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 2015  agosto 02 Domenica calendario

COSÌ HIROHITO COMUNICÒ AL GIAPPONE LA RESA

Era il 15 agosto 1945 quando milioni di giapponesi udirono per la prima volta la voce dell’imperatore Hirohito, che gli comunicava che il Sol Levante si era arreso. Oggi, la stessa voce può essere udita, ripulita e ri-masterizzata, dopo che è stata diffusa dal Gabinetto della Casa Imperiale, in preparazione per il settantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Un discorso di quattro minuti e mezzo, sconvolgente tanto per il suo messaggio di resa, dopo anni di guerra durissima e disastrosa in cui l’unica parola d’ordine era il sacrificio totale della popolazione, che per l’immensità rappresentata dall’udire per la prima volta la voce di un imperatore considerato semi-divino. Un discorso reso ancor più rarefatto dal suo linguaggio, a malapena comprensibile.
Hirohito, infatti, parlò utilizzando il giapponese di corte, inusuale e complesso. Anomalo allora, e del tutto alieno oggi, malgrado la ripulitura digitale.
La voce dell’Imperatore, infatti, risulta più chiara di quanto non fosse stata nel ’45, ma le singolarità di grammatica, vocabolario e pronuncia aggiungono ulteriori difficoltà per chi lo ascolta oggi. Chi lo ascoltò settant’anni fa dovette vedersela anche con il rumore della cattiva trasmissione radio, diffusa contemporaneamente anche nelle ex-colonie giapponesi, in Corea e in Cina, e ovunque altro si trovassero soldati e civili giapponesi i quali, al sentire la voce di Hirohito, si inginocchiarono con lo sguardo a terra.
La registrazione avvenne di notte e in gran segreto, per impedire che militari irriducibili cercassero di impedirne la diffusione.
Oggi, che molti in Giappone temono le conseguenze delle intenzioni di riarmo del primo ministro Shinzo Abe, questa registrazione rappresenta ancora, quasi come un monito, il momento in cui la folle avventura giapponese in Asia volse finalmente al termine.
Ilaria Maria Sala, La Stampa 2/8/2015