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 2015  agosto 01 Sabato calendario

ARADORI: «SI’, POSSIAMO DIVENTARE LA NAZIONALE PIU’ FORTE»

Pietro Aradori è pronto. Come tutti gli altri azzurri, con lo sguardo fisso verso Berlino. Ma siamo solo ai primi, piccoli passi. Il cammino è quello che però determinerà cosa accadrà in Germania: se arrivi preparato, avendo fatto quello che dovevi, il resto è nelle mani della sorte e nella forza degli avversari. Pietro lo sa. E sa anche che il gruppo che ha ritrovato è lo stesso di un anno fa, solido e compatto.
Aradori, la vostra forza resta l’unione di intenti, l’armonia, la voglia di fare un passaggio in più, di sacrificarsi per i compagni.
«Sicuramente, l’ho sempre detto, siamo bel gruppo. Questa è la squadra degli ultimi 3-4 anni, siamo compatti, sempre stati. Poi inseriremo anche gli altri, che già conosciamo ma che per vari motivi, infortuni o scelte, non ci sono stati nel recente passato. Abbiamo fatto una buona gara con l’Olanda, discreta essendo solo all’inizio e siamo partiti con calma. Un passo alla volta, si va avanti crescendo di giorno in giorno».
Con Bargnani, Belinelli e Gallinari, giocoforza diminuiranno i minuti degli altri. Datome ha detto che ognuno dovrà essere pronto a sacrificarsi per la squadra.
«Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo fare il nostro meglio nello spazio anche ridotto che ci verrà concesso, sicuramente inferiore rispetto a quello a cui siamo abituati. Perché abbiamo 12 giocatori che possono dare tutti qualcosa. Lo spirito è quello giusto, se saremo pronti a farlo anche tra qualche settimana, le cose andranno bene».
C’è pressione? Il presidente Petrucci dice che potenzialmente è la Nazionale più forte di sempre.
«Diciamo che c’è quella che ha vinto l’oro nel ‘99, quindi sono i risultati che parlano. Vero, possiamo diventarla, siamo tutti ottimi giocatori, non credo ci sia pressione, giochiamo il nostro basket, poi quello che riusciremo a esprimere dipende da noi e dalle circostanze, che giocando 5-6 gare di fila, ogni giorno, non sempre puoi prevedere».
Domanda cattiva: è sicuro del posto?
«Me la gioco, non sono io che faccio le scelte, do il mio contributo, Pianigiani sa bene quello che posso dargli, vedremo».
Ci parli della scorsa stagione.
«Mi sono trovato bene a Istanbul, una città super, ma i guai economici del Galatasaray hanno complicato la situazione. A dicembre già 5 giocatori se n’erano andati, poi anche Arroyo a gennaio. Così ho deciso di passare all’Estudiantes Madrid, dove ci siamo salvati e abbiamo anche sfiorato i playoff in un campionato davvero difficilissimo. Lì mi sono trovato benissimo e penso d’aver fatto un’ottima parte di stagione. Non volendo andare in vacanza a metà maggio, ho poi accettato di andare a Venezia, dove sono arrivato e ho avuto un’infiammazione a una caviglia che però poi è passata. Durante i playoff stavo bene, non uso scuse, non c’entrava niente. Non è facile entrare in un gruppo che era arrivato secondo in classifica, non era la situazione ideale. Ma devo ringraziare Carlo Recalcati, con cui ho un gran rapporto, Federico Casarin , una gran persona e anche Luigi Brugnaro, personaggio particolare ma che ci mette passione e investe tanto. Sono invece rimasto deluso da parecchia gente, dalla quale non mi aspettavo un trattamento simile. Ma finisce qui, non farò mai i nomi».
La nuova sfida è con Reggio.
«L’ho scelta perché è una squadra di primissima fascia in Italia, gioca per vincere tutto, dalla Supercoppa alla Coppa Italia, allo scudetto e all’Eurocup. Questo è stato un incentivo in più, oltre al progetto solido che ha da anni. Appena c’è stata questa opportunità l’ho colta al volo, anche se manca oltre un mese e mezzo sono già carico».
Chiudendo con l’azzurro, l’obiettivo che avete ben fisso davanti è quantomeno la qualificazione al Torneo Preolimpico.
«Ce l’abbiamo in testa, lavoriamo per quello, ma non è scontato né facile, sappiamo che il nostro è il gruppo più difficile, come già due anni fa tra l’altro. Dipenderà molto da noi e da alcuni fattori che non puoi controllare. Ma la fortuna spesso va cercata. Noi ci siamo, abbiamo ancora tempo per conoscerci e capire. Poi dal 5 settembre si farà sul serio».