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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

FCA FA BOOM E ALZA I TARGET 2015

Un utile netto in crescita del 69% a 333 milioni trainato dalle vendite in Nord America, Europa e soprattutto dal rafforzamento del dollaro, ricavi in crescita a 29,2 miliardi e un indebitamento netto industriale calato di 600 milioni a 8 miliardi. Sono questi in sintesi i numeri del secondo trimestre Fca, resi noti ieri dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, che non solo hanno battuto le stime dei broker (il consenso si attendeva ricavi per 26,4 miliardi, un utile netto di 283 milioni oltre a un indebitamento industriale netto a 8,5 miliardi) ma che soprattutto hanno consentito al Lingotto di rivedere al rialzo i target per il 2015.
Fca, ha spiegato ieri Marchionne, ora si attende per quest’anno ricavi sopra quota 110 miliardi (rispetto ai 108 miliardi precedenti), un ebit a 4,5 miliardi (da una finestra compresa da 4,1 e 4,5 miliardi) e un utile netto in un intervallo compreso tra 1 e 1,2 miliardi. Non sorprende quindi che il titolo abbia messo a segno un’ottima performance in borsa chiudendo le negoziazioni sul listino milanese a 13,98 euro in rialzo del 5,7%.Marchionne ha inoltre spiegato che al momento non ci sono piani «immediati» per la cessione di Magneti Marelli come era stato ipotizzato sullo stampa qualche settimana fa. Segno che se la cessione della controllata attiva nella componentistica non rappresenta una priorità per Fca, nello stesso tempo il management ne prenderebbe seriamente in considerazione la vendita in caso di una concreta offerta. Nel dettaglio il Lingotto ha beneficiato nel secondo trimestre dei forti incrementi registrati in Nord America (+40%, e +16% a parità di cambi di conversione), nell’area Europa e Medio Oriente (+19%; +16% a parità di cambi di conversione) e nella componentistica (+23%; +18% a parità di cambi di conversione) che hanno più che controbilanciato i cali registrati in Sud America (-15%; -13% a parità di cambi di conversione) e Maserati (-17%; -29% a parità di cambi di conversione). Ferrari, invece, che sarà quotata in ottobre a New York, ha aumentato le vendite nel trimestre di 123 vetture a 2.059 unità, con ricavi in crescita del 5% a 766 milioni e un ebit a 124 milioni in salita del 19%. Insomma, al di là del buona dinamica delle vendite nel trimestre, non va sottaciuto il forte impatto positivo che ha giocato il rafforzamento del dollaro Usa su una società come Fca che fattura in euro ma che ha notevoli introiti negli Stati Uniti. Se infatti il valore medio del dollaro nei confronti dell’euro nel secondo trimestre 2014 era di 1,37 dollari per ogni euro, nel secondo trimestre 2015 è stato di 1,1 dollari. Un rafforzamento annuo del 19,4% che ha di certo aiutato l’ottima performance finanziaria resa nota ieri.
In serata poi è arrivata un’altra buona notizia per Marchionne. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha migliorato a «positivo» da «stabile» l’outlook su Fiat Chrysler Automobiles e sulla controllata americana Fca Us, su cui ha confermato il rating di lungo termine pari a BB-. Il cambio di outlook, ha spiegato la nota dell’agenzia di rating, riflette la possibilità che il giudizio sull’intera Fca e su quello della ex Chrysler possa essere alzato di un gradino a BB nei prossimi 12 mesi. La promozione in particolare si potrebbe verificare «se Fca rimuove tutti le restrizioni contrattuali rimanenti che limitano il flusso libero di cash tra Fca e Fca Us». Se un simile scenario si realizzasse, ha fatto notare l’agenzia di rating, «includeremmo nella nostra analisi la notevole liquidità detenuta da Fca Us (al 31 marzo 2015 pari a 12,8 miliardi)». S&P prevede che la rimozione di quelle restrizioni si verificherà «durante l’anno prossimo». L’agenzia però ha precisato che la sua visione positiva su Fca «è limitata dal rischio di un free cash flow operativo negativo a causa di pesanti spese per beni capitali, che potrebbero portare» a un quadro più debole sul fronte dell’indebitamento.
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 31/7/2015