imposte sulla pubblicità: anche qui un taglio dell’80-90%.
La manovra sul buco «pregresso» è stata licenziata insieme all’assestamento di bilancio 2015. Per l’ok c’è voluta la nottata nell’aula Giulio Cesare. Il piatto forte era il salvataggio di Atac, col Campidoglio costretto a correre ai ripari per evitare il fallimento. È prevista una «trasfusione» di circa 180 milioni di euro, di cui 40 milioni «cash» e 140 milioni attraverso il conferimento di 18 treni Caf della metropolitana. «La Giunta ha deciso di non stare ferma ha spiegato il vicesindaco di Roma e neo assessore al Bilancio Marco Causi e per muoversi vuole farlo con un’operazione di ricapitalizzazione per costruire un progetto di rilancio ma serve una rivoluzione organizzativa che sia condivisa con i lavoratori dell’azienda». Che vorranno di sicuro capire a fondo il significato delle parole di Causi, poco chiaro.
Per i contribuenti, invece, c’è una certezza. L’aumento di 5 milioni di euro di Imu e Tasi, già con i saldi di dicembre. Denaro che Marino vuole destinare (aggiungendo 3 milioni di maggiori dividendi Acea) ai municipi. In totale fanno 8 milioni destinati ad ampliare il budget di spesa per i servizi sociali dei mi-
nisindaci. Non solo. Quanto alla spesa corrente, diminuiscono di 800 mila euro gli stanziamenti per l’Assemblea capitolina, fondi che verranno dirottati per l’acquisto di arredi e giochi per le aree ludiche e ricreative dei parchi. Un po’ di quattrini da destinare a operazioni di cosmesi, utili per fare qualche conferenza stampa e interviste in tivvù.
Un consistente impiego di risorse correnti, pari a 4 milioni di euro, verrà utilizzato per riqualificare le aree attorno alla stazione ferroviaria Termini. Un intervento che potrà essere messo in cantiere in tempi utili per l’avvio del Giubileo. A queste somme vanno aggiunti 2 milioni che la manovra di assestamento destina alla manutenzione straordinaria delle scuole, che prevede anche interventi di sicurezza per l’accessibilità degli edifici. Cospicua la dotazione di fondi per la ricapitalizzazione di Atac, pari a 40 milioni di euro, che si aggiungono ai conferimenti patrimoniali di 138 milioni di euro.
Infine 1 milione di euro verrà destinato a rafforzare il
circuito delle biblioteche comunali.
Proprio su questa manovra, il Movimento 5 Stelle denuncia «l’ombra di Mafia Capitale». Secondo i grillini «nel provvedimento dice il pentastellato Marcello De Vito ci sono numerosissime anomalie e proroghe di appalti e affidamenti a soggetti coinvolti in Mafia Capitale, nei settori dell’emergenza abitativa, dell’accoglienza dei migranti e dei campi rom».