Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 01 Sabato calendario

COMMA – Dev’essere un primato, e senza dubbio difficilmente eguagliabile. Il disegno di legge delega per il nuovo codice dei contratti pubblici, già approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera, si apre con un gigantesco comma 1 dell’articolo 1, che nel testo a stampa si estende da pagina 2 a pagina 17

COMMA – Dev’essere un primato, e senza dubbio difficilmente eguagliabile. Il disegno di legge delega per il nuovo codice dei contratti pubblici, già approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera, si apre con un gigantesco comma 1 dell’articolo 1, che nel testo a stampa si estende da pagina 2 a pagina 17. Questo comma (attenzione: un semplice comma, anche se probabilmente Ettore Petrolini l’avrebbe definito un commone) comprende 4.314 parole, che si svolgono per quasi 31.500 caratteri a stampa. Per operare un raffronto, il primo capitolo de I promessi sposi si sviluppa su poco più di 6.000 parole per 37.000 caratteri. Il gran comma è suddiviso in lettere e, come prevedono le norme per la stesura dei testi legislativi, esaurite le 21 lettere dell’alfabeto italiano, ricorre prima alle lettere doppie, da aa) a zz), e poi alle lettere triple, dalla bocca spalancata di aaa) al muggito di mmm). Qualche lettera è ulteriormente suddivisa: la l) in cinque punti, la cc) in tre. Quel che maggiormente impressiona è che queste 4.314 parole procedano ininterrotte, salvo un solo punto fermo casualmente introdotto alla lettera t). Se quindi qualcuno volesse leggere l’intero comma, avrebbe una sola pausa (il punto fermo) alla lettera t), e potrebbe sostare soltanto al termine delle diciassette pagine. Va notato che a Montecitorio perfino il comitato per la legislazione, che pure si è soffermato nel merito di svariate disposizioni contenute nel disegno di legge delega sui contratti, non ha speso una parola sul fatto che in un testo normativo un unico periodo si prolunghi per decine di migliaia di caratteri. Oh, tanto per intenderci, il titolo stesso della legge non è un capolavoro né di chiarezza né di concisione: «Delega al Governo per l’attuazione delle direttive 2014/23/Ue, 2014/24/Ue e 2014/25/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture».