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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

LA RISCOSSA DI OBAMA

Se le rivoluzioni del 1989 hanno cambiato il mondo, quelle del 2015 cambieranno gli Stati Uniti. Il 1989 fu l’anno della caduta dei muri, del tracollo delle dittature comuniste, della perdita di prestigio di idee politiche ed economiche errate. Nella prima metà del 2015 sono avvenuti negli Stati Uniti cambiamenti rivoluzionari nei rapporti internazionali, in politica sociale e nelle regole che definiscono cos’è una famiglia. E questi sviluppi negli Usa non mancheranno di ripercuotersi anche al di là dei loro confini.
Barack Obama giunse al potere sei anni e mezzo fa. Milioni di persone si entusiasmarono per questo giovane senatore con un nome, un aspetto e una storia che secondo molti esperti avrebbero costituito ostacoli insormontabili alla conquista della presidenza Usa. Ma gli esperti si sbagliavano: Obama vinse le elezioni.
Quattro anni dopo fu rieletto, ancorché come presidente avesse raffreddato gli entusiasmi. Il suo arrivo alla Casa Bianca non aveva prodotto i risultati sperati. L’uomo si era trasformato in un leader cauto, distante, incapace di piegare i suoi avversari interni ed esterni. Non solo i dirigenti del partito repubblicano ma anche i capi di governo dell’Iran, della Cina, della Russia e del Medio Oriente sembravano più efficaci e potenti del presidente degli Stati Uniti.
Di fatto, al suo arrivo alla Casa Bianca, Obama si trovò alle prese con un elenco di emergenze da affrontare immediatamente, tra cui la maggior catastrofe economica da oltre mezzo secolo, due guerre che gli Usa stavano perdendo, un indice sempre crescente di disuguaglianze economiche, e infine un rinnovato e ambizioso attivismo internazionale di Mosca e Pechino. A tutto questo si aggiungeva la prostrazione degli alleati europei, colpiti dalla crisi. Il prestigio e l’influenza internazionale degli Stati Uniti toccavano il punto più basso dai tempi della guerra del Vietnam.
Secondo i suoi critici, il problema era Obama — il suo passato, la sua ideologia, la sua inesperienza, la sua personalità. Molti osservatori vedevano il suo passaggio alla Casa Bianca come un’occasione mancata, ricordando che negli Stati Uniti i presidenti riescono a imporre grandi cambiamenti solo nella prima parte del loro mandato — anche perché le elezioni legislative di medio termine danno in genere la maggioranza alle opposizioni.
È accaduto anche stavolta. Con le due Camere del Congresso in mano ai suoi rivali, tutto faceva pensare che in pratica la presidenza di Obama fosse giunta al suo termine; e dunque non c’era da aspettarsi granché nell’ultimo scorcio del suo mandato.
Ma non è andata così. Anche stavolta gli esperti hanno fatto male i loro conti. Nel 2015 Obama è riuscito a portare avanti iniziative di grande respiro, che sembravano impossibili solo qualche mese prima.
C’è stato l’accordo con l’Iran, che avrà conseguenze economiche e geopolitiche enormi. E la normalizzazione dei rapporti con Cuba — la fine di oltre mezzo secolo di ostilità col regime dei Castro.
Sorprendendo molti osservatori, Obama è inoltre riuscito a ottenere l’appoggio del Senato per negoziare la partecipazione del suo Paese all’Accordo di partenariato e libero scambio transpacifico (o Tpp, che sta per Trans-Pacific Partnership Agreement) con altri 11 Paesi della regione Asia-Pacifico. Potenzialmente, il Tpp potrebbe trasformare i rapporti economici in questa parte del mondo, oltre a creare un importante contrappeso alla Cina.
Tutto questo sta avvenendo in un contesto di recupero e di crescita dell’economia statunitense: disoccupazione ridotta al 5,3% e in ulteriore calo, ripresa dell’industria, mentre il Paese si è trasformato nella principale potenza energetica mondiale, superando l’Arabia Saudita e la Russia.
Certo, manca ancora un recupero dei salari medi, e le disuguaglianze rimangono a livelli inaccettabili; ma anche su questi temi spinosi, Obama ha adottato misure che potrebbero invertire la tendenza. La sua riforma sanitaria ad esempio avrà senza dubbio un impatto economico e sociale positivo e importante.
Infine, l’estate 2015 è iniziata nel segno di una decisione che cambierà la vita di milioni di persone finora emarginate. Nel giugno scorso, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso: un’iniziativa appoggiata dalla Casa Bianca. Obama si merita una vacanza.
Twitter @moisesnaim (Traduzione di Elisabetta Horvat)
Moisés Naim, la Repubblica 31/7/2015