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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

PERISCOPIO

«Non immaginavo che negli uffici di Roma ci fosse la criminalità organizzata». Lo ha dichiarato il sindaco Marino scrivendo la letterina a Babbo Natale. Gianni Macheda.

Nei miei film ho messo, in ruoli imbarazzanti, dozzine di persone che conosco e non ce ne è uno che si sia riconosciuto. Carlo Vanzina, regista. Il Giornale.

Il cinghiale ferito, Bettino Craxi, non aveva previsto che un sistema di potere, il suo, che sembrava edificato sulla pietra, e che lungo un quindicennio aveva resistito perfino all’ostilità di Ronald Reagan e della Casa Bianca, si sbriciolasse nell’arco di poche settimane. «Bettino come Benito», scrisse all’inizio della frana Valentino Parlato sul Manifesto: «Come Benito Mussolini? No, come il Benito Cereno di Melville, comandante fittizio di una nave ammutinata, ostaggio nelle mani di un equipaggio in rivolta». Antonio Padellaro. Il Fatto.

Per una donna è uno smacco pazzesco, e siamo sicuri che Laura Boldrini sarà lì a mangiarsi le unghie appena visto il bilancio di previsione 2015 del Senato. Quella dieta nei costi della politica che non è riuscita a lei, presidente della Camera, è invece realtà assai più consistente a Palazzo Madama. Ci si perdoni il gioco di parole, ma Piero Grasso è davvero diventato un pizzico più magro. La Boldrini invece non ce l’ha fatta. Fosca Bincher. Libero.

Fino al 1992-1993 nessuno in Italia sapeva chi fosse Borrelli, forse nemmeno lui. Un oscuro travet della giustizia, sia pure insediato in un ufficio che misurava qualche metro quadrato in più rispetto a quelli dei suoi sottoposti. All’improvviso si è scoperto principe degli accusatori, capo dei giustizieri che stavano matando i partiti fra gli applausi della folla assetata di onorevole sangue. Il gladiatore che menava fendenti con maggior foga era Tonino Di Pietro, che fu acclamato eroe di Mani pulite dal circo della carta stampata. Ma alla folla dei tifosi piaceva immaginare che dietro i bicipiti del molisano da masseria vi fosse un cervello fino, un tipo con tanto di occhialini dorati, il quale pensava di notte ciò che i muscolari alle sue dipendenze facevano di giorno. E lo identificò in Borrelli, che ne aveva tutte le caratteristiche, persino fisiche, a cominciare da quelle aristocratiche dita affusolate con cui la sera eseguiva sul pianoforte di casa le composizioni dell’amato Richard Wagner. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

A Berlino, come fotografo, vedevo una città spaccata in due. Ancora non era stato alzato il Muro. I bar sembravano mense aziendali. I giovani spenti e le ragazze con il sorriso rassegnato. Tutti bevevano birra senza un barlume di allegria. La cosa che mi colpì maggiormente era la gente in strada. Sembrava che non mi vedesse. Scattavo le mie foto a uomini e donne che parevano ciechi. Era la parte Est. Squallida e insopportabilmente noiosa. Ermanno Rea, scrittore (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Io detesto il passato. Mi annoia profondamente. Non ci penso mai. Il passato è come un vecchio meraviglioso vestito che non indosserò più. Una cosa che osservi e ti viene una gran voglia di bruciare. Adriana Asti, attrice (Malcom Pagani e Fabrizio Corallo). Il Fatto.

Per nulla femminista, Hélèn Tazareff, l’inventrice di Elle, riteneva che le donne sono fatte per sedurre e poi trattenere, che è il grande business della loro vita, che bisogna quindi aiutarle a riuscirci, far loro imparare a essere belle, pelle levigata, capelli brillanti, vestiti da far girare la testa. François Giroud, Leçons particulières. Fayard.

Dopo un volo di 46 ore, facendo soste di un’ora a Damasco, a Baghdad, a Caraci, a Calcutta e a Saigon ero arrivato ad Hong Kong. Partendo da Roma il lunedì pomeriggio, il mercoledì pomeriggio, dopo 11 mila chilometri, ero nel caldo umido di Hong Kong, con il desiderio di proseguire subito per Pechino. Enrico Emanuelli, La Cina è vicina. Mondadori.

Colonia è la città di cui Adenauer fu sindaco, prima e dopo la guerra, da qui spiccò il breve volo verso il governo della mezza Germania ch’era rimasta a galla, seppure distrutta, dopo il naufragio. Eppure il ricordo del vecchio non commuove nessuno in Germania. Non lo avevano mai amato, e se ne erano stancati prima che lasciasse il potere. Piero Buscaroli, Paesaggio con rovine. Camunia, 1989.

Cantare nelle pubbliche latrine oggi è reato. I reati sono: 1) Anche se uno è un gran canterino per cinque minuti di urinata può astenersi dal cantare (sia Summer night che altro). 2) C’è un problema di diritti Siae. L’autore del motivo che nel cesso il canterino esegue può non esser contento. A meno che il canterino dimostri che la canzone «sotto orinatoio» sia da lui composta. Ma è rarissimo. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.

La chiesa è illuminata da poche fonti di luce, una grande vetrata policroma e due piccole porte. La vetrata è alta sulla parete, da essa i raggi del sole volano come frecce ardenti verso un grande affresco in stile bizantino che sta sulla parete opposta, un ovale raffigurante il Pantocràtor. Le due porte sono strette e la luce del sole, sempre intensa in campagna, vi filtra densa come un fiume di latte. Ferdinando Camon, La mia stirpe. Garzanti, 2011.

Mancava mezz’ora allo spettacolo. Il teatro, quasi vuoto, si andava riempendo pigramente di toilettes, giubbe nere e qualche divisa sgargiante. Luigi Santucci, Orfeo in Paradiso. Mondadori.

Faccio come quegli asini restii che capiscono solo il bastone. Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli, 2014.

Riga in parte. Coppa rapata. Borotalco. Esalazioni. Occhiali da matematici. Fronte prosciugata. Scacchi, dama e calciobalilla. Mostri: quarantenni di 15 anni, con niente in testa, a parte Cartesio, le coordinate, il mercoledì di Coppia Campioni, Tacconi-Favero-Cabrini, i voti di fisica, laganeghe, la finale di Wimbledon, l’unica ribellione: il tutto collettivo, due diti dentro il naso, a far la pulizia! La manutenzione del naso! La carezza di gruppo, leccare coltelli, pulire i piatti col pane, fino a farli brillare, spazzolare tutto, mandare in mona quella di latino perchè non spiega bene, è indietro col programma, ma so drio scherzar, ma stiamo scherzando? Franco Maino, Cartongesso. Einaudi, 2014.

«Buono, vero?», fa con aria golosa Luciana a Barbato, che ora sta ispezionando un pezzo di formaggio col manico della pipa come un disturbato sessuale. «No, tu non mi deludi mai. Luciana. Compri sempre cose eccellenti». Daniela Raineri, Mille esempi di cani smarriti. Ponte alle Grazie, 2015.

La fame è la dieta più a buon mercato. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 31/7/2015