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 2015  agosto 01 Sabato calendario

SENZA AIUTO DI DRAGHI E ORO NERO IL PIL CON MATTEO SAREBBE A -1%

Patrick Artus, capo economista della banca francese Natixis meriterà certamente un posto di prima fila nella galleria dei gufi. Visto che il nostro premier non perde occasione per ricordarci quanto è stato bravo a far «ripartire l’Italia» ha provato a fare un po’ di conti. Si è chiesto che cosa sarebbe successo se non ci fossero stati due eventi irripetibili come il bazooka monetario inventato da Mario Draghi e la lite fra gli emiri arabi che ha fatto crollare il prezzo del petrolio. I risultati dello studio meritano attenzione. Dimostrano che l’Italia non è affatto uscita dalla recessione. Anzi c’è ancora dentro fino al collo. Per esempio, se si procede a stimare in quale misura il deciso calo dell’euro ha spinto l’export dell’Eurozona si vede come gli aumenti ad un anno variano dall’1% della Germania, al 2,3% della Spagna, con l’Italia beneficiata per 1,2%. Ma i numeri che fanno davvero impressione sono quelli che dicono che al netto degli effetti di questi due fattori straordinari il nostro Pil sarebbe ancora in calo dell’1,03%. Il risultato peggiore in Europa. La Francia sarebbe sotto dello 0,03% e la Germania appena sopra la linea di galleggiamento: +0,25%. Solo la Spagna dimostra di aver fatto bene i compiti a casa visto che la sua crescita, al netto dei fattori straordinari, sarebbe dell’1,52%. Solo che Rajoy rischia di perdere le politiche di ottobre mentre Renzi viaggia sulle ali di una fortuna. È vero che Napoleone amava circondarsi di marescialli baciati dalla dea bendata più ancora di quelli cari a Marte, dio della guerra. Resta il fatto che la fortuna, come tutti ben sappiamo è molto volubile e ci mette un attimo a girarsi. Renzi l’aveva già sfidata l’anno scorso quando si era convinto che finalmente la svolta era arrivata. Ricordate la variazione zero del Pil registrata nel quarto trimestre del 2013? Era sembrato l’inizio di una nuova alba. Il dato era stato pubblicato all’inizio di febbraio e, poche settimane dopo Enrico Letta era stato invitato piuttosto brutalmente a fare le valigie. Una scommessa molto azzardata da parte di Renzi visto che, a partire dal primo trimestre del 2014 era ricominciato il declino. Nel 2015 la ruota torna a girare e il Pil del primo trimestre è apparentemente in positivo. Patrick Artus nel suo studio invita a non farsi troppe illusioni. La ripresa, infatti, è prima di tutto merito di Draghi che ha buttato a terra il cambio favorendo le nostre esportazioni e poi ha mandato al tappeto i tassi d’interesse con forti risparmio sul servizio del debito. Gli emiri hanno fatto il resto sfondando il barile. A questo bisogna aggiungere la ricostituzione delle scorte. Dopo quattro anni di crisi i magazzini si sono svuotati e all’inizio di quest’anno, le imprese hanno ricominciato un po’ a investire. Lo hanno fatto con molta prudenza come dimostra l’andamento del mercato del lavoro. A giugno i lavoratori in attività sono calati ancora di 22 mila unità, pari allo 0,1% del totale , mentre i disoccupati sono cresciuti dell’1,7 % pari a 55 mila persone. Rispetto ad un anno fa ci sono 85 mila disoccupati in più. Detto in altri termini, la nostra ripresa è maledettamente ciclica. Poi, se siete il premier italiano, potete anche fare la ruota e dire che siete molto ganzo, avendo riportato il paese alla crescita. Attenzione però che il vento cambia. E ci mette davvero poco a mettersi di traverso.