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 2015  agosto 01 Sabato calendario

“BOTTA TREMENDA, HO VISSUTO UN INCUBO”

[Intervista a Walter Zenga] –
Zenga si aspettava una simile disfatta?
«Assolutamente no. Peggio di un incubo».
Alla vigilia aveva detto che eravate pronti, che le sensazioni erano buone.
«Lo pensavo davvero. Non c’era la minima avvisaglia di un possibile disastro. Abbiamo lavorato sodo per un mese, tutto in funzione di questo debutto in Europa League. Sono sincero: fosse stato per me, sarei partito per il ritiro anche prima, ma il regolamento non lo consente. Il tempo comunque mi sembrava sufficiente».
Invece...
«Non ha funzionato nulla. Il gol a freddo ci ha tagliato le gambe, accentuato anche dal fatto che la squadra non ha ancora i 90 minuti. Avevamo preparato la gara in modo diverso, speravamo di passare in vantaggio e poi di aspettarli, magari dosando qualche energia. È girato tutto storto, compreso il due a zero e il tre a zero subito in contropiede e di nuovo all’inizio del secondo tempo. A volte un episodio può cambiare tutto: se fosse entrata la punizione di Fernando, uno a uno a metà del primo tempo, come sarebbe finita?».
Le accuse nei suoi confronti però sono precise e circostanziate: scelte sbagliate, come Palombo sulla linea dei difensori in una retroguardia a quattro, squadra senza anima, sfilacciata, totale assenza di collegamento fra i reparti.
«Riassumo tutto con una frase: è colpa mia, come ho detto ai tifosi subito dopo la gara. Mi assumo ogni responsabilità, senza cercare alibi, i giocatori non c’entrano. È giusto prendersela con me».
La furiosa società pare averle concesso una fiducia a tempo. I famosi sette giorni, sino al ritorno a Novi Sad.
«La botta è stata tremenda e sono convinto che ci aiuterà a riflettere, su cosa non abbiamo fatto, su dove abbiamo sbagliato. Da uomo di calcio, prima giocatore e poi allenatore, posso solo dire che di fronte a simili sconfitte non si vede l’ora di scendere di nuovo in campo. Di ricominciare».
Sperando di vedere un’altra Samp. In caso contrario sarebbero guai seri.
«Intanto mi auguro di non dover combattere più con quel virus che ha messo fuori gioco Regini e Coda e debilitato Palombo e Viviano. Non mi piacciono le scuse, ma quella che ho schierato non era la formazione che avevamo preparato».
Non sarebbe stato opportuno un aiuto maggiore dal mercato?
«Non ci si svena per coprire delle emergenze, gli acquisti devono far parte del progetto. Entro fine agosto arriveranno. Quelli che ho ora dovevano farci andare avanti».
s.z., la Repubblica 1/8/2015